martedì 20 agosto 2019

Lisistrata 2^ parte


Scena 7^

LISISTRATA.
Ragazze, guardate, vedo un uomo che sta venendo avanti… sembra un pazzo, guardate com’è eccitato
(Cinesio ha un albero di natale al posto del membro)
DONNA B.
Dov'è, dov'è?
LISISTRATA.
È là,… vicino al tempio.
DONNA C.
Per Giove, è proprio vero! E chi sarà?
LISISTRATA.
Non so... c’è qualcuna che lo conosce?
MIRRINA.
Oh! per Giove! Quello è CINESIO, mio marito!
LISISTRATA.
Magnifico… allora tocca te, infiammarlo, torturarlo, lusingarlo, dargli bacini e non baciarlo,
fagli tutte le coccole che sai... ma non dargli la patata…
MIRRINA.
Lascia fare a me.
LISISTRATA.
Voi andate… Io rimango, e t'aiuto a rosolarlo bene bene.
(tutte cantano “chi fa la guerra… non fa l’amore… questo ti dico, caro marito…” - Le donne escono. Mirrina si nasconde. Cinesio arriva, seguito da un servo che porta in braccio un bambino)
CINESIO.
Ma senti cosa cantano, quelle, povero me, che strazio! Mi sembra che mi stiano squartando sulla ruota!
LISISTRATA.
Fermo tu, dove vai… chi sei!?
CINESIO.
Sono io!
LISISTRATA.
Io chi? Un uomo?
CINESIO.
In carne ed ossa.
LISISTRATA.
Levati dai piedi!
CINESIO.
E tu chi sei, perché vuoi scacciarmi?
LISISTRATA.
La sentinella.
CINESIO.
In nome di Giove, per favore, vai a chiamarmi Mirrina.
LISISTRATA.
Ma che vuoi… ma chi sei?
CINESIO.
Sono suo marito!
LISISTRATA.
Oh, caro marito, benvenuto!
Tu sei famoso tra noi donne… Tua moglie parla sempre di te!
Ogni volta che infila in bocca qualcosa… un uovo, un pomodoro, dice «Alla salute del mio CINESIO!»
Già! E se per caso si parla di mariti, ecco tua moglie che dice che il suo Cinesio non ha paragoni..
CINESIO (Eccitatissimo).
Chiamala, presto!
LISISTRATA.
Ma dopo, mi fai, un regalino?
CINESIO.
Ma si… to’ guarda, prendi questa… (le dà un ferro da stito) poi ti darò qualcos’altro…
LISISTRATA.
Oh, che bello grazie E allora vado, e te la chiamo.
CINESIO.
Sbrigati! (Lisistrata, va via. CINESIO monologa patetico)
Porca miseria… che vita di schifo, dal giorno che Mirrina mi ha abbandonato appena entro in casa,
mi si stringe il cuore, la mia casa mi sembra vuota, e non mi va giù neanche un boccone…
perché mi ritrovo quell’affare duro come un pezzo di marmo… e non so che fare!
(Compaiono sulla rocca Lisistrata, e, con simulata riluttanza, Mirrina)
MIRRINA.
Ma sì, ma sì io gli voglio bene, certo che gli voglio bene… ma lui del mio bene non se ne fa niente.
No, ascolta, non mi chiamare, non farmelo vedere!
CINESIO.
Ma no. Mirrina, non dire così… anch’io ti voglio bene…
Mirri-mirri… non fare così, Scendi perpiacere-perfavore… perpiacere-perfavore! Scendi…
MIRRINA.
No, per Giove, no… non scendo
CINESIO.
Mirri-mirri, io ti chiamo, e tu non scendi?
MIRRINA.
Siii tu mi chiami, ma di me non sai che fartene!
CINESIO.
Come, non so che farmene… io? Ma se c’ho qui un randello che… non lo so neanch’io!
MIRRINA (Fa per andarsene).
Ti saluto!
CINESIO.
No, no, ascolta-ascolta-ascolta… dai retta almeno al bambino…
(Si rivolge al bambino) chiama la mamma… chiama la mamma…
BIMBO.
Mammà, mammà, mammà!
CINESIO.
Non ti fa pena questo bambino, sono sei giorni che nessuno lo lava, e che non prende la zinna?
MIRRINA.
Si, io sì, che ho, pietà! Quello che non gli vuol bene è il babbo!
CINESIO.
Ma no, ma cosa dici, amore mio, vieni dal bimbo!
MIRRINA.
Ecco, vedete come mi ricatta? Va bene, scendo… andiamo! (Comincia a scendere)
CINESIO.
Mi sembra che sia diventata anche più giovine, va’ che occhi.
E più fa la scontrosa e la superba, e più mi fa morir di voglia!
MIRRINA (È scesa e prende in braccio il bambino).
Piccolo, piccolo della mamma…
vieni dalla mammina bella…(bacini) guarda come è brutto il babbo!
CINESIO.
Ma perché, perché fai la cattiva, così… perché dai retta alle altre donne, e a me mi tormenti?
MIRRINA.
Giù le mani dal culo! Tieni le mani a posto
CINESIO.
Ma se fai così, tutta la nostra roba… tutta la bella roba che abbiamo a casa… la lasci andare in malora!
MIRRINA.
Non mi interessa della roba.
CINESIO.
Ma come?
Ci sono le galline che stanno scagazzando dappertutto in casa… e non te ne importa niente?
MIRRINA.
Pensaci tu!
CINESIO.
Andiamo a casa… è tanto che non celebriamo la festa d'Afrodite!
MIRRINA.
Ma non se ne parla, finché non la finite con la guerra, e non fate prima pace.
CINESIO.
Ai, vabbè dai, se vuoi, faremo anche la pace.
MIRRINA.
Quando avrete firmato la pace, tornerò a casa. Ora non posso… ho giurato…
CINESIO.
Almeno, stiamo insieme un pochino… nascondiamoci lì… 10 minuti… io e te.
MIRRINA.
No, no, no... non se ne parla…. però non dico che non t'amo.
CINESIO.
E allora dai… andiamo lì dietro la siepe!
MIRRINA.
Ma non se ne parla! Vuoi fare qui, davanti al bambino?
CINESIO.
Ma porca miseria! (Al servo) Piglia st’accidenti di bambino e portalo a casa. – ecco, adesso il bambino non c'è più, vieni qui… sdraiati!.
MIRRINA.
Ma dove?
CINESIO.
Qui … dietro questa roccia…
MIRRINA.
Ma qui sulla rocca no, poi come faccio a rientrare, se non sono più pura?
CINESIO.
… e vai lì alla fonte e ti lavi.
MIRRINA.
Bravo! E cosa faccio… mi rimangio il giuramento?!
CINESIO.
Fregatene! Dì a Giove che lo faccia ricadere sul mio capo mio.
MIRRINA.
Va bene… vado a prendere un lettino…
CINESIO.
Ma che mi frega del lettino… Lascia perdere!
MIRRINA.
No, mi dispiace… per terra no… che poi mi fa mal la schiena… (Entra nella rocca)
CINESIO.
E va bene, vai a prendere il lettino…
MIRRINA (Torna con una specie di materassino gonfiabile) SEX BOMB ….
Ecco, sdraiati, in fretta. Che ora mi spoglio anch’io. (Comincia a deporre le vesti)
Aspetta un momento che devo andare a prendere la stuoia…
CINESIO.
Ma che stuoia! Ma lascia stare!
MIRRINA.
Eh no! Sul materassino così, non è decoroso…
CINESIO.
Lascia che io ti baci…
MIRRINA (Porgendo la guancia).
Tieni...
CINESIO (La bacia).
Amore!... Torna presto!
MIRRINA (Entra ed esce).
Ecco la stuoia. Comincia a sdraiarti… (si spoglia).
Ma guarda che scema! Non ho preso il guanciale.
CINESIO.
Non mi serve!
MIRRINA.
Ma a me si, per Giove! (esce e rientra) … su, su… sollevati
CINESIO.
Adesso è tutto a posto?
MIRRINA.
Tutto a posto!
CINESIO.
Qui, vieni qui tesoro mio!
MIRRINA.
Però, mi raccomando… ricordati, della pace! Non cercare di fregarmi!
CINESIO.
Che Giove mi fulmini mentre sto scopando…
MIRRINA.
Non avrai freddo? Vado a prendere una copertina…
CINESIO.
Per Giove, non voglio la copertina! Voglio scopare!
MIRRINA.
Un momentino di pazienza! Vado e torno! (esce e torna subito)
CINESIO.
Questa mi ammazza con la sua copertina!
MIRRINA.
Su alzati svelto! Dritto in piedi!
CINESIO.
Più dritto di così? Cosa vuoi un obelisco?
MIRRINA.
Non vuoi che ti profumi un po’?
CINESIO.
Ma no, per Apollo!
MIRRINA.
Ma si, per Afrodite e per amor mio…
CINESIO.
E va bene… e metti questo profumo.
MIRRINA.
Metti qui la manina... prendi quest’olio e ungiti.
CINESIO.
Che schifo cos’è questa puzza…
MIRRINA.
Ma che sciocca… ho preso olio di foglie di rosa!
CINESIO.
Vabbè… fa niente…
MIRRINA.
Ma stai scherzando?
CINESIO.
Che gli venga un accidente a quello che ha inventato i profumi!
MIRRINA.
Ssst… silenzio… prendi quest'alberello.
CINESIO (Con gesto equivoco).
C’ho già questo, non vedi? Basta… non mi dare più nulla e mettiti giù.
MIRRINA.
Son pronta! Ora mi svesto… ma bada o votate la pace…
CINESIO.
La voterò! Giuro! (Mirrina, rapidissima, scappa e rientra nella rocca)
Eccola! Guardate mia moglie come mi ha fregato! Se n’è andata… e qui s’è ammosciato tutto il panettone! Che cosa mi resta ormai? E quel figliuolo, ormai, come l'allatto? Presto, trovatemi una balia!
CORO DI VECCHI.
O, povero Cinesio tratto in inganno! Io pietà provo delle tue pene!
Guarda come t’ha ridotto quella sozzona, crogiolo di malizie
CORO DI VECCHIE.
No!... sozzona quell'amore di donna? quel bocconcino ghiotto!
CORO DI VECCHI.
Bocconcino ghiotto? Volpe maligna e furba, vorrai dire…
O Giove, fa che un turbine di tempesta la trascini via come una frasca,
e la trascini lontana dalla città e qui l'abbandoni, e la faccia precipitare al suolo,
e infine… ella si schianti su un ulivo… secco!


 Scena 8^

(Arriva un araldo spartano, in visibile stato di eccitazione, con mantello per nascondere il membro)

ARALDO.
Aho! ‘n do sta er Senato d'Atene? E li consiglieri?? C’ho da divve morte novità!
COMMISSARIO.
Ma chi sei tu?
ARALDO.
Io? E chi ho da esse… sò l'araldo! E sò venuto, corpo de Giove, da Sparta, pe' sta pace!
COMMISSARIO.
E allora perché vieni, con quella spada sotto panni?
ARALDO.
Nun è na spada… è tutta robba de natura (Cerca di voltarsi un po')
COMMISSARIO.
Dove ti giri? Perché ti tiri davanti, quel mantello? Ti sono cadute le brache mentre facevi la strada?
Oppure ce l’hai dritto? … pezzo di mascalzone…
ARALDO.
Io? Ma de che?!
COMMISSARIO.
Che c’hai, dunque?
ARALDO.
C’ho un manico spartano…
COMMISSARIO (Con gesto equivoco).
Della stessa fabbrica di questo? (ridono) Parla con franchezza… noi ti possiamo capire…
Dimmi la verità… come ve la passate, voi, a Sparta?
ARALDO.
Sparta e alleati stanno tutti a ucello dritto.
COMMISSARIO.
E chi dovete ringraziar di questo guaio?
ARALDO.
Macché! La colpa è de CABIRIA…
è lei che ha cominciato; e l'antre, appresso, s’hanno cominciato lo sciopero d’a patata…
COMMISSARIO.
E allora, come fate?
ARALDO.
È na catastrofe…Le donne, si prima tutti quanti nun famo la pace co la Grecia,
nun ce lasciano manco piú toccà la farfalla pelosa
COMMISSARIO.
Ma questa è una congiura universale delle donne! Ora, ho capito.
Dunque, non perder tempo, di' che mandino qui dei negoziatori per la pace.
Io farò scegliere i nostri al Senato è poi facciamo i conti!
ARALDO.
A frà… Parlà piú mejo, nun potevi! Volo! (Via l'araldo e il commissario)



Scena 9^

CORO DI VECCHI.
Al mondo non c’è bestia più feroce della femmina! Neanche una pantera ha uno sguardo così feroce…
CORO DI VECCHIE.
Visto che l’hai capito… perché continui a farci la guerra, quando invece potresti averci come amiche?
VECCHI.
Non mi fido…
VECCHIE.
Ma guardati… non ti si può vedere… ma quanto sei ridicolo, nudo come un verme
Dai, infilarti questi panni. e lascia ch'io mi avvicini.
(Si avanzano danzando, e infilano ai vecchi le sottovesti). Guarda… adesso sembri perfino un uomo.
E se tu non mi facessi arrabbiare, ti toglierei via dall'occhio, quel moscerino.
Guarda, non te lo meriteresti…! eppure ti voglio far contento. (Estrae una zanzara dall'occhio d'un vecchio) mio Dio! Ma cosa c’avevi nell’occhio… una zanzara o un piccione! Guarda, guarda che roba
VECCHI.
Hai ragione… mi dava proprio fastidio…
VECCHIE.
Meno male che ci son qua io, per levartela, anche se tu non te lo meriti… qua… fa il bacetto…
VECCHI.
No… Niente baci...
VECCHIE. (lo pizzicano)
Fa il bacetto…
VECCHI.
Andate al diavolo! Streghe tentatrici…
Ha proprio ragione quello che diceva che le donne… non si può né vivere insieme, né vivere senza..
Dai venite qui… facciamo la pace… basta con le liti… Venite qui e cantiamo tutti insieme… (All you need is love…) (Da sinistra si avanzano gli ambasciatori spartani)


Scena 10^

VECCHI.
Ecco gli ambasciatori di Sparta … salute, o spartani!... diteci …
AMBASCIATORE SPARTANO.
Che, c'è bisogno da fà tante chiacchiere? Nun lo vedete come semo ridotti. (golf sulla pancia con rigonfio) Nun ce se crede! E c'è poco da dí! Fa' vení qui quarcuno, e combinamo sta pace…
CORO.
Oh, guardate i nostri ateniesi… c’hanno uno zaino sulla pancia per nascondere il pacco….
AMBASCIATORE ATENIESE.
Potete dirci dov’è Lisistrata? Guardate come siamo ridotti…
CORIFEO.
Anche voi siete messi come quegli altri… Vi prude un bel po’… vero?
ATENIESE.
Prude peggio della scabbia, se non si fa pace alla svelta, possiamo solo sfogarci a 5 contro uno…
… Eccoci qua, Buon giorno, Spartani! Come ve la passate?
SPARTANO.
Eh! Come ce la passamo…
Si la gente ce vede co' sto manico de manganello, semo fregati.
ATENIESE.
Diciamoci la verità… Spartani… perché siete venuti qua?
SPARTANO.
… semo l'ambasciatori per la pace
ATENIESE.
Bene. e noi pure. E allora dai… chiamiamo Lisistrata, … solo lei può metterci d'accordo.
SPARTANO.
Per me va bbene… chiama Lisistrata!
CORIFEO.
Non c'è bisogno di chiamarla. Ha sentito tutto, ed eccola che viene. (Lisistrata arriva dalla rocca)
CORO.
Benvenuta, Lisistrata, tu che tra tutte le donne sei la piú eroica;
ora devi essere seria / mite / energica… mescola buona fede e arguzia…
con l’astuzia, hai preso all’amo ateniesi e greci,
che ora, qui davanti a te attendono che tu indichi loro la via della pace…
LISISTRATA.
La cosa non è affatto difficile!
Adesso che sono tutti eccitati, e non si possono sfogare tra di loro… manca poco alla pace…
Voi prendete per mano gli spartani, con dolcezza… con grazia, come s'addice a noi donne.
Voi invece, accompagnate gli Atenïesi… su, prendeteli per mano anche voi.
Voi spartani, state vicino a me, e tutti insieme ascoltate il mio discorso
(Con piglio oratorio) Io sono donna; eppure ho più sale in zucca di voi… ragiono con la mia testa,
e ho ragionato! Voi vi meritate di essere presi a calci in culo tutti quanti…
Voi… voi che spruzzate insieme gli altari, come fratelli, a Olimpia, a Delfi… voi muovete eserciti…
per sterminare genti e città dell'Ellade, mentre i barbari ci minacciano da vicino…
ATENIESE.
Miii! Che sgonfiamento di palle!
LISISTRATA.
E voi spartani… adesso tocca a voi, non sapete che qui una volta giunse il vostro Períclide,
e sedette pallido nella sua veste di porpora, sull'altare, a supplicare gli ateniesi per averli alleati?
A quei tempi Sparta era oppressa da Messene, e allora Cimone e quattromila opliti, avanzarono,
e con la protezione di Giove, salvarono tutti gli spartani.
E ora voi, a noi che vi abbiamo salvati… voi, cercate di saccheggiare la nostra terra??
ATENIESE.
Perché sono degli ingrati!
SPARTANO.
Saremo puro ingrati. Ma anvedi quella che culo! Io m’ ’o farebbe subito!
ATENIESE.
… e voi Ateniesi credete forse che io vi risparmi? Vi ricordate quando eravate schiavi, e a loro
volta, gli spartani vennero a soccorrervi, armati, e sterminarono quelli della Tessaglia… e a combattere accanto a voi c’erano solo loro!... e quel giorno vi resero la libertà
ATENIESE.
Ragazzi… ma avete mai visto un tal pezzo di passera!
LISISTRATA.
Ora, se avete collaborato così bene in passato… ma perché non la finite di distruggervi con questa guerra assurda! Perché non fate la pace? Cosa c’avete nel cervello?
SPARTANO.
Noi semo pronti, a ricomincià a zompà… però ce sta un probblema…
LISISTRATA.
Quale, problema?
SPARTANO.
Er probblema der Pilo! Da quel dí, che lo chiedemo!
ATENIESE.
Eh no… su questo non possiamo cedere!
LISISTRATA.
Ma dateglielo, ma cosa vi interessa!
ATENIESE.
Si!... E dopo che si fa?
LISISTRATA.
Chiedete un'altra terra in cambio.
ATENIESE.
Beh! Prima dateci il seno di Echinunte e con almeno le gambe di Megara.
SPARTANO.
A bello! Scòrdetelo!
LISISTRATA.
Ma dai! Per due gambe non si litiga.
ATENIESE.
E vabbè… che cosa dobbiamo fare? Metter giù le armi e andare a zappare la vostra aiula?!
SPARTANO.
Si, e io, come se vede un po’ de luce, la vojo concimà!
LISISTRATA.
A pace fatta, lo potrete fare… se siete decisi, concludete la guerra, e datene notizia agli alleati!
ATENIESE.
Ma che ci frega degli alleati! A noi ci tira l’obelisco!
E anche loro, di sicuro… avranno voglia di farselo grattare…
SPARTANO.
E puro li alleati nostri!
LISISTRATA.
Ben detto! Ora lavatevi, in modo che possiate venire a pranzo con noi, nella rocca, e tutti insieme
mangiare quel che abbiamo dentro le ceste. Lassú vi scambierete i giuramenti,
e poi ciascuno prenderà sua moglie, e se ne andrà! Volete venire o no?
SPARTANO.
Annamo!
ATENIESE.
Svelti! Non perdiamo tempo! (Entrano tutti)

EPILOGO

CORO DI VECCHI.
Dentro la rocca si conservano tappeti screziati, tuniche, mantelli, vasi d'oro, e tutte queste ricchezze siano donate… ciascuno li porti ai suoi figli.
CORO DI VECCHIE.
E se qualcuno vive tra gli stenti, e deve dar da mangiare ai suoi piccoli, qui troverà frumento e una focaccia tenera. Venga chi vuole, col sacco e la bisaccia… correte tutti quanti, poveretti… qui c’è grano per tutti… in abbondanza.
(Escono dall'uscio Ateniese A, B, un po’ alticci)
ATENIESE A.
Un banchetto di questo tipo non l'ho visto mai…
ATENIESE B.
Sono stati gentili, anche gli Spartani; e noi, con tutto il vino che ci siam bevuti, nessuno ha fatto cazzate
ATENIESE A.
È naturale! Quando non si beve… non si ragiona! E se gli Ateniesi mi daranno retta a me, andremo in ambasciata sempre ubriachi! Ora, che andiamo a Sparta, a gola asciutta, stiamo attenti a evitare quello che può far casino. Perciò… perciò non ascoltiamo quello che dicono, e sospettiamo di quello che non dicono. Questa volta è andato tutto bene... maaa….
ATENIESE.
Silenzio, per Giove… guarda quelli… stanno uscendo adesso. (Escono in folla molti convitati)
SPARTANO (Volto a un giovane flautista).
Core mio, pija er ciufolo, che adesso vojo fà quattro zompi, e cantà un'aria in onore d'Atene e de noantri.
ATENIESE.
Si, sí, prendi il flauto! Che a vedervi ballare, mi diverto un mondo.
CORO DI SPARTANI.
Oh Artèmide cacciatrice, tu che abbatti le fiere, vieni, vieni propizia alla tregua, e a lungo resta in nostra compagnia. Fai in modo che l'amicizia duri a lungo, fai in modo che nulla mai turbi i gli accordi su cui abbiamo appena giurato, e finisca finalmente il regno dei furbi. Su, o vergine cacciatrice, che nella caccia agiti cani, rimani tra noi!
CORO DI ATENIESI.
Che inizino le danze… invocate Artemide… fate onore a Bacco… e che le altre divinità ricordino per sempre la solenne pace, che oggi abbiam giurato!
LISISTRATA.
Tutto è finito per il meglio, su, Spartani, portate via le vostre donne, e voi Ateniesi portate via le vostre. E la moglie stia presso il marito, ed il marito resti presso la moglie. E tutti insieme, per festeggiare la pace intrecciamo balli per gli dei; e d'ora in poi ciascuno cerchi di non cadere più nell’errore della guerra.
TUTTI I COREUTI.
Tutti insieme, cantate l’inno della pace! Ari-Ari, Aristofa stofa-stofa stofa-fane-faaane

ARALDO

La nostra farsa finisce qui… è una farsa e quindi è giusto che finisca così… a tarallucci e vino, come si suol dire… la realtà pero… nella realtà le cose sono diverse… ha ragione Rambo… nella scena finale del film, quando, dopo aver messo a ferro e fuoco il paese ostile, discute col colonnello Trautman che intima “è finita Rambo!, è finita!” e Rambo reagisce! “Non è finito niente! Niente è finito! Non è un interruttore che si accende e si spegne…”, e ricorda gli amici che in Viet Nam sono morti tra le sue braccia… erano ragazzi pieni di voglia di vivere e anche di divertirsi… come quelli delle pubblicità della Coca Cola… e invece hanno avuto la morte… una morte orribile… come succede sempre in guerra…
come quella che ancora oggi colpisce milioni di innocenti in tutto il mondo e noi, anche se abbiamo la sensazione di essere del tutto impotenti, abbiamo il dovere di fare tutto il possibile, per operare per la  giustizia, per far finire le guerre… tutto, anche gesti apparentemente inutili, come fare uno spettacolino di teatro o come cantare una canzone…

Bob Dylan – Blowin’ in the wind