Scena
7^
LISISTRATA.
Ragazze,
guardate, vedo un uomo che sta venendo avanti… sembra un pazzo, guardate com’è
eccitato
(Cinesio
ha un albero di natale al posto del membro)
DONNA
B.
Dov'è,
dov'è?
LISISTRATA.
È là,…
vicino al tempio.
DONNA
C.
Per
Giove, è proprio vero! E chi sarà?
LISISTRATA.
Non
so... c’è qualcuna che lo conosce?
MIRRINA.
Oh!
per Giove! Quello è CINESIO, mio marito!
LISISTRATA.
Magnifico…
allora tocca te, infiammarlo, torturarlo, lusingarlo, dargli bacini e non
baciarlo,
fagli
tutte le coccole che sai... ma non dargli la patata…
MIRRINA.
Lascia
fare a me.
LISISTRATA.
Voi
andate… Io rimango, e t'aiuto a rosolarlo bene bene.
(tutte
cantano “chi fa la guerra… non fa l’amore… questo ti dico, caro marito…” - Le
donne escono. Mirrina si nasconde. Cinesio arriva, seguito da un servo che
porta in braccio un bambino)
CINESIO.
Ma
senti cosa cantano, quelle, povero me, che strazio! Mi sembra che mi stiano
squartando sulla ruota!
LISISTRATA.
Fermo
tu, dove vai… chi sei!?
CINESIO.
Sono io!
LISISTRATA.
Io
chi? Un uomo?
CINESIO.
In
carne ed ossa.
LISISTRATA.
Levati
dai piedi!
CINESIO.
E tu
chi sei, perché vuoi scacciarmi?
LISISTRATA.
La
sentinella.
CINESIO.
In
nome di Giove, per favore, vai a chiamarmi Mirrina.
LISISTRATA.
Ma che
vuoi… ma chi sei?
CINESIO.
Sono suo
marito!
LISISTRATA.
Oh,
caro marito, benvenuto!
Tu sei
famoso tra noi donne… Tua moglie parla sempre di te!
Ogni
volta che infila in bocca qualcosa… un uovo, un pomodoro, dice «Alla salute del
mio CINESIO!»
Già! E
se per caso si parla di mariti, ecco tua moglie che dice che il suo Cinesio non
ha paragoni..
CINESIO
(Eccitatissimo).
Chiamala,
presto!
LISISTRATA.
Ma
dopo, mi fai, un regalino?
CINESIO.
Ma si…
to’ guarda, prendi questa… (le dà un ferro da stito) poi ti darò qualcos’altro…
LISISTRATA.
Oh,
che bello grazie E allora vado, e te la chiamo.
CINESIO.
Sbrigati!
(Lisistrata, va via. CINESIO monologa patetico)
Porca
miseria… che vita di schifo, dal giorno che Mirrina mi ha abbandonato appena entro
in casa,
mi si
stringe il cuore, la mia casa mi sembra vuota, e non mi va giù neanche un
boccone…
perché
mi ritrovo quell’affare duro come un pezzo di marmo… e non so che fare!
(Compaiono
sulla rocca Lisistrata, e, con simulata riluttanza, Mirrina)
MIRRINA.
Ma sì,
ma sì io gli voglio bene, certo che gli voglio bene… ma lui del mio bene non se
ne fa niente.
No,
ascolta, non mi chiamare, non farmelo vedere!
CINESIO.
Ma no.
Mirrina, non dire così… anch’io ti voglio bene…
Mirri-mirri…
non fare così, Scendi perpiacere-perfavore… perpiacere-perfavore! Scendi…
MIRRINA.
No,
per Giove, no… non scendo
CINESIO.
Mirri-mirri,
io ti chiamo, e tu non scendi?
MIRRINA.
Siii
tu mi chiami, ma di me non sai che fartene!
CINESIO.
Come,
non so che farmene… io? Ma se c’ho qui un randello che… non lo so neanch’io!
MIRRINA
(Fa per andarsene).
Ti
saluto!
CINESIO.
No,
no, ascolta-ascolta-ascolta… dai retta almeno al bambino…
(Si
rivolge al bambino) chiama la mamma… chiama la mamma…
BIMBO.
Mammà,
mammà, mammà!
CINESIO.
Non ti
fa pena questo bambino, sono sei giorni che nessuno lo lava, e che non prende
la zinna?
MIRRINA.
Si, io
sì, che ho, pietà! Quello che non gli vuol bene è il babbo!
CINESIO.
Ma no,
ma cosa dici, amore mio, vieni dal bimbo!
MIRRINA.
Ecco,
vedete come mi ricatta? Va bene, scendo… andiamo! (Comincia a scendere)
CINESIO.
Mi sembra
che sia diventata anche più giovine, va’ che occhi.
E più
fa la scontrosa e la superba, e più mi fa morir di voglia!
MIRRINA
(È scesa e prende in braccio il bambino).
Piccolo,
piccolo della mamma…
vieni
dalla mammina bella…(bacini) guarda come è brutto il babbo!
CINESIO.
Ma perché,
perché fai la cattiva, così… perché dai retta alle altre donne, e a me mi
tormenti?
MIRRINA.
Giù le
mani dal culo! Tieni le mani a posto
CINESIO.
Ma se
fai così, tutta la nostra roba… tutta la bella roba che abbiamo a casa… la
lasci andare in malora!
MIRRINA.
Non mi
interessa della roba.
CINESIO.
Ma
come?
Ci
sono le galline che stanno scagazzando dappertutto in casa… e non te ne importa
niente?
MIRRINA.
Pensaci
tu!
CINESIO.
Andiamo
a casa… è tanto che non celebriamo la festa d'Afrodite!
MIRRINA.
Ma non
se ne parla, finché non la finite con la guerra, e non fate prima pace.
CINESIO.
Ai,
vabbè dai, se vuoi, faremo anche la pace.
MIRRINA.
Quando
avrete firmato la pace, tornerò a casa. Ora non posso… ho giurato…
CINESIO.
Almeno,
stiamo insieme un pochino… nascondiamoci lì… 10 minuti… io e te.
MIRRINA.
No, no,
no... non se ne parla…. però non dico che non t'amo.
CINESIO.
E
allora dai… andiamo lì dietro la siepe!
MIRRINA.
Ma non
se ne parla! Vuoi fare qui, davanti al bambino?
CINESIO.
Ma
porca miseria! (Al servo) Piglia st’accidenti di bambino e portalo a casa. – ecco,
adesso il bambino non c'è più, vieni qui… sdraiati!.
MIRRINA.
Ma dove?
CINESIO.
Qui …
dietro questa roccia…
MIRRINA.
Ma qui
sulla rocca no, poi come faccio a rientrare, se non sono più pura?
CINESIO.
… e
vai lì alla fonte e ti lavi.
MIRRINA.
Bravo!
E cosa faccio… mi rimangio il giuramento?!
CINESIO.
Fregatene!
Dì a Giove che lo faccia ricadere sul mio capo mio.
MIRRINA.
Va
bene… vado a prendere un lettino…
CINESIO.
Ma che
mi frega del lettino… Lascia perdere!
MIRRINA.
No, mi
dispiace… per terra no… che poi mi fa mal la schiena… (Entra nella rocca)
CINESIO.
E va
bene, vai a prendere il lettino…
MIRRINA
(Torna con una specie di materassino gonfiabile) SEX BOMB ….
Ecco,
sdraiati, in fretta. Che ora mi spoglio anch’io. (Comincia a deporre le vesti)
Aspetta
un momento che devo andare a prendere la stuoia…
CINESIO.
Ma che
stuoia! Ma lascia stare!
MIRRINA.
Eh no!
Sul materassino così, non è decoroso…
CINESIO.
Lascia
che io ti baci…
MIRRINA
(Porgendo la guancia).
Tieni...
CINESIO
(La bacia).
Amore!...
Torna presto!
MIRRINA
(Entra ed esce).
Ecco
la stuoia. Comincia a sdraiarti… (si spoglia).
Ma
guarda che scema! Non ho preso il guanciale.
CINESIO.
Non mi
serve!
MIRRINA.
Ma a
me si, per Giove! (esce e rientra) … su, su… sollevati
CINESIO.
Adesso
è tutto a posto?
MIRRINA.
Tutto a
posto!
CINESIO.
Qui, vieni
qui tesoro mio!
MIRRINA.
Però,
mi raccomando… ricordati, della pace! Non cercare di fregarmi!
CINESIO.
Che
Giove mi fulmini mentre sto scopando…
MIRRINA.
Non
avrai freddo? Vado a prendere una copertina…
CINESIO.
Per
Giove, non voglio la copertina! Voglio scopare!
MIRRINA.
Un
momentino di pazienza! Vado e torno! (esce e torna subito)
CINESIO.
Questa
mi ammazza con la sua copertina!
MIRRINA.
Su alzati
svelto! Dritto in piedi!
CINESIO.
Più dritto
di così? Cosa vuoi un obelisco?
MIRRINA.
Non
vuoi che ti profumi un po’?
CINESIO.
Ma no,
per Apollo!
MIRRINA.
Ma si,
per Afrodite e per amor mio…
CINESIO.
E va
bene… e metti questo profumo.
MIRRINA.
Metti
qui la manina... prendi quest’olio e ungiti.
CINESIO.
Che
schifo cos’è questa puzza…
MIRRINA.
Ma che
sciocca… ho preso olio di foglie di rosa!
CINESIO.
Vabbè…
fa niente…
MIRRINA.
Ma
stai scherzando?
CINESIO.
Che
gli venga un accidente a quello che ha inventato i profumi!
MIRRINA.
Ssst…
silenzio… prendi quest'alberello.
CINESIO
(Con gesto equivoco).
C’ho
già questo, non vedi? Basta… non mi dare più nulla e mettiti giù.
MIRRINA.
Son
pronta! Ora mi svesto… ma bada o votate la pace…
CINESIO.
La voterò!
Giuro! (Mirrina, rapidissima, scappa e rientra nella rocca)
Eccola!
Guardate mia moglie come mi ha fregato! Se n’è andata… e qui s’è ammosciato
tutto il panettone! Che cosa mi resta ormai? E quel figliuolo, ormai, come
l'allatto? Presto, trovatemi una balia!
CORO
DI VECCHI.
O,
povero Cinesio tratto in inganno! Io pietà provo delle tue pene!
Guarda
come t’ha ridotto quella sozzona, crogiolo di malizie
CORO
DI VECCHIE.
No!...
sozzona quell'amore di donna? quel bocconcino ghiotto!
CORO
DI VECCHI.
Bocconcino
ghiotto? Volpe maligna e furba, vorrai dire…
O Giove,
fa che un turbine di tempesta la trascini via come una frasca,
e la
trascini lontana dalla città e qui l'abbandoni, e la faccia precipitare al
suolo,
e infine…
ella si schianti su un ulivo… secco!
Scena 8^
(Arriva
un araldo spartano, in visibile stato di eccitazione, con mantello per
nascondere il membro)
ARALDO.
Aho!
‘n do sta er Senato d'Atene? E li consiglieri?? C’ho da divve morte novità!
COMMISSARIO.
Ma chi
sei tu?
ARALDO.
Io? E
chi ho da esse… sò l'araldo! E sò venuto, corpo de Giove, da Sparta, pe' sta
pace!
COMMISSARIO.
E
allora perché vieni, con quella spada sotto panni?
ARALDO.
Nun è
na spada… è tutta robba de natura (Cerca di voltarsi un po')
COMMISSARIO.
Dove
ti giri? Perché ti tiri davanti, quel mantello? Ti sono cadute le brache mentre
facevi la strada?
Oppure
ce l’hai dritto? … pezzo di mascalzone…
ARALDO.
Io? Ma
de che?!
COMMISSARIO.
Che c’hai,
dunque?
ARALDO.
C’ho
un manico spartano…
COMMISSARIO
(Con gesto equivoco).
Della
stessa fabbrica di questo? (ridono) Parla con franchezza… noi ti possiamo
capire…
Dimmi
la verità… come ve la passate, voi, a Sparta?
ARALDO.
Sparta
e alleati stanno tutti a ucello dritto.
COMMISSARIO.
E chi
dovete ringraziar di questo guaio?
ARALDO.
Macché!
La colpa è de CABIRIA…
è lei
che ha cominciato; e l'antre, appresso, s’hanno cominciato lo sciopero d’a
patata…
COMMISSARIO.
E
allora, come fate?
ARALDO.
È na
catastrofe…Le donne, si prima tutti quanti nun famo la pace co la Grecia,
nun ce
lasciano manco piú toccà la farfalla pelosa
COMMISSARIO.
Ma
questa è una congiura universale delle donne! Ora, ho capito.
Dunque,
non perder tempo, di' che mandino qui dei negoziatori per la pace.
Io
farò scegliere i nostri al Senato è poi facciamo i conti!
ARALDO.
A frà…
Parlà piú mejo, nun potevi! Volo! (Via l'araldo e il commissario)
Scena
9^
CORO
DI VECCHI.
Al
mondo non c’è bestia più feroce della femmina! Neanche una pantera ha uno
sguardo così feroce…
CORO
DI VECCHIE.
Visto che
l’hai capito… perché continui a farci la guerra, quando invece potresti averci
come amiche?
VECCHI.
Non mi
fido…
VECCHIE.
Ma guardati…
non ti si può vedere… ma quanto sei ridicolo, nudo come un verme
Dai,
infilarti questi panni. e lascia ch'io mi avvicini.
(Si
avanzano danzando, e infilano ai vecchi le sottovesti). Guarda… adesso sembri perfino
un uomo.
E se
tu non mi facessi arrabbiare, ti toglierei via dall'occhio, quel moscerino.
Guarda,
non te lo meriteresti…! eppure ti voglio far contento. (Estrae una zanzara
dall'occhio d'un vecchio) mio Dio! Ma cosa c’avevi nell’occhio… una zanzara o
un piccione! Guarda, guarda che roba
VECCHI.
Hai
ragione… mi dava proprio fastidio…
VECCHIE.
Meno male
che ci son qua io, per levartela, anche se tu non te lo meriti… qua… fa il
bacetto…
VECCHI.
No… Niente
baci...
VECCHIE.
(lo pizzicano)
Fa il
bacetto…
VECCHI.
Andate
al diavolo! Streghe tentatrici…
Ha
proprio ragione quello che diceva che le donne… non si può né vivere insieme,
né vivere senza..
Dai
venite qui… facciamo la pace… basta con le liti… Venite qui e cantiamo tutti
insieme… (All you need is love…) (Da sinistra si avanzano gli ambasciatori
spartani)
Scena
10^
VECCHI.
Ecco
gli ambasciatori di Sparta … salute, o spartani!... diteci …
AMBASCIATORE
SPARTANO.
Che,
c'è bisogno da fà tante chiacchiere? Nun lo vedete come semo ridotti. (golf
sulla pancia con rigonfio) Nun ce se crede! E c'è poco da dí! Fa' vení qui
quarcuno, e combinamo sta pace…
CORO.
Oh, guardate
i nostri ateniesi… c’hanno uno zaino sulla pancia per nascondere il pacco….
AMBASCIATORE
ATENIESE.
Potete
dirci dov’è Lisistrata? Guardate come siamo ridotti…
CORIFEO.
Anche
voi siete messi come quegli altri… Vi prude un bel po’… vero?
ATENIESE.
Prude
peggio della scabbia, se non si fa pace alla svelta, possiamo solo sfogarci a 5
contro uno…
…
Eccoci qua, Buon giorno, Spartani! Come ve la passate?
SPARTANO.
Eh!
Come ce la passamo…
Si la
gente ce vede co' sto manico de manganello, semo fregati.
ATENIESE.
Diciamoci
la verità… Spartani… perché siete venuti qua?
SPARTANO.
… semo
l'ambasciatori per la pace
ATENIESE.
Bene.
e noi pure. E allora dai… chiamiamo Lisistrata, … solo lei può metterci
d'accordo.
SPARTANO.
Per me
va bbene… chiama Lisistrata!
CORIFEO.
Non
c'è bisogno di chiamarla. Ha sentito tutto, ed eccola che viene. (Lisistrata arriva
dalla rocca)
CORO.
Benvenuta,
Lisistrata, tu che tra tutte le donne sei la piú eroica;
ora
devi essere seria / mite / energica… mescola buona fede e arguzia…
con
l’astuzia, hai preso all’amo ateniesi e greci,
che
ora, qui davanti a te attendono che tu indichi loro la via della pace…
LISISTRATA.
La
cosa non è affatto difficile!
Adesso
che sono tutti eccitati, e non si possono sfogare tra di loro… manca poco alla
pace…
Voi
prendete per mano gli spartani, con dolcezza… con grazia, come s'addice a noi donne.
Voi
invece, accompagnate gli Atenïesi… su, prendeteli per mano anche voi.
Voi
spartani, state vicino a me, e tutti insieme ascoltate il mio discorso
(Con
piglio oratorio) Io sono donna; eppure ho più sale in zucca di voi… ragiono con
la mia testa,
e ho
ragionato! Voi vi meritate di essere presi a calci in culo tutti quanti…
Voi…
voi che spruzzate insieme gli altari, come fratelli, a Olimpia, a Delfi… voi muovete
eserciti…
per
sterminare genti e città dell'Ellade, mentre i barbari ci minacciano da vicino…
ATENIESE.
Miii!
Che sgonfiamento di palle!
LISISTRATA.
E voi
spartani… adesso tocca a voi, non sapete che qui una volta giunse il vostro
Períclide,
e sedette
pallido nella sua veste di porpora, sull'altare, a supplicare gli ateniesi per
averli alleati?
A quei
tempi Sparta era oppressa da Messene, e allora Cimone e quattromila opliti, avanzarono,
e con
la protezione di Giove, salvarono tutti gli spartani.
E ora voi,
a noi che vi abbiamo salvati… voi, cercate di saccheggiare la nostra terra??
ATENIESE.
Perché
sono degli ingrati!
SPARTANO.
Saremo
puro ingrati. Ma anvedi quella che culo! Io m’ ’o farebbe subito!
ATENIESE.
… e
voi Ateniesi credete forse che io vi risparmi? Vi ricordate quando eravate schiavi,
e a loro
volta,
gli spartani vennero a soccorrervi, armati, e sterminarono quelli della Tessaglia…
e a combattere accanto a voi c’erano solo loro!... e quel giorno vi resero la
libertà
ATENIESE.
Ragazzi…
ma avete mai visto un tal pezzo di passera!
LISISTRATA.
Ora,
se avete collaborato così bene in passato… ma perché non la finite di
distruggervi con questa guerra assurda! Perché non fate la pace? Cosa c’avete
nel cervello?
SPARTANO.
Noi
semo pronti, a ricomincià a zompà… però ce sta un probblema…
LISISTRATA.
Quale,
problema?
SPARTANO.
Er
probblema der Pilo! Da quel dí, che lo chiedemo!
ATENIESE.
Eh no…
su questo non possiamo cedere!
LISISTRATA.
Ma dateglielo,
ma cosa vi interessa!
ATENIESE.
Si!...
E dopo che si fa?
LISISTRATA.
Chiedete
un'altra terra in cambio.
ATENIESE.
Beh!
Prima dateci il seno di Echinunte e con almeno le gambe di Megara.
SPARTANO.
A
bello! Scòrdetelo!
LISISTRATA.
Ma
dai! Per due gambe non si litiga.
ATENIESE.
E
vabbè… che cosa dobbiamo fare? Metter giù le armi e andare a zappare la vostra
aiula?!
SPARTANO.
Si, e
io, come se vede un po’ de luce, la vojo concimà!
LISISTRATA.
A pace
fatta, lo potrete fare… se siete decisi, concludete la guerra, e datene notizia
agli alleati!
ATENIESE.
Ma che
ci frega degli alleati! A noi ci tira l’obelisco!
E
anche loro, di sicuro… avranno voglia di farselo grattare…
SPARTANO.
E puro
li alleati nostri!
LISISTRATA.
Ben
detto! Ora lavatevi, in modo che possiate venire a pranzo con noi, nella rocca,
e tutti insieme
mangiare
quel che abbiamo dentro le ceste. Lassú vi scambierete i giuramenti,
e poi
ciascuno prenderà sua moglie, e se ne andrà! Volete venire o no?
SPARTANO.
Annamo!
ATENIESE.
Svelti!
Non perdiamo tempo! (Entrano tutti)
EPILOGO
CORO
DI VECCHI.
Dentro
la rocca si conservano tappeti screziati, tuniche, mantelli, vasi d'oro, e
tutte queste ricchezze siano donate… ciascuno li porti ai suoi figli.
CORO
DI VECCHIE.
E se qualcuno
vive tra gli stenti, e deve dar da mangiare ai suoi piccoli, qui troverà
frumento e una focaccia tenera. Venga chi vuole, col sacco e la bisaccia… correte
tutti quanti, poveretti… qui c’è grano per tutti… in abbondanza.
(Escono
dall'uscio Ateniese A, B, un po’ alticci)
ATENIESE
A.
Un banchetto
di questo tipo non l'ho visto mai…
ATENIESE
B.
Sono
stati gentili, anche gli Spartani; e noi, con tutto il vino che ci siam bevuti,
nessuno ha fatto cazzate
ATENIESE
A.
È
naturale! Quando non si beve… non si ragiona! E se gli Ateniesi mi daranno
retta a me, andremo in ambasciata sempre ubriachi! Ora, che andiamo a Sparta, a
gola asciutta, stiamo attenti a evitare quello che può far casino. Perciò…
perciò non ascoltiamo quello che dicono, e sospettiamo di quello che non
dicono. Questa volta è andato tutto bene... maaa….
ATENIESE.
Silenzio,
per Giove… guarda quelli… stanno uscendo adesso. (Escono in folla molti
convitati)
SPARTANO
(Volto a un giovane flautista).
Core
mio, pija er ciufolo, che adesso vojo fà quattro zompi, e cantà un'aria in
onore d'Atene e de noantri.
ATENIESE.
Si,
sí, prendi il flauto! Che a vedervi ballare, mi diverto un mondo.
CORO
DI SPARTANI.
Oh Artèmide
cacciatrice, tu che abbatti le fiere, vieni, vieni propizia alla tregua, e a
lungo resta in nostra compagnia. Fai in modo che l'amicizia duri a lungo, fai
in modo che nulla mai turbi i gli accordi su cui abbiamo appena giurato, e finisca
finalmente il regno dei furbi. Su, o vergine cacciatrice, che nella caccia
agiti cani, rimani tra noi!
CORO
DI ATENIESI.
Che
inizino le danze… invocate Artemide… fate onore a Bacco… e che le altre
divinità ricordino per sempre la solenne pace, che oggi abbiam giurato!
LISISTRATA.
Tutto
è finito per il meglio, su, Spartani, portate via le vostre donne, e voi
Ateniesi portate via le vostre. E la moglie stia presso il marito, ed il marito
resti presso la moglie. E tutti insieme, per festeggiare la pace intrecciamo balli
per gli dei; e d'ora in poi ciascuno cerchi di non cadere più nell’errore della
guerra.
TUTTI
I COREUTI.
Tutti
insieme, cantate l’inno della pace! Ari-Ari, Aristofa stofa-stofa
stofa-fane-faaane
ARALDO
La
nostra farsa finisce qui… è una farsa e quindi è giusto che finisca così… a
tarallucci e vino, come si suol dire… la realtà pero… nella realtà le cose sono
diverse… ha ragione Rambo… nella scena finale del film, quando, dopo aver messo
a ferro e fuoco il paese ostile, discute col colonnello Trautman che intima “è
finita Rambo!, è finita!” e Rambo reagisce! “Non è finito niente! Niente è
finito! Non è un interruttore che si accende e si spegne…”, e ricorda gli amici
che in Viet Nam sono morti tra le sue braccia… erano ragazzi pieni di voglia di
vivere e anche di divertirsi… come quelli delle pubblicità della Coca Cola… e
invece hanno avuto la morte… una morte orribile… come succede sempre in guerra…
come
quella che ancora oggi colpisce milioni di innocenti in tutto il mondo e noi,
anche se abbiamo la sensazione di essere del tutto impotenti, abbiamo il dovere
di fare tutto il possibile, per operare per la giustizia, per far finire le guerre… tutto,
anche gesti apparentemente inutili, come fare uno spettacolino di teatro o come
cantare una canzone…
Bob
Dylan – Blowin’ in the wind