domenica 9 novembre 2014

Alice nel Cairoli delle meraviglie

ALICE NEL CAIROLI DELLE MERAVIGLIE
… ma chi è questo Brec

(La storia del teatro dalle origini ai giorni nostri - Cairoli 14-15)

PROLOGO

Si inizia a sipario aperto  - Tutti passano come se niente fosse… qualcuno semi svestito…
A un certo punto qualcuno si accorge che il sipario è aperto
Incominciano a chiamarsi e tutti guardano in sala
·         “guardate… -
·         ma dove?… -
·         ma lì…
·         C’è un sacco di gente … devono essere quelli del pubblico…
·         Ma va… saranno i parenti di Fusani
·         Ma allora il sipario è aperto!
·         E se il sipario è aperto vuol dire che lo spettacolo è cominciato…
·         No, ma come… ma facciamo lo spettacolo oggi?
·         E certo! Non avevi capito?
·         No, io credevo che lo facevamo l’11…
·         E perché l’11
·         Perché l’11 è il compleanno della Sara… non ti ricordi l’anno scorso… che alla fine dello spettacolo era venuto fuori Fusani con la Sara… e aveva detto al pubblico che la Sara faceva gli anni… e tutti le avevano fatto un applauso… e noi eravamo venuti in scena tutti… che c’era la torta… e cantavamo tanti auguri a te...
·         Si me lo ricordo…
·         C’era la Sara che piangeva…
·         Ma quest’anno, se non è il compleanno della Sara, come facciamo?
·         Ma quest’anno siamo nel mondo di Alice…
·         E allora? … cioè non ho capito… nel mondo di Alice si fa il compleanno 2 giorni prima?
·         Ma no! nel mondo di Alice non si festeggia il compleanno… si festeggia il non-compleanno… che è molto meglio perché si fa festa 364 giorni all’anno…
·         Ma è bellissimo! E allora?
·         E allora, … dov’è la Sara? Chiamate la Sara… Sara! (Sara entra)… avanti il coro! (e allora entra il coro e canta un buon non-compleanno)
·         Scusate… ma se è così… allora oggi è anche il mio non-compleanno… (di nuovo il coro)
·         Va bè… ma allora anch’io…
·         Ma certo (di nuovo il coro)
·         E quelli del pubblico?
·         Certo, anche per loro (coro)
·         No, però scusate… io… oggi è il mio compleanno…
·         Eh… mi dispiace… qui siamo nel mondo di Alice… per te niente! Oggi si festeggiano tutti gli altri (coro – sipario)



PRESENTAZIONI

Entrano i presentatori… (3 +1… le 3 non lasciano spazio al ragazzo)

·         “ho come l’impressione che quest’anno qualcosa non vada nel verso giusto…”
·         Si… questa sera c’è proprio qualcosa di strano… anche quest’anno lo spettacolo non è ancora pronto…  ci sono sempre più ragazzi che partecipano… quest’anno sono più di N e c’è sempre meno tempo…
·         Ma perché hanno scelto questa data così presto…
·         Perché la Lucy deve partire…
·         E dove deve andare?
·         In Argentina
·         E perché?
·         Lei è argentina!
·         Si apre il sipario, La Lucy vestita da Evita canta in play back Don’t cry for me Argentina

1.      Edward Bond: Noi siamo la specie che fa teatro, e questo significa che il palcoscenico è lo spirito umano. Il teatro non è questione di letteratura, è questione di umanità.

2.      Eugenio Barba: Cosa farne del teatro? La mia risposta, se debbo tradurla in parole, è: un’isola galleggiante, un’isola di libertà. Derisoria, perché è un granello di sabbia nel vortice della storia e non cambia il mondo. Ma è un’isola Sacra, perché cambia noi

3.      Vacis: Grotowski è il regista che ha fatto l’ultima grande rivoluzione nel teatro; egli ha capito perché vale ancora la pena di continuare a farlo… c’è ancora bisogno di teatro, nonostante il cinema, la televisione e internet. Per fare teatro occorre solo l’attore, lo spettatore, presenti nello stesso luogo, nello stesso momento… per fare teatro bisogna tessere relazioni… bisogna essere.




INGRESSO

Le statue burlone sono sul palco… Uomini forzuti da circo dell’800; canottiera a righe orizzontali bianche e rosse, baffoni, muscoli, nasi rossi
In fondo 2 angeli sostengono le ante del portone,
accanto agli angeli le macchinette MANGIAMI E BEVIMI (voltate)
Alice entra assieme alla sorella, passando dalla platea.
Quando Alice si distrae si permettono di lasciar andare la posa o di competere tra di loro.
  • A- ma cos’è questo posto con tutte queste statue? Io non ci sono mai stata…
  • S- è il cortile del liceo Cairoli
·         Oh che bello… io credevo fosse il circo Orfei… E cos’è il liceo Cairoli?
·         È un posto strano… è un posto dove si possono aprire orizzonti fantastici…
·         Ma come?
·         Ci sono le sterminate praterie della matematica…gli antichi orizzonti del greco e del latino… e addirittura gli infiniti panorami del teatro…
·         Oh che bello, i panorami del teatro… si, mi piace tantissimo… voglio andare lì…
·         Va bene, ma stai attenta! Al Cairoli si raccontano storie bellissime… ma tanto dipende anche da chi hai scelto come guida…
·         Ma come?
·         Dipende dal feeling… Certo… se ti capita la guida sbagliata, il tuo viaggio nel Cairoli può diventare un incubo…
·         In che senso?
·         Nel senso che se si sbaglia strada si può finire nelle paludi della noia…
·         Oh no!
·         E nelle paludi della noia… ci sono gli zombi che terrorizzano i ragazzi cercando di trascinarli a fondo nei gorghi che conducono all’inferno…
·         Ma è terribile
·         Si! È per questo che devi essere molto attenta quando scegli la tua guida…
·         "Si, ma come si fa a entrare in quel mondo?" 
·         "Attraverso la porta!"
·         A me sembra che passare attraverso quella porta sia impossibile…
·         Impossibile? Impassabile, intendi dire! come l'esame di matematica….

Entra il Coniglio "Oh è tardi! È tardi! La REDinA mi mette la nota"
A. E quello chi è?
S. Non ne ho la minima idea!
A. E dov’è andato?
S. Credo che sia entrato nel Cairoli…
A. Voglio entrare anch’io!
S. (Si allontana ripetendo) … ma prima devi trovare la chiave… ma prima devi trovare la chiave…  ma prima devi trovare la chiave…
A. … ma dove sarà la chiave?... qualcuno mi può aiutare a trovare la chiave?
Le statue le indicano a cenni le macchinette che si sono voltate e si avvicinano a lei.
M1. Mangiami… mangiami… mangiami… (le porge una merendina)
A. Grazie signora macchinetta delle merendine… lei è molto gentile…
M1. Mangiami… mangiami
A (Prende la merendina e mangia) mmm… deliziosa questa merendina… (incomincia a ruotare su se stessa) ma… ma… ma cosa mi sta succedendo? Mamma mia, mi sto allungando A DISMISURA… ma come sto diventando alta… sarò già tre metri… e sto crescendo ancora… (statue, angeli e macchinette sono allibiti, come se fosse pazza)
se non mi fermo subito , tra poco batterò la testa contro… contro… come si chiama quella roba lassù?
Statua. Graticcio… si chiama graticcio…
A. Grazie, signora statua… - se non mi fermo subito tra poco batterò la testa contro il graticcio… aiuto… come posso fare per fermarmi?
M2. Bevimi… bevimi… bevimi… (le porge una bibita)  
A. Grazie signora macchinetta delle bevande… lei è molto gentile…
M2. Bevimi… bevimi…
A (Prende il bicchierino e beve) mmm… deliziosa questa bevanda…  (incomincia a ruotare su se stessa – in verso contrario) ma… ma… ma cosa mi sta succedendo? Mamma mia, mi sto accorciando A DISMISURA… ma come sto diventando piccolina… sarò già trenta centimetri… e mi sto accorciando ancora… (statue, angeli e macchinette sono sempre più allibiti)… se non la smetto subito sparirò del tutto…
St. Di gente fuori di testa al Cairoli ne ho vista tanta… ma questa li batte tutti… datele la sua chiave e andiamo via… ché io comincio anche ad avere paura!
(St2. Le dà la chiave – enorme – e tutti escono).
  1. … (al pubblico!) visto! Far la pazza a volte conviene! (gli angeli con il portone si sono avvicinati, A lo tocca con la chiave e il portone magicamente si apre, A entra, si sente dlin-dlon come in certi negozi) … finalmente - ora sono - nel “Cairoli delle meraviglie”.



NELL’ANTICA GRECIA

Entra lo Stregatto (Suanno)
S. Buona sera, signorina Alice…
A. Strano… questo buffo personaggio conosce il mio nome… ma io non conosco il suo…
Scusa… tu chi sei?
S. Ma come non mi riconosci? Io sono lo Stregatto…
A. Da come sei conciato, a me sembri più che altro sembri uno sfi-gatto
S. Stregatto… non sfigatto!
A. Ho detto sfigatto, e quindi ti chiamo sfigatto quanto mi pare! Va bene!?
S. Va bene… va bene… posso esserti utile?
A. Certamente!... sto cercando una guida giusta che, senza farmi annoiare, mi accompagni attraverso gli infiniti e meravigliosi panorami del teatro…
S. Va bene…
A. Cosa c’è di primo?
S. Potremmo cominciare dal teatro greco…
A. Sentiamo…
S. Facciamo entrare i personaggi della storia di Edipo… l’ Edipo Re
A. … e che storia sarebbe?
S. Veramente non l’ho mai capita bene… è come un giallo dove l’investigatore e l’assassino sono la tessa persona… ma lui non lo sa… perché aveva ucciso suo padre… ma lui non lo sapeva… e poi aveva sposato la mamma… ma anche questo non lo sapeva…
A. A me questi qui che non sanno mai niente mi danno un fastidio!... poi per forza che Freud ha dovuto inventare l’inconscio e tutte quelle balle lì…
S. Alice non essere così superficiale… questa è una storia archetipica…
Alice. Ma come parli… ma quale storia ARCHETIPICA…  questa mi sembra proprio una pagliacciata!
S. Forse hai ragione… ma adesso spostati, che passano le macchine! 



EDIPO RE

(entrano in scena 2 clown Edipo e Laio con le macchinine di cartone… si scontrano sul boccascena e cominciano a litigare)
E. ehi tu, vecchio rimbambito guarda dive vai
L. vecchio e rimbambito ci sarà tuo padre
E. certo (al pubblico – lui non lo sa di essere mio padre / e lui non sa di essere mio figlio / noi non sappiamo di essere noi… ricominciamo)
L. vecchio e rimbambito ci sarà tuo padre
E. cominciamo a lasciar stare padre madre e sorelle…
L. si, lasciamo stare i parenti e comincia a spostarti…
E. non vedi che arrivo da destra? Chi ti ha dato la patente
L. La patente me la sono data da solo perché io sono il re… e mi prendo anche la precedenza!
E. se ti prendi la precedenza… ti prendi anche questa martellata!
L. (tira fuori un martello dalla macchinina) provaci se hai il coraggio! (si menano a martellate di gommapiuma. Laio muore) Oh, povero me… sono morto…
E. bene, ora che sei morto sposta la macchina e vattene al cimitero..
L. però… a me questa parte che io muoio subito all’inizio della storia non mi piace per niente…
Alice… ma cosa c’è..
L. eh…ho fatto una sola scena e sono già morto. L'anno prossimo teatro non lo faccio più… ecco! (esce)
E. riparte ed entra la sfinge coi i tebani
Teb. Oh, povero popolo di Tebe… il nostro re è stato ucciso e la regina è rimasta sola e abbandonata
Sfinge. Ci penso io… quando arrivano i pretendenti al trono gli faccio l’indovinello e chi sa rispondere diventa re
(Arriva E) scusate… sono qui per l’inserzione… ho appena ricevuto una newsletter… ho saputo che qui c’è libero un posto da re
S. prego… accomodati… il colloquio è qui…
E sono pronto
S. allora… vediamo se sapresti dirmi… qual è la differenza tra un corvo e una scrivania?
E … ma non saprei
A ma come no… è facile (gli suggerisce)
E ho capito… un corvo è un uccello con le piume nere e il becco giallo…
e invece la scrivania è come un tavolo con i cassetti per scrivere… lo dice la parola stessa… scrivania.
S nunzio vobis gaudium magnum… habemus regem… il nuovo re è questo sconosciuto che dice di chiamarsi Edipo… chiamate la regina… (marcia nuziale) evviva gli sposi! … e ora si aprano le danze!
(Mentre Edipo e madre ballano (valzer ) dalle quinte vengono lanciati 4 bambolotti Edipo e la regina li prendono al volo – ne raccolgono 2 per uno.
Gioc. Quello è tuo… l’hai toccato tu per primo
Edipo – guarda il cielo ci ha mandato 4 bambini
Giocasta - Più che mandarceli ce li ha proprio tirati!
E. Antigone e Ismene
Giocasta - Eteocle e Polinice
Streg. I figli crebbero belli forti e sani… (Entrano 4. Ragazzi con bavaglio e ciuccio) insomma…
Ma purtroppo sulla città di Tebe, era caduta anche una dolorosa calamità…
Tebani:
  • Che terribile sventura! La peste si è abbattuta sulla nostra città…
·         Gli dei ci hanno maledetto… chi ha portato la sventura su Tebe…
·         Interrogate Tiresia… vogliamo il colpevole! (T entra) Tiresia dicci… perché gli dei ci puniscono con la peste?
·          
·         T. Edipo… Edipo è stato… e la sua colpa è l’incesto…
·         Ed. ma vattene! Incestuoso a chi?
·         T. Tu, tu sei l’uomo incestuoso… Giocasta… tua moglie… è anche tua madre…
·         Ed. Ma va!
·         T. il tuo incesto… le tue nozze con tua madre…  hanno causato dall'ira degli dei, che ora puniscono la città con la peste
·         (Edipo)  e quindi io avrei fatto dei figli con mia madre?! Ma dove siamo, nel Trono di Spade?!"
·         Tiresia: … caro amico… ti è piaciuta la milfona? E ora la città si becca la peste, per colpa tua!
·         Regina "Insomma, fatemi capire... io sono sua madre e sua moglie?!"
·         E io sono suo marito e suo figlio?
·         E io sua figlia e sua sorella
·         E io suo fratello e suo nipote?
·         E io sono lo zio di mio fratello?
·         E io il nonno di mio cugino?... no forse questa è sbagliata…
·         Alice: quindi come va a finire la storia?
·         gatto: lei si impicca e lui si acceca.
·         Edipo: "Io mi devo accecare! ecco, lo sapevo che c'era la fregatura! A me la tragedia greca non mi piace! Io questa parte non la voglio fare…  - (Tutti escono di scena.)

Gatto. Meno male che poi questi 2 si ammazzano tra di loro, che Antigone sarà condannata e morirà in carcere… e Ismene è così scema che non se la piglia nessuno.
A. Morale della favola: non si fanno pasticci con la mamma…
Gatto. Anche perché le mamme, nell’antica Grecia potevano essere molto… molto pericolose



MEDEA

Medea (entra in scena con motosega…): Dove sono i miei figli! Io li ammazzo! Io ammazzo tutti!
·         … e questa pazza chi è?
·         Guida. Questa è Medea…
·         A. Cioè? Cosa è successo… siamo finiti in un romanzo di Stephen King?
·         M. Ehi ragazzina, stai attenta che io, non ci impiego niente a farti fuori anche a te… e così lo spettacolo per stasera è già bello e finito! Mandiamo tutti a casa e chiudiamo baracca e burattini!
·         Ma no, signora, mi spieghi cosa è successo… per favore…
·         M. Cosa è successo…?
·         La colpa è tutta di quel bastardo di Giasone… mio marito…
Prima… quando doveva conquistare il vello d’oro… lui e i suoi amici… tutti carini… Medea di qui, Medea di là… e regalini… e aperitivi… e la discoteca…
E io come una scema gli ho creduto… l’ho aiutato nella sua impresa… e gliel’ho anche data!
Me ne sono andata da casa mia… per stare con lui! 2 figli c’ho fatto! 2 figli, non 1! 2!
E lui… bello-bello… cosa fa… aspetta che la figlia di Creonte arrivi all’età giusta per sposarsela,
e mi pianta lì… ma mica perché è innamorato!... no-no… il bastardo si vuole sposare la principessa, per diventare l’erede al trono… mi lascia per mettersi in politica! Hai capito?
·         Non credo che sarebbe il primo che si sposa per sistemarsi…
·         M. È vero! Però, quando io ho protestato, sai cosa ha fatto?… ha chiesto al re di mandarmi in esilio… e adesso… io me ne devo andare, e loro, i piccioncini se ne restano qui belli tranquilli… sono o non sono tutti dei gran bastardi? (la minaccia con la sega)
·         Si certo… sono tutti bastardi… bastardissimi…
·         M. E allora sai cosa ho fatto io?
·         Non so… dica, signora…
·         M. Prima, ho mandato un bel regalino alla futura sposa… sai cosa le ho mandato?
·         No, signora…
·         M. Le ho mandato una bella ghirlanda di fiori e una veste avvelenata…
quando quella vacca le ha indossate… la veste ha preso fuoco, e lei è morta tra dolori atroci …
·         A. Complimenti… è proprio un bello scherzetto!
·         M. Ma non basta… quando suo padre, il re, è corso per aiutarla… ha preso fuoco anche lui! E ora… sai a chi tocca?
·         A. … a suo marito?
·         M. ma no, sciocchina! Troppo comodo morire subito… ! No cara, deve soffrire…
Ora tocca ai nostri figli… Dove sono i ragazzi? (entrano)
·         Figli. Mamma, mamma! cosa succede? Perché ci hai chiamati?
·         M. Venite qui bambini, … ché devo ammazzarvi…
·         Figli. No mamma no, noi siamo innocenti, noi non abbiamo colpa…
·         M. Lo so che voi non avete colpa… ma sapete… “le colpe dei padri ricadono sempre sui figli”!
·         F1. Eh no, mamma, questo noi non lo sappiamo! “le colpe dei padri ricadono sempre sui figli” sta scritto nella bibbia… quella è la cultura ebraica… qui siamo a Corinto,
·         F2. Si,… Qui siamo in Grecia, non in Israele!
·         F1. Qui vale la cultura greca classica… chiediglielo alla Marsilio… ché ti chiarisca le idee!
·         M. Chiedeteglielo voi, alla Marsilio, alla Tacchini… a chi volete… ma ora basta! Finitela con i capricci e venite qui che devo uccidervi!
·         Figli. No mamma no, non farci la bua…
·         F1. Senti, mamma… Se tutti quelli che hanno le corna ammazzassero i loro figli, l’umanità si estinguerebbe  più in fretta dei dinosauri…
·         M. Non mi interessa! Io non so neanche che cosa sono i dinosauri! Venite qui, e non mi fate arrabbiare!
·         F1. … adesso basta! Mamma, finiscila… comportati da uomo!...
·         F2. E poi non lo sai che i greci non rappresentavano mai la violenza direttamente sulla scena? Non facevano mica Pulp fiction, loro!
·         F1. Scappiamo!  F2. Prendici, se ce la fai… (scappano)
·         M. Se vi prendo… non so cosa vi faccio! Giuro! (li insegue)



LE TROIANE

Alice : mamma mia, che storie tremende che ci sono nel teatro greco.
Guida: eh si il teatro greco è tutta una storia di dolori e di lutti... Per esempio, guarda una tragedia come Le troiane
A. non l’ho mai vista… cosa racconta?
G. … ci sono le figlie e le sorelle dei guerrieri che difendono la città di troia… loro stanno sugli spalti … sono spaventate e pregano per la salvezza della loro città e dei loro cari.
Alice: poverine
Guida: si guardale

Le ragazze entrano portando il muro (cartoni)
Fede: noooooooooooo  guarda Aiace cosa ha fatto!
Ale: dov’è?
Fede: là… vicino all’ulivo
Ale: non lo vedo…
Fede: ma si!... non lo riconosci perché ha tagliato i capelli!
Ale: nooooo… ma perchééééééé… ma era così carino… ma che stupido!
Giulia: sembra un pulcino bagnato
Bea: ma quale pulcino… sembra un porcospino.
Ale: ma guarda che…. Ma perché deve far sempre queste stupidate! Una cosa aveva di bello…
Bea: i capelli!
giu: … e lui guarda come si concia!
Bea: che sfigato!... dai tutte in coro… sfigato!!!!
Marti: comunque ragazze…. non vi ho raccontato… questa notte… Filippo..
fede: Ma Filippo quale?
Marti- il fratello di Cassandra!
Ale- … quello figo!
Marti: Eh si proprio lui...
Fede: Eh!… va avanti...
Marti: praticamente… no…  mi ha chiesto di andare al lemon settimana prossima…
Bea- E tu?
Marti- … ero lì che facevo un po’ la scema…
Bea- come al solito…
Marti- come al solito… tua sorella!… poi però siamo stati interrotti...
Bea: scommetto che è stato quel deficiente di tuo fratello!
Marti: si esatto… Sempre in mezzo ... soprattutto quando dovrebbe farsi gli affari suoi
Bea- ma come ha fatto
Marti- eh! ha sgamato il suo cocchio davanti a casa
fede- e quindi?
marti: e allora…  ieri sera è balzato tutto
Ale: che sfigata
Bea: oh! oh raga è arrivato l'uomo della mia vita… non è bellissimo?
Ale- dove?
Bea- là, vicino a Achille, quello riccio… non è carinissimo…
Ale: a me pare un po' troppo effeminato?
Bea: Ma no! cucciolo… non è effeminato!! È coccoloso…
Marti e Bea si mettono a parlottare tra di loro.
Ale: … no… secondo me non è coccoloso… è proprio Gay
Bea- non è vero!
Giulia: su dai Fede diglielo tu
Ale: ma che cosa?!
Fede: Va bene… va bene faccio io! due sera fa… sono andata al fiume a prendere l'acqua… e ho visto… vicino al tempio di Apollo, Achille che limonava duro col suo amichetto dai riccioli d’oro…  
Ale: c'avrei giurato!
Fede: e adesso chi glielo dice a quella la
Giulia: ci penso io … tanto a me mi odia da sempre..
La bea si affianca disperata.
Bea: NOOOOOOO… Ragazze. Ragazze noooo..... che sfiga....
Giulia. Cosa è successo
Marti: beh guarda… praticamente è crepato!
Giulia: massì… tanto era frocio..
Fede: Marti, marti..... Guarda anche Filippo si sta facendo ammazzare
Martina: No, No... Filippo… scappa… vieni qui da me! Ti difendo io! noi ci dobbiamo amare, non morire, ho già comprato un peplo nuovo per la festa di sabato
Fede: quello corto… un po’ aperto… con tutte le pieghine davanti … come Miley…
Marti… certo! mi è costato tutta la paghetta, Fili! resisti, ti salvo io!!
La Martina si spoglia e canta wrecking ball remixata

Alice… interessante… non avevo mai sentito pregare in questo modo



OGNUNO

G. Lasciamo la tragedia greca… e passiamo qui da noi, in Europa.
A. … e saltiamo il teatro latino così …
G. … si… non c’è problema… tanto la tragedia latina ricalca quella greca… e la commedia ricalca i cinepanettoni… quindi andiamo direttamente al medioevo…
Dunque… devi sapere che in Germania c’è una città… una piccola città, che si chiama Schwabishalle
dove ogni anno arrivano migliaia di persone per assistere alla messa in scena della tragedia di ognuno… si tratta di un’opera risalente al medioevo… tuttavia… forse può dire ancora qualcosa anche a noi…
(Entrano le ragazze, truzzeggiando.)
  • A: Ohi raga… Stase? Dove si fa serata?
  • B: O Malibù o Messicano…
  • C: Oppure serata scialla al Duhb…
  • A: No dai, facciamo al Buco, stasera c’è il Lemon Party e ci saranno anche dei miei amici…
  • B: Sì, andiamo al Buco! All’ultima festa Genoveffa si è limonata quel cesso di Gianfrancesco!
  • C: E’ vero! Poi al Crudo, Willy si è tolto la maglietta, ciè… Troppo ficooo!
  • B: Dai, ci sta. Come ci andiamo?
  • C: Ragazze, chiamiamo Ruben e Leopoldo, che tanto quelli sono così morti di figa che un passaggio ce lo danno sicuro…
  • A: Hai troppo raggggione! (Entra la morte).
  • M: scusate… mi dispiace se disturbo… non vorrei rovinarvi la serata… ma tu, stasera, non puoi andare… serata pacco, devi venire con me
  • Costanza: no, scusa… ma tu che sei? (alle amiche - Ma avete visto com’è vestita?) guarda… mi dispiace ma mi sono appena messa d’accordo con loro… magari un’altra volta… ma stasera, proprio non esiste… Poi, scusa… io non ti conosco neanche… cioè… tu chi saresti?
  • M: io sono colei che avanza e falcia
  • Cost. tipo?
  • Amica. Ma scusa… tu non sei la cugina del Mattia… quella che ascolta solo i Metallica?
  • M… no… mi dispiace… non conosco né Mattia né sua cugina
  • Cost. ma allora chi cazzo sei?
  • M. Io sono la mooorte!
  • Cost: … miii… che paura… (ridono) scusa… si può sapere che cosa vuoi da noi?
  • M: non da voi… da te! è per te che è giunta per te l’ora (mostra la clessidra vuota)
  • Costanza: no, dai, balza. Stasera sono già d’accordo con loro… non posso paccarle
  • M: non sono io che decido…
  • Costanza: dai basta… te l’ho già detto… stasera proprio non esiste… e poi io sono troppo giovane… c’è in giro un casino di gente… anche vecchi… devi proprio venire a mettermi nei casini a me?
  • M: … va bene… ti do una possibilità…, tu mi trovi qualcun altro… uno dei tuoi amici… che venga con me stasera, e io per ora ti lascio in pace… libera di divertirti
  • Costanza: dai! ci sta, non c’è problema…
  • Costanza: ei bella, allora… come va?
  • Amico1: oi eccola, tutto a posto. Tu?
  • Costanza: solito… cioè, quasi… c’è una… l’ho incontrata poco fa… una rottura… vuole che stasera vado con lei, ma io non c’ho voglia… 
  • A1. Va be… mollala, dai, che problemi ti fai?
  • C. ma no… perché insiste… vuole che qualcuno vada con lei… ma io esco già con la Ale e la Sara… voi cosa fate stasera?
  • A1. No niente di speciale
  • C. allora dai… fammi il favore… tu sei un’amica… dai, siamo anche state in vacanza insieme… in Sardegna…
  • Amico1: … miii, se ci siamo divertire… che sbronze!
  • Costanza: … dai allora… puoi farmi questo favore?
  • Amico1: certo, per te tutto … ma questa amica com’è?
  • Costanza: no, non male, è un po’ dark, ma ci sta
  • Amico1: come si chiama? che magari la conosco
  • Costanza: ma, si… ne hai sentito parlare sicuro… è quella (la indica)
  • Amico1: cosa? ma quella è la morte!
  • Costanza: … si lo so… ma è solo per stasera…
  • Amico1: ah no scusa, stasera proprio non posso…
  • C. ma perché?
  • A1. … mi è venuto in mente ora… devo accompagnare mia nonna al cinema… vuole vedere l’ultimo film dei puffi… a lei piacciono i puffi… scusa ma adesso devo proprio andare, anzi… sono già in ritardo (scappa)
  • C. begli amici… con tutte le sigarette che le ho alzato...  Che ti venisse la polmonite!

  • Costanza: meno male che c’è la Giudy… lei si che è un’amica… oh Giudy, ciao… come butta…
  • Amico2: si… tutto bene, tu?
  • c. bene anch’io… c’ho solo un piccolo casino con una…
  • a2. … che casino?
  • Costanza: guarda… lo dico a te che sei un’amica… c’è questa tipa in città, è una nuova, non sa con chi uscire… è venuta da me, ma io esco già con la Ale e la Sara… non so a chi mollarla… tu potresti farla uscire con te stasera?
  • Amico2: ma si certo, nessun problema… poi se è simpatica la aggiungo anche su fb… (ridono) dov’è che sta?
  • Costanza: guarda là… è quella
  • Amico2: oh… mio… dio! Mamma che mal di testa… è terribile, sempre così quando vado a far shopping con mia mamma… no scusa ma stasera non ci penso proprio a uscire… Ci si vede!... forse…
  • Costanza: ma no, dai, per… per un favore che ti chiedo… per una volta… bastardi!… altro che amici…
  • M. eccomi qua… e allora? Chi è che viene al tuo posto?
  • Costanza: ma non so… dovevo ancora vedere uno…
  • M: se sei sicura che questo che devi ancora vedere accetta… possiamo aspettare ancora un po’… ma se non sei più che sicura che accetta… dobbiamo proprio andare
  • Costanza: … ho capito… anche se io non sono ancora veramente pronta
  • M: lo so… raramente mi è capitato di trovare qualcuno che si sentisse pronto… e che venisse senza fare storie… ma l’ora è arrivata… non c’è più tempo… andiamo…
(canzone iamme iamme… funiculi funiculà )
NEL MONDO DI SHAKESPEARE

G. … e ora è giunto il momento di entrare nel mondo di Shakespeare…
A. che bello!... non ho mai visto uno spettacolo di Shakespeare, ma mi hanno detto che le sue opere riscuotano un grande successo anche ai giorni nostri…
G. Certamente! Le sue sono tra le storie più famose e più rappresentate del teatro di tutti i tempi
A e quale vediamo, questa sera?
G. Cominciamo con la tragica storia di Giulietta… e del suo Romeo...

GIULIETTA E ROMEO

Giu – (al balcone, ispirata) – O Romeo, Romeo… ma perché sei tu Romeo… rinnega tuo padre, rinuncia al tuo nome… o se non vuoi farlo, giura che mi ami… e io non sarò più una Capuleti…
(Romeo entra con la chitarra, si sistema, prova un accordo… deve accordare… accorda…)
Giu – Ma non potevi accordarla di là?
R. … eh no! il prof non vuole che nessuno faccia rumore dietro le quinte… un momento… è subito pronta…
Giu - … allora, comincia o no sta serenata!
R. Pronti! (canta)
Giu. Oh, dolce voce… è Romeo… ma chi sei tu che protetto dalle tenebre sorprendi i segreti miei…
R. Il mio nomeeeee…
porca vacca, non me la ricordo più… Marco(?)! Marcoooo… non mi ricordo più la battuta… portami il copione… (entra Marco… col vestito per un’altra scena)… dai cerca di non farti vedere…
M. ma come faccio a non farmi vedere!... non posso mica diventare trasparente!
R. mettiti qui dietro a me, e suggerisci!
Giu. Bella questa scena… sembra preparata!
R. Com’è la battuta!
M. … parla! parla angelo mio… come sei bella in questa notte.
R. (ispirato) parla… parla angelo mio… come sei bella… in questa notte… (a M) Va avanti!
M. tu mi sovrasti come un alato messaggero celeste
R. cosaaa!?
M. Oh… c’è scritto qua…
R. fa vedere!
M. guarda! tu mi sovrasti come un alato messaggero celeste che cavalca le pigre nuvole…
R. ma che roba è?
M. è Shakespeare… cosa vuoi che sia!
R. No, no… ma io questa roba non la dico!
M. ma perché no!
Giu. Non ha letto neanche la parte… lui è un grande attore… lui improvvisa!
M. te la dico piano… tu devi ripetere ispirato…
R. ma cosa vuol dire ispirato…
M. vuol dire come recitava Vittorio Gassman…
R. cioè?
M. la vispa Teresa, Avea tra l’erbetta… A volo sorpresa gentil farfalletta
R. … ah, si!? perché secondo te Shakespeare si recita così?
M. ma certo!
R. … ma anche no! e poi io quella frase non la dico… cos’è “un alato messaggero celeste”
M… eh! Cos’è un alato messaggero celeste?... è un messaggero… cioè… uno che porta i messaggi… una specie di postino… alato… cioè con le ali… un postino con le ali!
R. e magari è celeste perché ha un vestito celeste…
M… eh non può avere un vestito celeste!?
R. (ispirato) O postino con le ali e il vestito celeste!
Giu. Oh! Sfigati! L’alato messaggero celeste è un angelo!
R. … cioè… tu saresti un angelo!?
M. e poi ci dice sfigati a noi! (ridono)
R. no dai… non perdiamo tempo… improvvisiamo… diciamo delle cose normali…
M. OK… facciamo come nel Cirano… io ti suggerisco e tu le parli
R. (al pubblico) anche se, se la tira un casino, non dovete credere che ha visto il Cirano… ha visto solo il film di Aldo Giovanni e Giacomo dove c’è la scena che lui suggerisce e quell’altro parla
M. Ma sai che sei un bastardo! Non studi la scena… non hai neanche letto quello che dovevi dire… ti rifiuti di dire quello che ha scritto Shakespeare… mi chiedi aiuto e poi mi pigli per il culo davanti al pubblico! Sei un bastardo. Punto!
R. … no dai… fratello, scherzavo…
M. sempre scherzavo… va be’ dai… dille… non so… “se i tuoi occhi fossero stelle, il loro splendore farebbe scomparire le altre stelle”…
R. Lo fai apposta!
M. ma cosa!
R. ma quando a una ragazza le dici che ha dei begli occhi… vuol dire che è un cesso!
M. ma non è vero!
R. hai ragione! Quando le devi dire che è un cesso, le devi dire che ha dei bei capelli… anzi no… che è simpatica! Dai… fatti venire in mente qualcosa!
M. Ce l’ho… ce l’ho! Ripeti… ma così, spontaneo… senza pensare! OK?
R. Pronto
M. “Non ti andrebbe di fare una cosa a tre, io, tu e il mio amico Marco?”
R. Giulietta… Non ti andrebbe… di fare una cosa a tre… col mio amico Marco?
Ma sei scemo!?... ma cosa mi fai dire… la storia d’amore più bella di tutti i tempi… e tu “ti andrebbe di fare una cosa a tre!”… adesso quella si incazza… e c’ha pure ragione!
M. Ma no che non si incazza… aspetta… senti cosa dice…
Giu. Dico che non mi va… Almeno le prime volte facciamo una cosa normale! Poi se mai vedremo… ma per il momento… “IL TRIANGOLO NO…”


AMLETO

G. Con Giulietta e Romeo non è andata tanto bene…
A. …speriamo vada meglio con l’Amleto…
G. … non son sicuro… purtroppo non hanno avuto il tempo sufficiente per prepararsi e per studiare la parte… Ho qui io i fogli con la loro parte…
(… scambio di fogli e delle parti…)
Amleto recita la parte di Ofelia – (Monica Ratti)
Ofelia fa la parte di Amleto (Apuzzo)

Monica: Essere o non essere: questo è il problema
(Si rendono conto dell’errore- Apuzzo passa il teschio a Monica)
Apuzzo: io me lo sentivo che sbagliavamo!
Monica: … è più nobile subire i colpi e gli insulti dell'oltraggiosa fortuna o prender le armi contro un mare di guai ?
Morire… dormire... nient'altro; e con il sonno porre fine ai dolori del cuore e alle mille offese;
Apu: dormire si… morire, magari è meglio se aspettiamo un momento…
MONI. morire … dormire! Dormire… sognare forse… ma qui c’è il problema!
Apu. Ma no… che problema c’è, a dormire… al massimo non pigli pesci…
Moni. Il problema sono i sogni… quali sogni potranno venire quando noi non abbiamo risolto i nostri problemi?
Apu. Vabbè… i sogni son sogni… poi ti svegli…
Moni. … chi sopporterebbe gl'insulti del mondo… le ingiustizie degli oppressori… l'insolenza dei potenti, quando egli stesso potrebbe trovare la quiete con un semplice pugnale?
Apu… nessuno, certo!
Moni. Così la coscienza ci fa tutti vili... Ecco, giunge la vaga Ofelia!
Apu. Cioè… io che sono qui dall’inizio della scna… arrivo adesso?
Moni. Certo! O Ninfa… nelle tue preghiere siano ricordati tutti i miei peccati.
Apu: Mio buon signore come è la vostra salute in questi giorni?
Moni: bene. grazie! … sto bene!
Apu: Mio signore io ho alcuni vostri ricordi che desidero restituirvi; vi prego riprendeteli!
Moni: ma no… lascia stare... non fa niente
Apu: Mio onorato signore voi sapete benissimo che me li avete dati; e con essi parole  così dolci che resero questi oggetti più preziosi; perduto il loro profumo divengon poveri quando i donatori si mostrano crudeli. Ecco mio signore prendete.
Moni: ride sarcastico Ah ah!
Apu: Che vuol dire Vostra Signoria?
Moni: Io vi amavo una volta.
Apu: Infatti mio signore voi me lo faceste credere.
Moni: Non avreste dovuto credermi … io non v'amavo.
Apu: dunque voi mi avete ingannata!
Moni: Ofelia! Vattene in convento… perché vorresti esser generatrice di peccatori?
Io stesso potrei accusarmi di cose tali che sarebbe meglio che mia madre non m'avesse partorito.
Che ci sta a fare la gente come me a strisciare fra il cielo e la terra?
Apu. Se tu cominciassi a rompere un po’ meno, sarebbe già un passo avanti…
Moni. Vai! Vai per la tua strada… va in un convento. Va!
Apu: Io devo andare in convento?...
Moni. Si va in un convento. Va!
Apu. Mi spiace… non ho la vocazione…
Moni: anche se sarai casta come il ghiaccio… pura come la neve tu non sfuggirai alla calunnia. Dammi retta! Va in convento, va! O se vuoi per forza maritarti… sposa uno sciocco.
Apu: ma perché?
Moni: perché voi vi truccate!
Apu. Ma cosa c’entra!
Moni. Dio v'ha dato una faccia e voi ve ne fate un'altra; voi vorreste far passare per ignoranza la vostra lascivia. Nessuno mai… dovrebbe sposarsi! Va in convento, va'. (esce)
Apu: Ma questa è fuori di testa! Ma fuori di testa alla grande!
Ed io sono la più afflitta e infelice delle donne… io che succhiai il miele delle sue dolci promesse ora vedo la sua amata persona annichilita dalla follia; oh misera me che ho visto quel che ho visto che vedo quello che vedo!... vabbè andrò a suicidarmi… tanto… come ha detto Monica Vitti
"Che bello fare l'attrice, ti prendi la storia che vuoi, i personaggi che vuoi,
Ti fai amare, ti fai lasciare… ti puoi far baciare…
puoi nascere e morire mille volte, puoi ridere e piangere tutta la sera…
e poi… alla fine dello spettacolo… te ne torni a casa tua. Bello no!?"

A. si dev’esser bello… anche se alle volte, quando ci sono dei personaggi terribili… dev’essere piuttosto stressante recitare
G. Certo… adesso ne conosceremo proprio uno di questi personaggi stressanti… la Lady… la moglie di MacBeth



MACBETH

Davide (con 1 busta della spesa) Scusate… non volevo dare fastidio… è mia moglie che… Io la odio quella donna… mi ha detto “aspettami un momento, ché devo prendere una cosa in questo negozio”…
è entrata da mezz’ora e io son qui… in mezzo alla strada… che aspetto…
(entrano 3 zingare, 2 con bambolotti infagottati)
Z1. Signore per piacere dammi moneta… io comprare latte bambino.
D. no guardi… non ho moneta… sto aspettando una persona
Z2. Tu signore buono, aiuta io… poverina
D. Non posso, guardi… le ho già detto sto aspettando una signora
Z3. Dammi mano signore… io leggo mano te… io dico futuro…
D. No scusi… io non credo a queste superstizioni…
Z3. Io non dice superstizioni… io dice futuro…
D. Per favore… scusate… non voglio… lasciatemi stare… devo andare a casa… sto aspettando mia moglie che esce subito… e poi andiamo…
Z3. (come colpita da una visione) Io vedo!
D. Scusi… non mi interessa…
Z1+Z2. Stai zitto e ascolta!
Z3. Io vedo una luce… nella luce un trono… sul trono, tu con corona!
Salve MacBeth!... salute a te, signore di Glamis…
Z2. Salve MacBeth!... salute a te, signore di Cawdor…
Z1. Salve MacBeth!... salute a te, che un giorno sarai chiamato re!…
(arriva la moglie con busta della spesa) Z3. Salve a te, lady MacBeth che un giorno sarai regina!
D. Scusate… ci deve essere un equivoco! Io non mi chiamo MacBeth… io mi chiamo Davide… Davide Rossi… sono italiano e in Italia c’è la repubblica… non la monarchia… da quasi 70 anni… quindi direi che la vostra profezia non ha proprio nessuna possibilità…
Z2+Z3+Z1. Salve MacBeth!... salute a te, che un giorno sarai chiamato re!… Salve a te, lady MacBeth che un giorno sarai regina!
La Lady. Ma grazie!... ma siete proprio gentili… aspettate che… (Tira fuori dei soldi e glieli dà)… ecco, questi sono per voi!
Z2+Z3+Z1. Grazie regina, grazie regina!
D. … ma sei scema!? Ma dai via i soldi in questo modo? Ma io per guadagnare i soldi vado a lavorare… non vado mica a rubare!
LL. Ma non hai sentito cosa hanno detto!
D. Ma quelle sono tutte balle… ma vuoi dar ascolto a quelle! Ma tu sei fuori di testa!
LL. … (ispirata) MacBeth… tu sarai re e io sarò regina!
D. Ma re di cosa! Qui siamo in Italia… cosa vuoi che io diventi re di cosa!
LL. … ma di un posto dove c’è la monarchia… ragiona!
D. Ah! Io devo ragionare…
LL. Eh, certo!
D. … e dove sarebbe questo posto dove c’è la monarchia’
LL. mmm… potrebbe essere l’Olanda… o il Belgio… oppure… sai cosa mi piacerebbe…
D. … no, scusa non riesco a immaginare… vediamo… cosa ti potrebbe interessare… la Cambogia?
LL. Come sei stupido…
D. Allora avanti… dimmelo tu! Di cosa ti piacerebbe essere regina?
LL. … … … Inghilterra!
D. Tu! Tu vorresti essere regina d’Inghilterra!
LL. Perché? Cos’ho che non va?
D. Che sei scema… ma completamente… fino al midollo! Ma come puoi pensare di diventare regina d’Inghilterra!
LL. Basta che tu ammazzi l’Elisabetta… fai un colpo di stato… e ti piazzi sul trono!... non mi sembra difficile… no?!
D. Certo… dov’è il problema?... e scusa come la ammazzo l’Elisabetta
LL. … devi tagliarle la testa
D. certo… potrei… ma quando?...
LL. domani sera!
D. … ma che stupido che non c’avevo pensato!... e dove?
LL. a casa nostra!
D. perché domani sera la regina Elisabetta viene a casa nostra… magari a cena…
LL. basta invitarla!... e l’indomani ella non vedrà il sole! Nell’attesa, mio signore… abbiate il "benvenuto" nell'occhio… nella mano… e sulla lingua;
prendete l'apparenza del fiore innocente ma siate la serpe che sta sotto.
D. … siamo su scherzi a parte?
LL. Domani dovremo occuparci di colei che arriva! Prepariamo i pugnali…
D. ma i pugnali per cosa!
LL. … devi tagliarle la testa!
D. Ma io non sarei capace di tagliare la testa a un pollo, figurati se posso tagliarla a una persona!
LL. … devi tagliarle la testa… io guiderò la tua mano
D. Ma io sono un pacifista… un democratico… un non violento! Io non taglio proprio niente a nessuno!
LL. … devi tagliarle la testa!
D. Basta! Basta! … finiscila con queste stupidate! Andiamo a casa, avanti!
LL. (butta la busta della spesa in terra) no mai! Tu sei un codardo!
Io ho bisogno di un vero uomo, accanto a me!
Io ho bisogno di un uomo che mi capisca! Io me ne vado! Vado dal conte Dracula! (va)
D. (alza le braccia al cielo) Grazie, grazie, grazie Dio!
Sono libero… sono libero… sono libero (esce saltando)

G. Vedi Alice… ormai non sono più tempi di tragedia… i re, i principi non si ammazzano più tra di loro… e le loro storie non interessano più neanche tanto… oggi la gente guarda i reality… x factor… i giovani credono che Eduardo de Filippo sia il fratello della De Filippi…
A. Mio Dio che tristezza… non mi parlare di queste cose… non ci sarebbe una bella storia d’amore?
G. Abbiamo la storia di Desdemona e di Otello… il moro di Venezia…
A. È una bella storia d’amore?
G. Si… per un po’ si… poi sai come vanno a finire queste storie… la gelosia…
Devi sapere che all’inizio la storia non era ambientata a Venezia, ma a Napoli e si intitolava… “Desdè… caccia ‘o fazzulette ka t’aggie regalato”… noi abbiamo recuperato la prima stesura originale… la vuoi vedere?
A. Ma certamente!
G. E allora vieni, Desdemona (entra)


OTELLO

Entra Otello.
O. Desdemona, signora… vi prego… venite qui vicino a me…
D. Signore mio… cosa desiderate?...
O. Guardatela, signori… la sua pelle è più bianca della neve… la sua pelle è più liscia dell’alabastro…
Eppure deve morire.
D. Eh! Otello tutti dobbiamo morire
O. No! tu devi morire ora!
D. E perché?
O. Giura che sei onesta!
D. e certo che sono onesta!... ma tu che vai cercando?
O. Confessa! Quale peccato hai commesso!
D. Otello… ma ti senti bene? Ti vuoi spiegare? Mi vuoi dire che è successo?
O. Io ti donai un fazzoletto ricamato, e tu lo hai dato in pegno d’amore al tuo amante!
D. Ma quando mai!
O. E allora dimmi dov’è ora il fazzoletto
D. Te l’ho già detto… l’ho perso!... mi dev’essere caduto… non lo trovo più… va bene! Eh… quante tragedie per un fazzoletto!
O. Io, io… devo spegnere la sua luce!
D. Vuoi spegnere la luce? E soffia la candela e falla finita!
O. Io devo coglierla… come si coglie una rosa… ma cogliendola, farla morire! Ucciderla e amarla…
D. Non ti rispondo nemmeno!
O. Oh… dolcezza fatale! Io piangerò… io piangerò calde lacrime crudeli.
D. Otello… ma lo sai che si pesante!
O. Signora!
D. Ma quale signora! ora mi hai proprio scocciato… Otello ricordati una cosa… io sono terrona… e va bene… ma tu sei extracomunitario… e se non la finisci subito… sai cosa ti faccio io ora? Prendo il tuo permesso di soggiorno e lo faccio a pezzettini! a pezzettini lo faccio! E tu te ne torni al paese tuo! Hai capito o no! (esce)
O. no! no il permesso no! io a quella l’ammazzo (l’insegue)



FAUST

Guida. Vieni Alice… Lasciamo il mondo di Shakespeare… sarà meglio… anche se non so bene dove stiamo andando… se nel passato o nel futuro… forse questa storia è successa nel medio evo… forse succederà di nuovo tra non molto…
A. chi è quel vecchio signore che sta venendo avanti?
G. è Faust… un uomo che ha dedicato tutta la vita allo studio e all’insegnamento…
A. e cosa insegnava?
G. la filosofia, la teologia e tutte le scienze… ma non devi dire insegnava; egli insegna ancora…
A. ma se avrà novant’anni
G. non esagerare… ne ha solo 86
A. e non è ancora andato in pensione?
G. ti ho detto che questa storia riguarda un futuro non troppo lontano… tu sai che la ministra Fornero ha spostato l’età del pensionamento a 67 anni
A. certo… lo ha fatto per impedire che gli sfaticati che hanno lavorato solo 40 anni passino il resto della loro vita a casa loro, senza far niente e mantenuti dallo stato!
G. brava è esattamente così… quello che non sai, è che da allora, ogni DUE anni, si fa una riforma delle pensioni che sposta in avanti l’età pensionabile di TRE anni…
A. ogni DUE la sposta in avanti di TRE?
G esatto! - A. ma in questo modo nessuno andrà mai più in pensione! - G. esattoooooooooo!
F. (Con in mano un pugnale)
F. eccomi qua, povero vecchio… una vita passata a studiare… una vita passata a insegnare, a sopportare quei mostri orrendi dei miei allievi… mostri, streghe, zombi, vampiri… mostri figli di mostri e di streghe! tutti da me sono finiti!... e poi, correggere verifiche… e leggere circolari… e fare corsi di aggiornamento… educazione alla salute… e corsi sulla sicurezza, e la privacy, e i nuovi strumenti informatici… Basta! Non ne posso più… meglio morire!
P&P. … ma no! che dici… ma pensa a tutti i mesi e mesi di vacanze che hai fatto ogni anno!
            Ogni anno, mesi e mesi / E lo stipendio! / Milioni e milioni!
F. ma voi chi siete?
P&P. noi siamo Mefi e Stofele /Insieme facciamo Mefistofele… portavoce ufficiale di Satana
F. no ragazzi, guardate… a me i film dell’orrore non mi sono mai piaciuti…
P&P. ma questo non è un film… qui siamo nella realtà… qui siamo a teatro!
F. no, basta… ormai è finita, voglio solo morire
P&P. ascolta noi possiamo fare molto per te… chiedi!
            Si, chiedi… per te, noi possiamo fare molto!
F. potreste forse rendermi la giovinezza!
P&P. Sicuro che possiamo… possiamo sicuramente!
F. potreste forse restituirmi la vita che non ho vissuto?
P&P. Sicuro che possiamo… possiamo sicuramente!
F. potreste forse restituirmi la bellezza e il fascino
P&P… ora non esagerare… non esagerare ora… comunque si… Sicuro che possiamo… possiamo sicuramente!
F. e allora avanti… fatemi vedere!
P&P. un momento… prima il contrattino… /il contrattino prima è da firmare!
F. che contrattino
P&P. … ma niente… noi ti diamo vent’anni di giovinezza, la bellezza, il fascino… in questi 20 anni accontenteremo ogni tuo desiderio, e alla fine, tu ci regali una cosa da niente, la tua anima
F. e magari dovrò passare l’eternità all’inferno… vero
P&P. perfettamente!
F. possiamo evitare di prenderci in giro? non esiste Dio… figurati se esiste l’anima… il paradiso… l’inferno! quante stupidate!
P&P. esatto! tanto meglio per te… tu avrai tutto / E noi non avremo niente!
            Su Faust… metti la firmettina! (F tira fuori la Bic)
P&P No, noi siamo all’antica… niente penna bic… noi solo penna d’oca e sangue /
            sangue e penna d’ochetta, per la tua firmetta!
F. non incominciamo con le stupidaggini… volete la firma… io firmo con la mia penna…
Se vi va bene, bene! Se no la faccio finita subito… e non se ne fa niente!
(P&P gli danno la pergamena) … ma che cos’è questo schifo! … è pelle di pecora?!... non potevate prendere un foglio di carta normale?
P&P. te l’abbiamo detto… noi siamo all’antica
F. e allora, aggiornatevi (firma) ecco fatto… e ora fatemi vedere cosa sapete fare!
(magia – F. si sente trasformare in giovane) … ma quanti anni ho?...
P&P. 19… sei in 5^ A e devi prepararti alla maturità… /alla maturità ti devi preparare!
F. effettivamente mi sento un po’ strano…
P&P. … avanti, parla… è il momento dei desideri… cosa possiamo fare per te?
            Vuoi 10 in matematica? 10 in fisica? 10 in latino… 10 in tutte le materie?
F. ma che mi frega delle materie!
P&P. e allora cosa vuoi?
F. (canta Margherita di Cocciante… e intanto Margherita entra in scena con una amica, chiacchierando, ‘danzando?’)
P&P. ma Marghe? Rita? Margherita chi?
F. Quella!
P&P. … ma quella è di seconda… ha 16 anni…
F. niente Margherita… niente anima!
P&P. che vecchio porco pedofilo! Avanti facciamo la magia…
M. … Paola… hai visto quel ragazzo…
P. si… è quello di 5^ A… si chiama Faust, come suo nonno
M. è strano… fino a ieri mi sembrava uno sfigato… oggi, invece…
P. si, è strano… sembra cambiato…
M. (al pubblico)… io proporrei di saltare tutta la scena che lui si avvicina e mi dice…
F. “signorina bella, posso accompagnarla a casa?”
M. , e io faccio finta di essere offesa e rispondo “non sono né signorina né bella e a casa so andarci da sola”…
P. Si, facciamo che c’è un suo amico che vi ha presentati… e questa sera andate alle Rotonde con i suoi amici…
M. Si, lui ha la macchina…
P. Che macchina ha?
M. la Lancia Thema…
P. miiiii che macchina da vecchio!
M. certo che è da vecchio… gliel’ha regalata suo nonno…
P. e chi è suo nonno?
M. è il prof Faust… comunque la macchina sarà anche da vecchio, ma dietro si sta così comodi, anche in 2…
P. … ma come non siete ancora usciti e avete già…
M. ma certo… qui siamo a teatro… il tempo passa in un modo strano… dev’essere la relatività di Einstein…
P. e come è stato?...
M. … una cosa… mitico… non te lo puoi neanche immaginare…
Postino. Telegramma… telegramma per Margherita…
M (prende e apre) Complimenti signorina!… siamo lieti di annunciarle che grazie alla serata di ieri, la signoria vostra è incinta. Tra 9 mesi lei e il signorino Faust riceverete in regalo un magnifico neonato!
P&P accidenti, la ragazza è rimasta incinta – la ragazza è rimasta incinta, accidenti
F. ma cosa avete fatto! Io volevo Margherita… non volevo diventare padre! Avanti, cercate di rimediare questo pasticcio!
P&P. Ci pensiamo noi… (vanno da M)… Ciao Margherita/Margherita… Ciao! Cos’è quel foglio che hai in mano…
M. è un telegramma…
P&P. e cosa dice questo telegramma? Buone notizie?...
M. molto buone!
P&P. come molto buone? non dice per caso che una studentessa sta aspettando un bambino…
M. esattamente!
P&P. mia cara… la buona notizia è che noi possiamo aiutarti… possiamo fare qualcosa per te?
M. certo… ci sarebbe una cosa che potreste fare per me…
P&P. Parla… ti interessa una clinica discreta… senza far sapere niente a tua mamma?... noi possiamo fare tutto quello che vuoi…
M. e allora fate in modo che quelli di MTV mi inseriscano nella trasmissione 16 anni e incinta!
P&P. 16 anni e incinta?
M. certo!... se fossi una campionessa di ginnastica vorrei andare a Ginnaste… ma siccome in palestra sono una foca… anche 16 anni e incinta va bene… così diventerò famosa… potrò fare le pubblicità… le serate… potrò cantare… diventerò una star!
P&P. ma tu sai cantare?
M. per favore, fate partire la base (canta)
P&P. bene… non male… se questo è quello che vuoi…noi potremmo farti avere tutto questo, basta firmare un contrattino…
M. … ma certo! Io lo firmo anche con la penna d’oca e il sangue… se serve!
P&P. e allora andiamo! - F. … e io?...
P&P. tu hai firmato con la biro… la tua firmetta non vale niente… addio!
F. dovevo farla finita subito… altro che ascoltare le balle di Mefistofele… dove ho messo il pugnale… dove l’ho messo, accidenti!



DON GIOVANNI

Molière (scena don Giovanni  e il mendicante) Giorgis- Niccolò e Klei
DG. Sganarello chiedi a quell’uomo dov’è la strada per andare a Vigevano.
S. … Scusi… per andare a Vigevano?.
P. al pubblico) sarà deficiente uno solo o tutti e 2?
signori… basta uscire dal teatro… siete a Vigevano; ma state attenti, che c’è in giro certa gente…
DG. Grazie di cuore
P. Prego, di niente… però se voleste qualcosa per mangiare…
DG. Ah ! ah ! … I tuoi consigli hanno un prezzo, dunque!
P. Io non sono che un pover’uomo… vivo nascosto in questo teatro da più di 10 anni… datemi una moneta e non mancherò di pregare il Cielo perché vi dia ogni sorta di bene
DG. Pregalo piuttosto di farti avere un vestito nuovo… e non ti preoccupare degli affari degli altri
S. Signori Don Giovanni, il più grande bastardo di tutti i tempi!… e voi, gentile mendicante… non vi offendete… il signore è professore di aritmetica…e crede solo che 2+2 fa 4 e 4+4 fa 8
DG. E cosa fai tutto il giorno, qui, tra in teatro…
P. prego il Cielo per la prosperità delle persone per bene che mi danno un po’ di elemosina…
DG. E dunque, dovresti passartela molto bene…
S. … e continua, il Bastardo!
P. No, signore… io sono l’uomo più misero del mondo
DG. Ma come… mi prendi in giro… un uomo che prega tutto il giorno… dovresti passartela benissimo!
P. Signore, vi assicuro che il più delle volte, non ho nemmeno un pezzo di pane da mettere sotto i denti…
DG. Ma che stranezza… tutto il bene che fai, è veramente mal ricompensato…
S. Bastardo dentro!
DG. … ascolta… potrei darti un Luigi d’oro… (è come 2000 euro… così potresti metterti un po’ a posto…
P. Grazie 1000 signore…
DG. Ecco (mostra la moneta) ma… ma…
S. … eccolo!
DG. Io ti do questo Luigi d’oro… ma tu devi farmi sentire una bella bestemmia!
P. ma signore… ma come… ma voi vorreste che io commettessi un tal peccato?
DG. Vuoi la moneta?... eccola… guarda… basta che tu dica una bella bestemmia… quella che vuoi tu…
P. ma signore!
DG. Niente bestemmia, niente moneta
S. Bastardo dentro… e fuori! (al mendicante)... su sforzati un pochino… di questa bestemmia… anche una piccola… che ti frega… sono signori, si divertono così…
P. no, signore… preferisco morire di fame…
Regina di cuori… sono più di trecento anni che a questo punto… come ha scritto Molière… il bastardo… che si crede così affascinante…
DG. Io sono affascinante… bastardo quanto volete, ma assolutamente affascinante…
Reg.  Zitto… che ti faccio tagliare la testa!... stavo dicendo… sono più di trecento anni che a questo punto Don Giovanni lancia la moneta e dice…
DG. … prendi… non te la do per amor del Cielo… ma per amore dell’umanità…
Reg. Ma a noi questo finale non ci piace… c’è qualcosa che non ci convince… e quindi abbiamo deciso di cambiarlo… Molière e i suoi fan ci perdoneranno…

DG. Niente bestemmia, niente moneta
S. ... su sforzati un pochino… di questa bestemmia… anche una piccola… che ti frega… sono signori, si divertono così…
P. no, signore… preferisco morire di fame… tu sei un servo… sei abituato a umiliarti davanti al tuo padrone… ma io non sono come te… io sono un uomo libero… posso campare mangiando radici e semi… io ho la mia dignità e non la butto via neanche per un Luigi d’oro… e quindi, caro Don Giovani, la tua moneta… ficcatela… in un orecchio e vattene all’inferno te e il tuo servo, ché io non ho bisogno di nulla… bastardo (esce)



LA LOCANDIERA

Guida. A questo punto, non potevamo dimenticare Goldoni…
Un genio inconsapevole… nelle sue memorie dedica decine di pagine a descrivere certe sue opere… a suo dire meravigliose, che però tutti hanno dimenticato e nessuno mette più in scena… mentre invece, per uno dei suoi capolavori… che le nostre professoresse ci fanno ancora studiare… scrive solo una mezza paginetta...

Goldoni. Dovevo lavorare per il teatro di Sant’Angelo sino alla fine del 1752.
La signora Medebac era sempre ammalata… rideva e piangeva nello stesso tempo… faceva smorfie… sembrava Jim Carrey. Le persone della famiglia fecero venire persino un esorcista.
Vedendo che la prima attrice non era in grado di andare in scena, e che l’attrice giovane, alla quale è riservato il ruolo di amorosa timida e inesperta, era visibilmente incinta (… cioè teneva na panza tanta), per l’apertura del carnevale, scrissi una commedia per la servetta, che era l’unica in grado di lavorare. Aprimmo dunque con la locandiera.
Mirandolina, la locandiera, con la sua grazia, anche senza volerlo, conquista il cuore di tutti quelli che alloggiano da lei. Tra gli ospiti, ci sono anche tre stranieri. Di questi due sono innamorati della bella locandiera… uno, il cavaliere di Ripafratta, invece la tratta con rudezza.
Lei comincia ad adularlo facendogli credere di condividere il suo disprezzo per le donne.
Con questa furberia ella conquista la stima del cavaliere. Lei approfitta, e raddoppia le sue attenzioni per lui. L’uomo rude, allora diventa amico della donna che egli considera straordinaria… per farla breve, se ne innamora.
Mirandolina è al colmo della gioia, ma la sua vendetta non è ancora completa… comincia a farlo disperare e finisce con lo sposare, sotto gli occhi del cavaliere, il domestico della locanda.
Il successo di questa commedia fu così brillante, che essa fu considerata pari, se non superiore a tutte quelle di quel genere, che avevo scritto. Non ho capito bene perché…
Ma lo sapete che voi del pubblico siete strani davvero?
Mirandolina, cavaliere, domestico: noi invece!... (escono)



PEER GYNT

… e tutti questi chi sono?
G. ormai siamo quasi ai giorni nostri… questi sono i personaggi del Peer Gynt, sono venuti qui per partecipare al processo di Peer
A. come hai detto che si chiama?
G. Peer Gynt… si dice così… Peer Gynt (se no il prof si incazza)
A. … va bene, va bene… Peer Gynt… e chi sarebbe?
G. E’ un eroe moderno nato dalla fantasia di Ibsen… un autore norvegese…
A. in che senso è un eroe moderno?
G. nel senso che per lui il problema non è più essere o non essere… il suo problema è “essere se stesso o accontentarsi di essere quello che si è?”
A. ma cosa siamo… siamo a teatro o a lezione di filosofia? Lasciami pensare…
“essere se stesso o accontentarsi di essere quello che si è?”… è un po’ quello che è successo a me quando sono caduta nella tana del coniglio, che non sapevo più chi ero io veramente, e neanche com’ero
G. esattamente… ecco che arriva il giudice…
Fonditore. Silenzio in aula! Inizia il processo contro Peer Gynt… colpevole di non aver mai accettato di accontentarsi di essere quello che è.
Chiamiamo a deporre la madre di Peer Gynt… giuri di…
M. (con battipanni, ogni tanto lo mena) Si Giuro, giuro! Giuro che fin da ragazzo ne ha combinate di ogni tipo scappava di casa… andava a dar fastidio alle ragazze per bene… e poi… bugiardo! Ogni parola che diceva c’erano 2 bugie! E rubava anche… io gli davo tutto quello che potevo, ma a lui, non gli bastavano mai… lo conoscevano tutti! in paese… tutti avrebbero voluto prenderlo e riempirlo di botte…
F. Ma lei lo difendeva sempre!
M. Era mio figlio… il mio unico figlio… non era colpa sua… è cresciuto senza padre, sa… quel mascalzone di mio marito, dopo avere sperperato tutto il patrimonio di famiglia, è scappato, io non so nemmeno dove sia finito… e ha lasciato qui me e il ragazzo.
Suo padre buttava denaro al vento… come sabbia… come bolle di sapone…
Io ho fatto quello che ho potuto… gli ho insegnato la bibbia a bastonate… dio solo sa quante gliene ho date! Ci sarebbe voluto SOS TATA… ma noi eravamo poveri… non avevamo neanche la televisione
F. quindi, il ragazzo nel padre ha trovato un degno maestro… guardi… guardi qui la schiera delle ragazze che ha sedotto, con tutte le sue bugie… e poi ha abbandonato!
M. … con le ragazze è stato sempre sfortunato… si innamoravano di lui, ma poi sposavano degli altri!
F. certo… lui non era affidabile… era sempre ubriaco… la sua attività preferita era cercare la rissa con tutti quelli che trovava… dica la verità: quante volte è tornato a casa coi vestiti stracciati e lei ha dovuto rammendarglieli…
M. io glieli ho rammendati sempre… come meglio non si poteva…
F. ha avuto anche il coraggio di andare al matrimonio di Kattrin… una ragazza a cui aveva dato fastidio in passato… per un po’ ha fatto finta che ci provava con la signorina Solvejg… poi quando molti degli invitati erano ubriachi… ha rapito la sposa e l’ha portata in una baita in montagna e lascio immaginare a voi cosa può essere successo, lassù… la signorina Solvejg conferma?
Sol. Io posso dire soltanto che lui fu gentilissimo con me… mi disse tante cose carine… e poi si alzò da tavola e mi disse torno subito… dopo un po’ tutti urlavano e lui dovette scappare…
F. dunque anche lei lo difende… ma senta… lui le aveva detto che tornava subito… ci dica una cosa quando tornò?
Sol. Non è mai tornato
F. … e allora sentiamo lui… il nostro imputato… ci dica signor Peer Gynt… dove è stato in tutti questi anni… cosa ha fatto di così importante che l’ha tenuto lontano da sua madre e dalla signorina Solvejg, alla quale lei aveva sussurrato dolci promesse…
PG. Ho cercato di realizzare me stesso… sono andato in giro per il mondo a cercar fortuna…
F. e l’ha trovata?
PG. A volte… a volte ho avuto fortuna… altre volte ho avuto sfortuna…
F. come per esempio… quando stava per sposare Ingrid, la figlia dei re dei porci?
PG. Certo! Il re mi apprezzava molto… mi aveva affidato importanti imprese e io mi ero sempre fatto onore…
F. al punto che lui aveva deciso di darle in moglie la sua figlia prediletta…
PG. È esatto…
F. … facciamo entrare la signorina Ingrid (Entra Ingrid con maschera di maiale- grugnisce)
... e com’è che lei invece di accettare queste nobilissime nozze… preferì squagliarsela di notte come un ladro… come al solito?
PG. … la figlia dei re dei porci… ma lei la vede quanto è brutta? Sembra una scrofa… Era talmente brutta che volevano cavarmi gli occhi perché io non lo, vedessi quanto era brutta… e soprattutto non volevano io non trovassi la strada per scappare perché anche se mi avessero accecato, la puzza sarebbe stata comunque insopportabile… se la sposi lei quella scrofa, se le piace tanto!
F. signore… la richiamo al rispetto per la corte…
Supponiamo anche che la principessa maiala non fosse un così buon partito… ci spieghi, perché non è tornato a casa
PG. Gliel’ho già detto! Dovevo realizzare me stesso…
F. è per questo che si gettò nelle avventure colonialiste in africa?
PG. E con un certo successo direi…
F. non ci sembra che in Africa la rimpiangano molto… decine di principi e di re assassinati… milioni di uomini ridotti in schiavitù e deportati nelle piantagioni degli Stati Uniti…
PG. Si modestamente sono stato il più grande schiavista della mia epoca…
F. e come mai a un certo punto la ritroviamo ricoverato in un manicomio al Cairo?
PG. È vero… fu un breve periodo, prima che io riuscissi a fuggire anche da lì… furono gli americani… ebbero paura della concorrenza… il loro presidente aveva abolito lo schiavismo, e io con tutti quegli schiavi invenduti cosa ci dovevo fare? Cominciai a farli lavorare… avrei prodotto delle merci… sarei andato sul mercato… gli avrei fatto concorrenza… vi riempite tanto la bocca di parole come “libero mercato”…
L’africa si sarebbe sviluppata e voi oggi qui non avreste il problema delle migrazioni… dei clandestini… degli extra comunitari… ma la storia ha seguito altre strade… e ora sono cavoli vostri
F. Lei non si preoccupi della nostra storia… vada avanti con la sua, di storia…
PG. Anche la mia storia ha seguito altre strade… sono andato in Asia, ho cominciato a commerciare… ho fondato una compagnia… sono diventato così ricco che avrei potuto comperarmi tutta l’Europa e licenziarvi tutti!
F. e dove sono finite tutte queste ricchezze?
PG. In fondo al mare!... stavo tornando a casa con la mia flotta di navi mercantili dove avevo caricato tutte le mie ricchezze… ma qui, vicino alla costa, una tempesta ci ha fatto naufragare tutti!... solo io sono riuscito ad arrivare a nuoto…
F. entri la corte…
Corte.
1) Signor presidente… abbiamo le prove… guardi presidente… guardate tutti… (strappa alcuni pezzi di carta) … questi sono i pensieri che PG avrebbe dovuto pensare… e non ha mai pensato (li butta sul pubblico)
2) queste sono le parole d’amore che avrebbe dovuto dire e non ha mai detto (strappa e butta)
3) queste sono le canzoni d’amore che avrebbe dovuto cantare e non ha mai cantato (strappa e )
PG. Se evitaste di buttare tutta questa roba in terra e di fare questo casino, ché poi quelli del teatro devono pulire…
4) (con un secchio) queste sono le lacrime che avrebbe dovuto piangere e non ha mai pianto… (sta per buttare l’acqua sul pubblico, ma viene fermato dal giudice)
F grazie abbiamo capito lo stesso…
Signor PG… mi pare che le prove a suo carico siano schiaccianti… ormai è chiaro… la sua vita è stata una vita del tutto inutile… spero proprio che la corte la condanni a bruciare per sempre tra le fiamme dell’inferno!
Sol. No signor giudice… la sua vita non è stata inutile! Lui è stato per tutta la vita nel mio cuore… lui ha suscitato il mio amore… l’amore per lui mi ha dato la forza di vivere… senza di lui la MIA vita sarebbe stata inutile… Signor giudice lasci che PG venga da me e io lo possa stringere tra le mie braccia…
PG. Ma per carità… ma questa è scema! … ma chi l’ha mai vista! … ma chi ti conosce! … ma cosa vuoi da me?!
Signor giudice… accetto la sentenza! Vado volentieri all’inferno. Senza rimpianti! E andateci pure voi! (escono tutti)


SALOME’

Salomè (Bianchi Erode + Veronica Erodiade + Locatelli Salomè)
Entrano le odalische danzando
Alice… ma che posto strano… dove siamo finiti?
Guida: ... siamo nell’antica Giudea, nel palazzo di Erode Antipa… la storia è ambientata 2000 anni fa… ma fu scritta a Parigi alla fine dell’800… anche se l’autore era nato a Dublino… e stai attenta… qua si rischia la testa sul serio…
Ogni tanto da fuori si sente una voce lontana che urla (Pentitevi… assassini… peccatori… figli di Sodoma… vergogna… il cielo vi punirà… scandalo…)
Entrano le odalische accennando una danza (canone di P.?)
Entra Erode con Erodiade: … ma guarda quante belle ragazzine che sono venute a trovarmi questa sera… ma come sono carine…
Erodiade. Continua a pensare alle ragazzine tu! E intanto senti quello come grida…
Lui: Ma cosa ci posso fare… ti ho già accontentata a metterlo in galera… cosa vuoi che gli faccia… non posso mica tagliargli la lingua…
Lei: voglio che lo ammazzi…
Lui: Ma no, dai… son cose che non sta bene…
Lei: voglio che lo ammazzi…
Lui: Ma dai… ma lascialo stare, poveraccio… fatti una risata… la sai quella dei tre negri che incontrano un comunista?
Lei: si la so!
Lui: e quella dei 3 comunisti che incontrano un gay?
Lei: si la so anche questa!
Lui: son sicuro che quella dei tre gay che incontrano un ebreo… quella non la sai!
Lei: le so tutte! Racconti sempre le stesse stupidaggini
Lui: … mamma mia!... ma questa sera… ma sei proprio negativa… cribio!
Lei:… una cosa ti ho chiesto… “fai tacere quel profeta”… ma con te è come parlare col muro!
Lui: ma pensa a divertirti!... non ti piacciono le odalische?... guarda che bei maschioni che ci sono là… prenditene un paio e vai a divertirti un po’… e fai divertire anche loro, poveri soldatini… prova a vedere se ha ragione Plauto…
Lei: Plauto chi?
Lui: Quello di Roma… quello che fa tutti i film di Natale con Boldi e De Sica
Lei: e cosa dice Plauto?
Lui: dice che una bella donna come te può soddisfare 20 maschi, ma 20 bei maschioni non potranno mai soddisfare una come te… e va la che c’ha ragione, che ti conosco, io, a te…
Lei: certo, se aspetto che mi soddisfi tu, potrei morire di vecchiaia… e non c’è Viagra che tenga, lumacone! (Entra Salomè).
Lui: ma guarda che è arrivata la tua bambina…
Lei: lascia stare la mia bambina che ha solo 13 anni
Lui: quasi 14!
Salomè: mamma…
Lei: che c’è piccola mia…
Sal. … il Battista mi ha chiamato figlia di Babilonia!
Erodiade: dobbiamo farla tacere per sempre quella boccaccia maledetta!
Lui. Salomè perché non vieni a mangiare insieme a noi…
Sal. Ho voglia di stare qui…
Lui. Quella ragazza per me non sta mica bene… non l’ho mai vista così pallida…
Erodiade: Tu la guardi troppo “quella ragazza” *sberla*
Erode:. Dai, divertiamoci un po’… facciamo 4 salti… su Salomè vieni a ballare
Erodiade: smetti di guardarla *sberla*
Salomè: non ho voglia di ballare
Erode: ma come sei scontrosa questa sera… (prende il vino, lo gusta)senti come è buono questo vino… assaggia
Salomé: (tono di sufficienza) non ho sete.
Erode prende  un grappolo d'uva da un vassoio e assaggia.
Erode: Salomé senti come è buona questa uva, assaggia!
Salomé: Non ho fame.
Erode: ma cribio… non hai voglia di bere… non hai voglia di mangiare… non hai voglia di ballare… ma cos’hai questa sera? Te lo chiedo per piacere… Salomè danza per me.
Erodiade: ma basta *sberla* …  no Salomè non danzare… vieni qui dalla mamma che ti devo dire una cosa… (Confabulano)
Erode: eccole lì… sempre a raccontarsi i loro segreti… ma cosa avrete da dirvi… 
Salomé guarda! guarda che bel braccialetto te lo regalo… Salomè… per piacere… danza per me
Erodiade (guarda il braccialetto) Salomé… lascia stare il braccialetto… 
Salomé: il braccialetto non mi piace
Erode: ma come non ti piace… è bellissimo… Salomè… danza per me
Lei: Salomè non danzare!
Erode: (si leva una collana) Salomè guarda che bella collana
Erodiade: Salomé lascia stare la collana!
Salomè: la collana non mi piace
Erode: ma non è possibile… (ai soldati) dite la verità… avete mai visto una collana più bella di questa?
Soldati: no maestà… mai vista una collana più bella di questa…
Erode: Salomè ti regalerò tutto quello che vuoi ma danza per me…
Erodiade: Ripeti quello che hai detto!
Erode: Salomé ti regalerò tutto quello che vuoi ma danza per me…
Erodiade: sei sicuro di quello che hai detto? Non ti rimangerai la parola?...
Erode: ma certo che sono sicuro, lo ripeto… Salomè danza per me e io ti regalerò tutto quello che vuoi
Erodiade: Salomè… chiedi un regalo su un vassoio d'argento
Salomé: va bene… danzerò per te… ma voglio un regalo su un vassoio d'argento
Erode: e io ti regalerò tutto quello che vuoi… su un vassoio d'argento
Erodiade: musica!
Erode: danza Salomè…
Erodiade: si, danza Salomé !

Salomé danza e fa l'inchino.
Erodiade: ebbene è il momento del regalo
Erode: ma certo cosa vuoi che ti regali… sul vassoio d'argento?
Erodiade: dai chiediglielo… chiediglielo
Salomé: Su un vassoio d'argento io voglio…
Erode. Ma dillo… non essere timida
Salomé: Su un vassoio d'argento io voglio…   la testa di Giovanni il Battista
Erode: ma no, ma che cosa dici… guarda… dico alla tua prof di darti sei in matematica
Salomé: No, non lo voglio. io voglio…   la testa di Giovanni il Battista
Erode: ma dai… cerca di essere ragionevole… un po’ di buon senso! Ti faccio dare sette in latino.
Salomé: Si!
Erodiade: No! ha promesso! la testa di Giovanni il Battista
Erode: mi consenta… non vale… suggerire. Vuoi una testa? Ti do la testa di Alice!
Salomé: No voglio la testa di Giovanni
Erodiade: Avevi detto che gliela davi… lei ha ballato… adesso gliela dai.
Erode: Ma che ricatti… ma neanche Angelino mi farà dei ricatti come questi!... e va bene portatele la testa…
Entra il soldato col vassoio con la testa del Battista e tutti scapperanno urlando "che orrore che orrore"
Erode: (al pubblico) … ecco… era una così bella serata… ci stavamo divertendo tutti così bene… e adesso sono scappati via tutti quanti… ecco, vedete… per colpa dei profeti e delle donne isteriche non ci si diverte più come una volta… cribio! (esce)



L’OPERA DA 3 SOLDI
Entra POLLY - canta la ballata di Mackie Messer
mentre canta entrano MACKIE MESSER e il capo della polizia, BROWN
MM certo che quest'anno la parte che dobbiamo fare è proprio assurda, il prof se ne inventa sempre di nuove... ma cosa gli salta in testa?
B. Ma cosa stai dicendo? Recita la tua parte, se l’hai studiata, e cerca di fare la persona seria, per una volta
MM Si, ma senti, agli altri Shakespeare, Sofocle, Goldoni... A noi brecc. Ma chi è questo brecc? Io non l'avevo mai sentito nominare
B. Eh, vantatene anche. E comunque si chiama Brecht, Bertolt Brecht… ed è uno dei drammaturghi più importanti del novecento... dai cominciamo. Spieghiamolo al pubblico: tu sei il capo della criminalità londinese, il temibile mackie messer.
MM. Ah si!?
B. Si, dai! Io il capo della polizia, Brown la tigre… e segretamente… io e te siamo…
MM no, no, io la parte del gay non la faccio…
B. ma no, cos’hai capito, noi siamo complici… Ci aiutiamo a vicenda, ok?
MM. Ho capito... Quindi questa è una storia di politici corrotti... ma è ambientata a Londra all’inizio del 900! Pensa un po' te. per fortuna in Italia questi problemi di politici corrotti non li abbiamo mai avuti e mai ce li avremo! mi fa ridere!. Io, terribile fuorilegge, avrei un accordo con le forze dell'ordine? E quella lì chi sarebbe?
B. quella è Polly…
MM. e cosa ci fa in una storia di uomini…
P. Io sono tua moglie. Purtroppo!
... per fortuna solo a teatro... La moglie di uno scemo. Ė io ancora più scema che ti ho sposato
entra JENNY (sara) con le ragazze del bordello
J. Chi è che hai sposato tu?
MM. non so… io non ho ancora capito niente di questa storia
B. Si… tu sei sposato!
J. Dunque Mackie, ti sei sposato davvero?
P. Mackie… chi è questa qua?
MM. ragazze, ragazze calma. Non lo so, all’improvviso ci sono troppe donne in questa storia! Chi sono queste tizie, perchè sono vestite da travione?
B. Vedi, Mac... In questa storie, oltre a mafia e politici corrotti ci sono anche un sacco di... Di escort, diciamo.
MM. Nooo, ma è una storia da pazzi! Anche le escort... Che gentaglia doveva frequentare questo Brec per scrivere storie così
J. Gentaglia a chi?
MM. gentaglia a te e alle tue amiche!
J. Attento a come parli, Mac. Tu a me devi tanto
MM. Ma chi saresti tu?
[JENNY DEI PIRATI - SARA]
B. Si Sara, però basta con le canzoni. Insomma. Canti sempre tutto tu…
J. Guarda che l'opera da tre soldi è piena di canzoni! È quasi un musical
P. Ma cosa vuoi che ne capisca di musica uno che dice Brec...
MM. non solo questa è una storia assurda, ma mi prendono anche per il sedere… basta, andiamocene…Meno male che io quest’anno faccio la maturità, e l’anno prossimo non faccio più teatro!!
[CANZONE TANGO]

GAG sul teatro del 900

Pirandello – Gag Luigi? Ma dov’è Luigi…
Signori, vi abbiamo presentato 6 p in cerca d’autore

Beckett – Gag Aspettando… ma quando arriva?... ma che ore sono…

A. Spiegami se ho capito bene… queste due scenette, sarebbero la sintesi del teatro del 900…
G. Zitta! Il prof aveva pensato anche all’ultimo nastro di Krapp… a Ricorda con rabbia e alla Cantartice calva di Ionesco … l’abbiamo convinto a lasciar perdere… per la salute mentale degli spettatori… non per altro
A. e quindi la storia del teatro finisce qui? Non c’è nient’altro nel 900?
G. ma come no! abbiamo il Musical!... hai mai sentito parlare di Jesus Christ Superstar… di Hair…di West Side Story…
A West Side Story…?
G. … si… ci sono 2 ragazzi, Tony e Maria che si innamorano ma che fanno parte di due bande diverse
A ma allora è come Giulietta e Romeo!
G Si, ma qui ci sono le musiche di Bernstein!

MUSICAL

WSS / Maria+ America / Ferro + Azzena  
Hair
Jesus Christ superstar

A. “… il nostro divertimento è terminato… gli attori erano tutti spiriti, e ora si sono trasformati in aria… le torri, i palazzi e il nostro mondo intero, e tutto quello che racchiude, ora si dissolveranno… e non lasceranno alcuna traccia… perché noi siamo della stessa natura dei sogni e la nostra vita si compie come un breve sonno.”
G. Ma prima di lasciarvi vogliamo ricordare quel grandissimo uomo di teatro di cui in questi giorni si celebrano i 30 anni dalla morte. Eduardo de Filippo, e vi vogliamo augurare il buon Natale con l’immagine della scena finale… la scena dei re Magi di Natale in casa Cupiello.
Entrano – tu scendi dalle stelle…

Nelle presentazioni finali passerella sulla marcetta finale di 8 e mezzo e restano tutti in scena

Lo spettacolo è finito, vi ringraziamo di essere stati con noi, speriamo che vi siate divertiti… 

e ora possiamo chiudere il sipario e darci appuntamento all’anno prossimo… arrivederci