giovedì 29 gennaio 2015

NUVOLE da Aristofane

LE NUVOLE
da
Aristofane

***


Adattamento a cura dei docenti e degli studenti del Laboratorio Teatrale
del
Liceo Ginnasio “Benedetto Cairoli” di Vigevano
Anno scolastico 2014-15
LE NUVOLE
da Aristofane

Strepsiade, seduto vicino a Fidippide lo guarda mentre questi sta sognando avvolto nelle coperte. Passano di corsa due cavalieri su cavalli giocattolo.
FI. Attento tu, non tagliarmi la strada, corri dalla tua parte! (si agita)
ST. Eccolo… dorme tutta la notte… russa, si agita, e sogna sempre quei maledetti cavalli! (F si agita di nuovo)… ma come si fa a dormire con questi rumori e con i pensieri che mi dà questo figliolo…  guardatelo! Capelli lunghi… sembra una femmina, va a cavallo, lui, sogna di vincere alle corse… e intanto io vado in rovina! (F si agita di nuovo)… mi ha fatto indebitare per comperare quei cavalli maledetti… sapete quanto devo a Pasìa… dodici mine… chiaro? dodici mine! Non è chiaro? Fate 15-16000 euro (fa cenno “circa” con la mano). Dovevo farmi prendere a sassate, piuttosto… dovevo farmi cavare un occhio, dovevo! (F si agita di nuovo)… e poi il carro… per correre ci vuole il carro… sapete quanto mi è costato il carro? Otto mine… altre otto mine! … 10000 euro… figlio sciagurato! (F si agita di nuovo e si sveglia)
FI. Babbo, sei sveglio? Perché brontoli e ti rigiri tutta la notte?
ST. … e me lo chiedi? Ci sono gli esattori che ci danno la caccia…
FI. Ma lasciami dormire in pace! (si gira dall’altra parte)
ST. Maledetto me!... e la mezzana che mi ha fatto sposare tua madre! Io ero un contadino… ma me la passavo bene! Ero sporco… ma me ne stavo felice con le mie pecore… puzzavo… ma facevo il mio formaggio e il mio vino e me lo bevevo! … e poi, testa di bifolco ignorante che non sono altro (si prende a sberle da solo)… non mi sono sposato con una di città?
Una smorfiosa… superba… tutta profumata… lei lavora solo al telaio… dovreste vedere con che abilità tesse le lenzuola… e anche come lavora…sotto… le lenzuola…
Quando rimase incinta incominciammo subito a litigare… litigavamo per il nome da dare al ragazzo… lei era fissata con le corse… lo voleva chiamare Fantino… o Cavaliere… io in onore alle mie pecore lo volevo chiamare Montone… o almeno potevamo metterci d’accordo su Stallone… (come l’attore di quei film americani…)
Naturalmente l’ha avuta vinta lei… e con quella sua maledetta cavallite, mi ha rovinato il figlio e il patrimonio! E ora solo un miracolo può salvarmi…
veramente una possibilità c’è… ma bisogna che questo rimbambito mi dia una mano… speriamo… (cerca di svegliarlo dolcemente) Fidippide… (F si agita) … Fidippide… (F si agita di nuovo)
FI. Che c’è, babbo !?
ST. Figlio mio… mi vuoi un po’ di bene?
FI. Certo babbo… te lo giuro sul cavallo di Nettuno!
ST. No! Per carità… sul cavallo, no!
FI. Va bene… te lo giuro senza il cavallo…
ST. Ascolta, figlio mio, se mi buoi bene, promettimi che mi ubbidirai…
FI. Sono pronto, farò tutto quello che vorrai…
ST. Figlio mio, devi cambiare vita… devi impegnarti… devi andare a scuola! (questa ve l’hanno detta anche a voi… vero?)
FI. Va bene… ubbidirò; ma dov’è questa scuola?
ST. Vedi quella casetta con quella porticina…? Lì si ritrovano a ragionare alcuni uomini sapienti… e loro, ragionando… ti possono convincere di tutto quello che vogliono… anche delle cose più assurde…
FI. … di cosa per esempio?
ST. Non so… che la terra è rotonda come una palla, e che gira intorno al sole…
FI. Ma dai!!!!!!!!!
ST. Ma si! Loro ti possono insegnare ad avere la meglio, quando discuti, sia che tu abbia ragione, sia che tu abbia torto. Certo, bisogna pagarli bene… ma ne vale la pena!
FI. No, no!!! Ho capito chi sono, quelli! Sono dei disgraziati… sono pallidi come cadaveri… sembrano dei vampiri… e se ne vanno in giro scalzi seguendo quel cialtrone di Socrate.
ST. Non dire sciocchezze, fa come ti dice tuo padre… diventa uno di loro e lascia stare i cavalli! Fidati, vai da loro e impara!
FI. Ma che cosa devo imparare?
ST. Dicono che da loro, si imparano due tipi di ragionamento… uno è il ragionamento buono… e di questo non ne so nulla e non mi interessa. L’altro è il ragionamento cattivo… questo è quello che ti fa vincere anche le cause più ingiuste… se tu impari questo discorso… io, di tutti questi soldi che devo in giro, per colpa tua… io non restituisco più il becco di un quattrino a nessuno!
FI. … no, ma io non ce la faccio… io non posso ridurmi come uno di quelli…
ST. … e allora… e allora non mangerai più alla mia tavola… né tu, né i tuoi cavalli!... ecco! ti caccerò di casa e finirai in miseria!
FI. Va bene! Me ne infischio, io… di te… sai cosa faccio?... vado dallo zio Megacle… vedrai che cavalli che mi regalerà lo zio! (si gira e si rimette a dormire)
ST. Ecco… avete visto! E ora cosa posso fare? … L’unica cosa che posso fare è andare io stesso a farmi ammaestrare… ma chissà… io sono vecchio… non ho memoria… e sono anche un po’ duro a capire… come farò a imparare le finezze di questi discorsi “raffinati”.
(Va alla porta e resta col pugno sospeso senza avere il coraggio di bussare)
Tok tok! C’è qualcuno in casa?

Discepolo. Chi è che bussa alla porta?
ST. Sono io!
D. Io chi?
ST. Sono Strepsiade, il figlio di Fidone… vengo da Cicinna…
D. Ecco… accidenti a te! Mi hai fatto abortire un’idea che mi stava nascendo…
ST. … e qual era quest’idea?
D. Buzzurro ignorante! Non lo sai che ci è proibito parlare delle nostre idee con gli estranei?
ST. Ma io voglio diventare un discepolo… dimmi, di quali idee vi state occupando?
D. Va bene… te ne parlerò, ma ricorda… questi sono … I MISTERI! …
ST. si… misteri…
D. MISTERI!... ieri, Cherefonte… si domandava… quanto misura un piede di pulce! … e dopo ha provato a calcolare… quanti piedi può saltare una pulce?
ST. Magnifico!
D. Ma non è tutto… ieri un discepolo ha chiesto a Socrate se il ronzio delle zanzare… viene dalla bocca o dal sedere…
ST. Che domanda sottilissima!... e qual è la risposta?
D. Ascolta…
ST. Si!
D. Dunque… quando la zanzara vola, l’aria entra dalla bocca, si infila nel budellino ed esce dal fondo, che avendo la forma dell’imbuto echeggia come una tromba!
ST. Beati voi che sapete risolvere tutti questi enigmi della natura! Su, ti prego… fammi entrare… voglio conoscere Socrate… voglio fare il discepolo anch’io!
(D apre la porta e compare Socrate in una posizione rialzata)
… e chi è quello lassù?
D. Ma è LUI!
ST. Sooooocrate…!
D. Coraggio… puoi parlargli
ST. Grazie… Socrate, che cosa stai facendo?
SO. Sto guardando il sole da vicino… voglio scoprire i segreti del cielo...
ST. Magnifico!
SO. Ma tu piuttosto, perché sei venuto a disturbarmi?
ST. Sono soffocato dai debiti e dagli interessi, i miei averi sono stati sequestrati… voglio imparare a parlare e ad avere la meglio nelle discussioni!
SO. E come hai fatto a indebitarti in questo modo?
ST. È tutta colpa della passione di mio figlio per i cavalli!
SO. Ahi, ahi, ahi!
ST. Io so che tu conosci due discorsi… il discorso giusto e il discorso ingiusto… tu insegnami quello ingiusto… che io glielo dico ai creditori… e poi non restituisco più niente! Ti pagherò quello che vorrai… te lo giuro sugli dei!
SO. Giuri sugli dei!... Povero ingenuo…
ST. E su cosa dovrei giurare, allora?
SO. Vuoi sapere quali sono le vere divinità?
ST. Certo!
SO. … e allora facciamo venire a colloquio le NUVOLE, che sono le vere divinità. Avanti… siediti qui davanti a me! (gli mette una corona di rosmarino e lo cosparge di farina)
ST. Oh! Non vorrete mica farmi arrosto!
SO. Ma no! Questa è la cerimonia di iniziazione! Dopo diventerai un abile oratore!...
Venite, o venerabili Nuvole!
ST. E se mi bagno? (SO. gli dà un pugno in testa)
SO. Venite o venerabili Nuvole dalle cime nevose dell’Olimpo! Venite, dai giardini dell’Oceano! Venite dalle foci del Nilo, e dalle paludi della Maremma, e accogliete liete questo sacrificio (butta dell’altra farina; tuoni)
NU. Eccoci, noi siamo qui, siamo venute a voi dalle boscose vette degli alti monti (recano scodelle con acqua e schizzano SO e ST)
SO. Hai sentito la voce del tuono…?
ST. Miii che paura!… ora me la faccio addosso!
SO. Taci! Ecco che avanzano le nuvole… le nostre dee…
ST. A me mi sembrano donne… e io che credevo che le nuvole fossero solo rugiada e vapore…
SO. E invece sono loro che nutrono il fior fiore dei sofisti! Gli indovini che fanno gli oroscopi per le riviste femminili! I cialtroni che imbrogliano la gente nelle televendite… e perfino i cantanti di Radio Italia solo musica italiana…
NU. Parla o Socrate, sacerdote delle chiacchiere più sottili e strampalate… chiedi a noi ciò di cui hai più bisogno, e noi ti esaudiremo.
SO. (a ST) Vedi…? Solo queste sono le vere divinità… le altre sono tutte fasulle!
ST. Ma come?... e allora Giove? Quello che sta sull’Olimpo?
SO. Ma Giove non esiste!
ST. E allora chi è che fa piovere?
SO. Ma loro naturalmente! Le Nuvole… e chi altro! Quando mai hai visto Giove far piovere senza le Nuvole?
ST. … ammetto che hai ragione! Ma allora spiegami… chi è che tuona?… a me i tuoni mi fan sempre una paura!…
SO. Ma sono sempre le Nuvole! Sono loro che, dense e piene di pioggia, spinte dai vortici dell’aria, cozzando tra di loro, producono un terribile frastuono…
ST. Non riesco a crederci…
SO. Te lo dimostrerò. Non ti è mai capitato di mangiare una bella zuppa di fagioli?
ST. Certo che mi è capitato!
SO. E dopo che ti sei rimpinzato di zuppa, non ti è mai venuto un bel mal di pancia che ti fa piegare in due dal dolore?
ST. Certo che mi è capitato!
SO. E allora non hai cominciato a scorreggiare come i fuochi d’artificio alla festa del santo patrono… prapapan, prapapan, prapapara papara papan!!!
ST. Certo che mi è capitato!
SO. E allora se tu, con una pancia così piccola puoi sparare rumori così forti, perché le nuvole che sono enormi non possono tuonare così potentemente?
ST. Va bene, mi hai quasi convinto… ma dimmi una cosa, allora… da dove viene il fulmine splendente di fuoco che quando colpisce qualcuno, lo incenerisce? Io ho sempre saputo che è Giove che lo lancia contro gli spergiuri.
SO. Ma dove vivi?... non vedi che gli spergiuri della razza peggiore prosperano e se la spassano? … invece i fulmini colpiscono il tempio stesso di Giove e le querce che sono sulle colline intorno ad Atene… hai mai sentito delle querce che spergiurano?
ST. Hai ragione… ma allora cosa sono i fulmini?
SO. … quando il vento arido rimane intrappolato dentro le nuvole… le gonfia le gonfia le gonfia come fossero zampogne finché non le fa scoppiare e quando vien fuori si infiamma…
ST. Meraviglioso! Da solo non lo avrei mai capito…
NU. O uomo felice! Tu che hai desiderato apprendere la saggezza, ora comportati da uomo saggio e non desiderare cose insensate come… mangiare, bere, coprirti quando piove e fa freddo… andare in giro a cercare i ragazzini…
SO. E non crederai ad altri dei, oltre ai nostri tre: Nuvole, Caos e Lingua.
ST. Ma certo!
NU. E allora chiedi ciò che desideri e ti sarà concesso.
ST. Quello che io desidero è piegare la giustizia a mio favore e sfuggire dalle mani dei creditori.
NU. Quello che desideri non è gran cosa, e lo otterrai, basta che ti affidi ai nostri ministri.
ST. Succeda pure quel che deve succedere … sono pronto ad apparire svergognato, ardito, linguacciuto, sfacciato, contaballe, viscido, arrogante, ladro e spudorato… purché io riesca a sfuggire ai debitori!
NU. Ecco, Socrate… quest’uomo è pronto
SO. Va bene… dimmi intanto… qual è il tuo carattere?
ST. In che senso?
SO. Per esempio… hai memoria?
ST. Dipende… se uno mi deve qualcosa… me ne ricordo benissimo; se invece sono io che devo… allora, di memoria, non ne ho per niente!
SO. Che razza di buzzurro ignorante… dovrò insegnargli l’educazione a bastonate! Giuro sul Caos che non ho mai visto un uomo così zotico e inetto… vediamo di fargli imparare qualcosa di metrica…
Vediamo un po’… secondo te, qual è il metro più bello… il trimetro o il tetrametro?
ST. Io preferisco il quartino… di rosso… si!... meglio se il vino è rosso…
SO. … che asino!... ma sai almeno distinguere il ritmo enoplio da quello dattilico?
ST. Mio caro Socrate… di queste cose, io non voglio imparare nulla…
SO. E cosa vuoi imparare, allora?
ST. Io voglio imparare il discorso più disonesto che ci sia!
SO. Ma c’è ben altro da imparare prima di questo!
ST. … e cioè?
SO. Per esempio… quali tra gli animali sono propriamente maschili?
ST. Li so già… il montone, il capro, il toro, il cane, il pollo…
SO. … e il pollo qual è… quello che fa le uova, o quello con la cresta?
ST. Tutti e due!
SO. Sbagliato! Quella che fa le uova si chiama polla!
ST. … grazie! Che informazione preziosa!
SO. … e questa come la chiami?
ST. … come la chiamo… mano… questa è la mano…
SO. Vedi ignorante! Tu dici “la” mano… “la” … femminile… e allora non devi dire “la maNO”… devi dire “la maNA”...  femminile…
ST. A me queste cose di maschile e femminile non interessano per niente… io voglio sapere come devo fare per non pagare i miei debiti!
SO. Dunque, dunque, dunque… come non pagare i debiti… lasciamo correre libero il pensiero… e vediamo se ci viene un’idea…
ST. … e se pagassi una maga per fare sparire la luna?
SO. Far sparire la luna? E che cosa ci guadagneresti?
ST. Se la luna non sorgesse più, non pagherei più gli interessi…
SO. E perché?
ST. Perché gli interessi si pagano al nascere della luna nuova…
SO. Buona idea… ma se ti facessero causa per riavere 5 talenti… come pensi che riusciresti a farti cancellare il debito?
ST. Se trovassi il modo per dare fuoco alle cambiali?
SO. Bravo furbo! … e se ci fossero dei testimoni?… sei un cialtrone! … sai cosa devi fare? Devi fare solo una cosa… prendere una corda e andare a impiccarti! Vattene… non hai imparato niente… non voglio più averti tra i miei discepoli! Vecchio rimbambito e balordo!
ST. Povero me… sono rovinato… cosa ne sarà di me adesso…
O nuvole… care nuvole… datemi voi un consiglio!
NU. Ascolta, o vecchio! Questo è il nostro consiglio… hai un figlio bello grande… manda lui a imparare al posto tuo.
ST. Avete ragione. Ora vado da lui… e se non vorrà, lo caccerò fuori di casa! (esce)
NU. O Socrate… vedi… ora che quest’uomo è disperato e confuso… è pronto a fare qualunque cosa tu voglia… spremigli tutto quello che puoi… prima che gli passi questo turbamento.
(Socrate esce, ST e FI rientrano)

ST. Vieni avanti… è finita la pacchia!
FI. Ahia! Ma tu sei pazzo… per Giove!
ST. Ma che baggianate… tu, un giovane della tua età, credere ancora a Giove!
FI. … e a chi dovrei credere, allora?
ST. Figlio mio… ti dirò la verità… non c’è nessun Giove
FI. E chi c’è allora?
ST. Le nuvole… e il vento… e il caos… che hanno cacciato Giove e regnano al suo posto!
FI. … e chi è che racconta queste balle…
ST. Balle?! Queste cose me l’ha insegnate Socrate… che riflette coi suoi discepoli sulla misura dei piedi delle pulci e sulle scorregge delle zanzare…
FI. … e tu sei così fuori di testa da ascoltare quei pazzi!
ST. Tu sei pazzo… TU!... tu che mi hai mandato in rovina… ora c’è una cosa sola che devi fare… devi andare da loro e imparare tu, al posto mio!
FI. Ma cosa vuoi che impari, io, da questi…
ST. TU hai tutto da imparare da questi… vai da loro e vedrai, quanto sei rozzo e ignorante!...
Obbedisci! e vedrai che ti farà bene!
Socrate… Socrate!... guarda, ti ho portato mio figlio… è un ragazzo sveglio, lo era fin da bambino…
Fagli imparare i due ragionamenti… quello forte e quello debole…
FI. … il pensiero debole?… quello di Vattimo?
ST. … ma no! Il pensiero debole è quello che pur sostenendo cose ingiuste, vince il pensiero forte!
(Socrate batte le mani ed entrano il pensiero forte e il pensiero debole; sono 2 clown coi guantoni da pugile… uno grasso-pensiero forte  e uno magro-pensiero debole)
SO. Ed ecco a voi, pronti a sfidarsi sul ring delle idee, davanti a questo magnifico pubblico…
alla mia destra… il campione in carca, titolare della cintura dei pesi massimi, alla bilancia 240 libbre…
ecco a voi… il pensiero forte…
alla mia sinistra… lo sfidante… titolare della cintura dei pesi mosca, alla bilancia 80 libbre…
ecco a voi… il pensiero debole…
vi ricordo che non esistono regole… non c’è arbitro… non ci sono colpi proibiti e vince chi grida più forte… diamo inizio all’incontro… Primo round (gong)
ST. Vediamo chi sarà in grado di confutare qualsiasi argomento dell’altro…
PD. Io ti spiezzo in due!
PF. Malvagio, io ti sconfiggerò dicendo il giusto!
(ad ogni battuta si colpiscono con un pugno)
PD. IO… io ti sconfiggerò!... perché la giustizia non esiste affatto!
PF. Ma certo che esiste!
PD. E dove sarebbe?
PF. Presso gli dei, naturalmente!
PD. E allora perché non ha colpito Giove… dal momento che lui ha messo in catene il suo stesso padre?!
SO. Ecco vediamo il pensiero forte comincia a barcollare sotto i colpi dell’avversario…
PD. Vecchio imbecille! Squilibrato!
PF. Buffone, svergognato… non mi butterai giù… avanti colpisci! Tanto non mi butti giù…
Tu sei solo un pazzo… e sono pazzi anche i cittadini di questa città, che ti nutrono perché tu faccia rimbambire i ragazzi!
PD. Non sarai tu, povero pagliaccio a istruire questo ragazzo!
PF. E da te cosa può imparare? Chiacchiere a vanvera?!
Io gli insegnerò com’era l’educazione antica… quando si onoravano la giustizia e la modestia… e quando i giovani andavano dal maestro di musica e imparavano i bei canti di una volta come “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”, o “Amore ritorna, le colline sono in fiore”… e se qualcuno faceva il buffone… frustate! E i maschi non pensavano solo ad andare a divertirsi e a fare sesso tra di loro…
Per questo, ragazzo, scegli me… io ti insegnerò a cedere il posto agli anziani, ad essere ubbidiente ai tuoi genitori… e a non sgridarli perché sono vecchi, loro che ti hanno allevato come un pulcino…
PD. E tutti ti chiameranno cocco di mamma…
PF. Se tu farai quello che io ti dico, avrai sempre un petto robusto, spalle larghe, lingua corta…
Quello lì, ti convincerà a credere onesto tutto quello che è turpe, e turpe tutto ciò che è onesto… lui ti insegnerà a essere pettegolo e litigioso… come Vittorio Sgarbi… !
NU. Che saggezza immensa… beati quelli che vivevano nei tempi antichi!
PD. Questi discorsi mi fanno vomitare! Beati quelli che vivevano nei tempi antichi… quando non si poteva fare nemmeno un bagno caldo
PF. Certo, quella è una pessima usanza che rende molle l’uomo…
PD. E allora dimmi… qual era il più forte e il più duro dei figli di Giove?
PF. Il più valoroso, quello che ha compiuto le dodici fatiche… era Ercole!
PD. E quando mai hai visto i bagni, alle terme di Ercole, freddi?
SO. Ecco che il pensiero debole ha assestato un altro colpo micidiale all’avversario… che fatica sempre più a stare in piedi…
PD. E poi quanto a saper usare la lingua, hai mai visto qualcuno che abbia ottenuto qualche vantaggio dalla buona educazione? … e con la castità… hai mai visto qualcuno far carriera?… nessuno! Questa è la verità!
PF. Ma il premio della tua castità sarà una sposa devota.
PD. … certo!… ma senti un po’… non hai mai sentito la storia di quel tizio che era stato casto e quando si sposò la moglie lo piantò perché non era abbastanza focoso… le donne sotto le coperte, hanno bisogno di essere sbattute come si deve… vecchio rimbambito (PF barcolla sotto i colpi di PD)… e poi pensa… con la moderazione… quanti piaceri ti perderesti… fanciulle, donne, gioco d’azzardo, feste, vino… come potresti vivere senza queste cose?... e supponiamo che per disgrazia… ti innamori… le fai le corna, e lei ti becca!... se non sai contargliela giusta… sei rovinato! Se invece seguirai i miei insegnamenti… te la caverai senza problemi… per esempio, potresti raccontare che non hai fatto proprio niente di male, perché anche Giove cede spesso e volentieri alle donne… e tu che sei solo un povero mortale… come potresti essere più forte di Giove?
PF. E se il padre della ragazza ti piglia e ti infila uno zucchino in quel posto… come potrai dire di averlo ancora sano?
PD. … e se non ce l’ha sano che male c’è?
PF. Ci può essere qualcosa di peggiore?
PD. E perché mai? Ascoltami bene e rispondi… gli avvocati, da dove li prendono?
PF. Dai pervertiti!
PD. E gli scrittori di tragedie?
PF. Dai pervertiti!
PD. E gli uomini politici?
PF. Dai pervertiti!
PD. E tutti questi spettatori?... guarda quello lì con i capelli lunghi…
PF. Dai pervertiti!
PD. … e allora ti arrendi? (PD lo colpisce e PF crolla al tappeto – Socrate lo conta)
PF. … va bene… lo ammetto, hai vinto!
ST. Figlio mio… ti affido al pensiero debole… e tu (al PD) ammaestralo e preparalo per bene… in modo che sia capace di affrontare tutti i processi, nel modo più disonesto!
NU. E noi lo proteggeremo… e se qualcuno si metterà contro di lui… noi gli faremo seccare i campi, poi faremo piovere finché non saranno allagati, poi gli faremo grandinare sulla vigna, e gli spaccheremo tutti i grappoli d’uva in modo che non possa fare neanche una bottiglia di vino… e quando gli ulivi saranno pronti per la raccolta, noi con i fulmini glieli schianteremo uno a uno! E col vento gli porteremo via le tegole dal tetto e lui preferirà scappare in Egitto piuttosto che essere perseguitato da noi!

ST. Maledizione! Il tempo passa e il giorno si avvicina! I miei creditori dicono che hanno depositato la denuncia e vogliono rovinarmi… vogliono distruggermi.
Io li scongiuro di essere un po’ moderati… “buona gente, non prendetemi tutto… una parte ve la darò quando avrò i soldi… e qualcosa lasciatela perdere…”, e loro cosa fanno? Mi insultano e mi giurano che mi sbatteranno in galera! Speriamo che mio figlio abbia imparato a difendere la mia causa in tribunale… tu, regina degli imbrogli! o Frode… aiutami tu!… (entra Socrate con Fidippide)
SO. Stai tranquillo… tuo figlio ha imparato bene il discorso ingiusto del pensiero debole e così ora potrai sfuggire a qualunque processo.
ST. Anche se, quando ho preso denaro a prestito, c’erano dei testimoni?
SO. Più testimoni c’erano meglio è!
ST. Magnifico!... piangete usurai! Ora non potrete più farmi del male! Maledetti voi e i vostri capitali, e gli interessi… e gli interessi degli interessi… degli interessi!
SO. Ecco… tuo figlio adesso è un uomo…
ST. Grazie! Che gioia vedere questa faccia… questo atteggiamento… come se fossi stato tu ad essere stato offeso, quando invece sei tu che offendi!
Vieni… ora devi salvarmi, visto che sei stato tu a rovinarmi!
FI. … e di cosa hai paura?
ST. Del giorno della luna vecchia e della luna nuova… il giorno in cui i creditori avvieranno la causa contro di me.
FI. Quelli che la depositeranno, la perderanno… non è possibile che un solo giorno diventi due giorni!
ST. Spiegati meglio?
FI. Una donna può essere contemporaneamente vecchia e giovane?
ST. Ma no!
FI. E allora come fa la luna a essere contemporaneamente vecchia e nuova?
ST. Eppure la legge dice così…
FI. Solone intendeva dire che le cause vanno presentate all’ultimo giorno della luna vecchia, mentre i creditori possono presentarsi anche la prima mattina della luna nuova.
ST. E allora perché i giudici vogliono fare tutto in un giorno?
FI. Per avidità… per incassare prima il loro gettone di presenza!
ST. (al pubblico) … e voi poveracci… che ve ne state lì seduti come degli allocchi, avete visto come si ragiona di questi tempi? Pecore, siete! Zimbelli delle persone sagge e istruite come noi!
(entra un creditore con un testimone)
CR. Eh… no! … e allora cosa devo fare? Devo buttare via i miei soldi?
ST. Ecco… è arrivato il primo creditore!
CR.  Creditore con testimone!... e voglio il mio denaro, subito… se no ti porto in tribunale!
ST. E perché mi vuoi portare in tribunale?
CR. Per le 12 mine che ti ho prestato quando hai comprato quel cavallo color cenere.
ST. Ma se lo sanno tutti che io odio i cavalli!
CR. Avevi giurato, che me le restituivi!
ST. Si, ma mio figlio non aveva ancora studiato alla scuola di Socrate!
CR. E allora, adesso, vuoi negare il tuo debito? E sei pronto a spergiurare su Giove!
ST. Mi fai ridere, tu che credi ancora a Giove!
CR. Mi stai prendendo in giro? Per Giove e per tutti gli dei, non la passerai liscia con me!
ST. Ma che cosa vuoi tu che non sapresti distinguere un pollo da una polla…  vattene… ignorante che non sei altro… non ti darò nemmeno un soldo!
CR. Certo che me ne vado! Ma sai dove vado? Vado dritto in tribunale a chiedere giustizia!
(esce ed entra il secondo creditore)
CR2. Povero me! Povero disgraziato che sono!
ST. Se sei un povero disgraziato, che vuoi da me?
CR2. Non prendermi in giro! È un periodaccio… me la passo male e ho bisogno di soldi… dì a tuo figlio di restituirmi il denaro che gli ho prestato.
ST. Ma di quale denaro stai parlando? Devi aver avuto un terremoto nel cervello!
CR2. Tu provati a non restituirmi i miei soldi, e considerati già chiamato in tribunale!... oppure se navighi in cattive acque… pagami almeno gli interessi!
ST. E cosa sono gli interessi!
CR2. Ma come? Non sai cosa sono gli interessi? Mese dopo mese… giorno dopo giorno… col passare del tempo, il denaro cresce…
ST. Davvero? E allora dimmi una cosa… il mare, cresce?
CR2. No! Il mare è sempre uguale… non sarebbe normale, se crescesse!
ST. E allora perché se il mare, pur con l’affluire di tanti fiumi, non cresce, tu vorresti far crescere il tuo denaro? E ora… te ne vuoi andare o no?!
CR2. Ma che prepotenza è, questa!
ST. Vattene o ti caccio a frustate! (esce)

NU. Questo vecchio c’ha preso gusto a queste brutte azioni! Certo gli capiterà qualche sventura! E forse sarà proprio il figlio, a dargli qualche dispiacere…
ST. (rientra seguito dal figlio) Aiuto, aiuto… mi picchia, aiuto! Basta, disgraziato… non sulla testa! Non sulla faccia! … bastardo! Picchi tuo padre? Ladro! Assassino!
FI. Continua! Continua pure! Lo sai quanto mi diverte sentire i tuoi insulti!
ST. Scellerato!
FI. Ancora!
ST. Ma come osi picchiare tuo padre!
FI. Certo… e lo faccio a buon diritto!... scegli tu se vuoi che te lo dimostri col pensiero debole o col pensiero forte…
NU. Avanti vecchio, comincia a raccontare da cosa è stato originato il vostro litigio…
ST. Ma niente… avevamo appena finito di pranzare e io l’ho invitato a prendere la lira e a cantarmi una canzone… ma lui ha subito cominciato a dire che cantare quando si è a tavola, è roba da lavandaie!
FI. Vi sembra logico chiedere a un figlio di cantare, come se fosse una cicala?
ST. Ma io volevo che mi cantasse una bella canzone dei miei tempi… di quando ero giovane…non volevo che mi cantasse una canzonetta di Gigi d’Alessio o di Tiziano Ferro…
Gli ho chiesto anche di recitarmi qualcosa di Eschilo… e lui… sapete cosa mi ha risposto?... Diglielo!
FI. Eschilo è un vecchio trombone e la sua Orestiade è come la corazzata Potemkin!
ST. … anche se avevo voglia di mettergli le mani addosso… gli ho detto:  allora recitami qualcosa di un poeta moderno… non è andato a prendere una roba di Pasolini tutta piena di delinquenti e di donnacce! Non c’ho visto più! Ho incominciato a dirgliene di tutti i colori!... e lui mi è saltato addosso e ha cominciato a menarmi!
FI. E non è giusto? Visto che non apprezzi la vera poesia?
ST. Ma come puoi dire che è giusto picchiare il tuo povero babbo… che quando eri piccolo… bastava che tu dicessi “bumba” e io ti davo da bere… e se dicevi “pappa” e io ti davo da mangiare… e se dicevi “cacca”, io ti sollevavo in modo che tu non te la facessi addosso!
NU. Tuo padre ha ragione… sentiamo cos’hai da dire per sostenere che hai fatto bene!
ST. … sentite, cosa dico… era meglio quando sperperava tutte le mie ricchezze coi cavalli, piuttosto che essere picchiato in questo modo!
FI. Ma senti un po’… ma quando io ero bambino… tu mi picchiavi?
ST. Certo!
FI. E perché mi picchiavi?
ST. Perché ti volevo bene e mi preoccupavo per te!
FI. … e allora… anch’io ti voglio bene e mi preoccupo per te!... nello stesso modo,... perché non è giusto che anch’io possa picchiarti!... anzi, è più giusto picchiare i vecchi, perché i vecchi hanno più esperienza e sono meno giustificati, quando sbagliano!
ST. Ma non c’è nessun popolo dove la tradizione vuole che i figli picchino i genitori.
FI. … la tradizione… la tradizione comincia quando uno comincia a fare una cosa, e poi la fanno anche gli altri, perché è giusta… e quando la fanno tutti, è diventata tradizione! … e comunque, non è detto che da questa nuova tradizione, anche tu non ci ricavi qualcosa di buono!
ST. Sentiamo un po’… e che cosa potrei ricavarci di utile, io?...
FI. … che oltre a picchiare te… potrei picchiare anche la mamma!
ST. Ma cosa dici! Questo è un delitto ancora più grave!
FI. … ma io ti dimostrerò che bisogna picchiare anche la mamma…
ST. Che disgrazia! (alle nuvole) ecco cosa mi succede per aver messo nelle vostre mani tutta la mia vita!
NU. La colpa è tua… sei tu che hai scelto il male!
ST. Perché non me l’avete detto subito, invece di lasciar fare un vecchio rimbambito e ignorante come me!
NU. Noi facciamo così, con chi sceglie il male: lo gettiamo nei guai per insegnargli a comportarsi onestamente.
ST. Avete ragione… non dovevo truffare i miei creditori… Su! figlio mio… andiamo a dare una lezione a quel cialtrone di Socrate.
FI. Ma io non posso mancare di rispetto al mio maestro.
ST. Pensa a rispettare Giove, piuttosto.
FI. Ancora con Giove? Ma non lo sai che Giove non esiste? Ma che vecchio rimbambito… non ha ancora imparato niente (se ne va)
ST. Sono stato proprio pazzo, a ripudiare gli dei… (si rivolge alla statua di Ermes)
Ma tu, o amato Ermes… non essere arrabbiato con me… non punirmi… perdonami… e dimmi cosa devo fare
(la statua si anima e gli sussurra qualcosa) certo, certo, certo… questo è un buon consiglio… no, è giusto così… nessun processo… vado subito a dare fuoco alla casa di quel cialtrone… portatemi fiaccola e piccozza! (comincia a demolire il tetto e appicca il fuoco)
alé alé alé alé… oh-o oh-oooooooooo
SO. Ma cosa stai facendo?
ST. Niente… sto discutendo col tetto di casa… e già che ci sono… guardo il sole da vicino!
alé alé alé alé… oh-o oh-oooooooooo
SO. Povero me! Morirò arrosto…
ST. E così ti impari a offendere gli dei! Cialtrone! Contaballe!
NU. Ragazze… per oggi abbiamo fatto abbastanza… Andiamo… andiamo…ché lo spettacolo è finito… prima che anche il pubblico dia fuori di matto… scappiamo, prima che le prediamo anche noi!
Addio… addio… aiuto! Aiuto!… (scappano tutti)