sabato 23 aprile 2016

Pluto

Pluto
Da Aristofane
Riduzione e adattamento di Luigi Alcide Fusani

Entrano Pluto, vecchio cieco, Cremilo e il suo schiavo Carione

Ca. –al pubblico – Eccoci qua! Guardate, guardate signori… e ditemi se uno può essere più disgraziato di me! Non solo sono schiavo… ma come se non bastasse, il mio padrone è completamente pazzo! Ditemi voi quando mai si è visto un cieco guidare quelli che ci vedono. Ecco… il mio padrone, da quando è andato al tempio di Apollo, non capisce più niente… si è messo a seguire questo disgraziato e costringe anche me ad andare dietro a loro… e non mi risponde!
Padrone!? Padrone!... si può sapere una buona volta perché stiamo seguendo questo pezzente?
Cr. Non rompere, per Giove!
Ca. Rompo quanto mi pare! E continuerò finché non mi spiegherai perché continuiamo a seguire questo disgraziato!
Cr. E va bene… te lo spiegherò… ma proprio perché sei il più fedele dei miei servitori… quello che riesce sempre a rubare senza farsi mai beccare
Ca. Io! Rubare… ma quando mai!
Cr. Stai zitto! E non fare l’innocente!... Dunque… allora… tu sai che io sono sempre stato devoto e onesto…
Ca. Certo!
Cr. E quindi non sono mai riuscito a combinare niente… e sono sempre stato povero in canna…
Ca. Esattamente!
Cr. … allora, sono andato al tempio di Apollo e ho chiesto se mio figlio per essere un po’ meno disgraziato di me, deve essere disonesto, ladro, corrotto, ingiusto… come tutti quelli che fanno fortuna di questi tempi…
Ca. È vero… un giorno, tra centinaia… forse migliaia di anni tutti saranno onesti… ma oggi…
Cr. Ebbene… sai cosa mi ha risposto Apollo?
Ca. No…
Cr. Ha detto di seguire il primo che avrei incontrato uscendo dal tempio… e di obbligarlo ad accompagnarmi a casa.
Ca. … e il primo che hai incontrato… è questo disgraziato!?
Cr. Esattamente!
Ca. Sono sicuro che hai capito male!
Cr. Assolutamente no! Ho capito benissimo… quello che bisogna fare adesso, è cercare di capire chi sia questo vecchio, e perché è venuto qui!
Ca. Ci penso io! (va dal vecchio)… ehi tu… pezzente… spiegaci un po’ chi sei… prima che io ti riempia di bastonate!
Pl. Ma va fancu… (gli tira un sasso)
Ca. Hai sentito!
Cr. No! Parlava con te!
Ca. … dici di provare con gentilezza?... scusate buon uomo… chi siete?
Pl. Impiccatevi… tutti e due!
Ca. (prende il bastone) … io t’ammazzo… bastardo! (Cr si mette in mezzo)
Cr. Calma! Calma!
Ca. Ok… calma… giusto… allora sai cosa facciamo?  Lo prendiamo… lo leghiamo… lo portiamo alla rupe che c’è dietro il tempio… e lo buttiamo giù… e la facciamo finita!
Cr. Bravo… bella idea… avanti (prendono la corda, lo sollevano e cominciamo a legarlo)
Pl. Bastardi… bastardi! Mettetemi giù… adesso m’incazzo eh!
Cr. … allora si può sapere chi sei?
Pl. Se sapeste chi sono… mi fareste del male e non mi lascereste più andare!
Cr. Finché non parli, non ti sleghiamo!
Pl. Accidenti a quella vacca di tua sorella!... avanti slegatemi… e dopo vi dirò chi sono…
Cr. … ecco fatto… avanti chi sei?...
Pl. … lo dico a voi… ma ricordatevi che è un segreto… ecco… io sono Pluto!
Ca. Bastardo! Sei Pluto e tacevi!
Cr. Ma va! Ma guarda come sei conciato! Come hai fatto a diventare così disgraziato!
Pl. È tutta colpa di Giove! Quando ero giovane… me ne andavo in giro insieme alla gente saggia e onesta… e lui… Giove, invidioso della gente per bene, mi ha accecato per impedirmi di distinguere la gente per bene dai mascalzoni…
Cr. Ma ascolta… se tu ci vedessi di nuovo… fuggiresti dai mascalzoni?
Pl. Certo che si!
Cr. … e andresti dalle persone per bene… ?
Pl. … sicuramente… è tanto che non ne incontro più!
Ca. Francamente, anche noi che ci vediamo benissimo, è tanto tempo che non ne incontriamo
Cr. Pluto, ascoltami… vieni con noi… nessuno ha un carattere migliore del mio!
Pl. Dite tutti così… poi, una volta che vi ho fatto diventare ricchi… vi lasciate andare a ogni genere di perversione!
Cr. Ascolta… ho una proposta da farti… se resti con me, io ti libererò dalla cecità e tu tornerai a vedere
Pl. Ma sei pazzo!?...  se io recupero la vista, Giove sicuramente si incazza come una bestia e poi…
Cr. … e poi?
Pl. … mi schiaccerebbe definitivamente!
Cr. Stai tranquillo… ti dimostrerò che tu… tu sei molto più potente di Giove!
Pl. Ma va!
Cr. Siiiiiii! Giove, col denaro, comanda sugli dei e sugli uomini… e sei tu che gli fornisci il denaro che gli serve per comandare…
Ca. … e tu… tu se volessi, potresti far cambiare tutto questo!
Pl. Ma come?
Cr. Senza denaro, nessuno potrebbe più fare sacrifici a Giove…
Ca. … basta che tu lo voglia…  e da solo, tu potrai rovesciare il regno di Giove!
Pl. E allora gli uomini faranno sacrifici solo a me?
Cr. Certo! Perché tutto al mondo ubbidirebbe solo a te...!
Ca. Guarda le cortigiane di Corinto… ! se non c’hai soldi… non ti guardano neanche ma se sei ricco ti danno senza problemi la passerina e anche… tutto il resto...
Pl. Oh mamma mia!
Cr. Tu sei il motore del mondo… gli artigiani… lavorano per possederti…
Co. I mercanti viaggiano e commerciano… per possederti!
Cr. È per possederti che si fanno gli affari… tu sei la causa di tutto il bene e di tutto il male che c’è nel mondo
Co. E nessuno, al mondo, mai… è mai stato sazio di te… se uno riceve 10 talenti… ne vorrebbe 20, e chi ne ha 20, ne vorrebbe 40!
Pl. Va bene, ma io come farò a diventare padrone di tutta la mia potenza?
Cr. … io farò in modo che tu abbia una vista più acuta di quella di un’aquila!
Pl. Ma tu sei solo un semplice mortale…
Cr. Io, in quest’impresa avrò molti alleati… tutti quei cittadini che pur essendo onesti e lavoratori non hanno neanche gli occhi per piangere...
Co. Andiamo a chiamare i compagni contadini che lavorano nei campi duramente e facciamoli venire qui a prendersi la loro giusta parte di ricchezza…
Cr. E tu, Pluto… tu, il più potente di tutti gli dei… entra in casa con me! Questa è la casa che tu, oggi, devi riempire di ogni ricchezza!
Pl. Questa cosa non è che mi va tanto… Ogni volta che vado a casa di qualcuno sono guai. Una volta sono andato a casa di un avaro, e lui sapete cos'ha fatto… mi ha seppellito vivo… e quando un suo conoscente gli ha chiesto un piccolo prestito… lui ha risposto di non avermi mai visto.
Cr. Sta tranquillo io non farò così…
Pl. Non mi getterai in pasto alle donnacce e giocatori di dadi?
Cr. Ma certo che no! Stai tranquillo, vieni in casa, voglio farti conoscere mia moglie e mio figlio…
Pl. Speriamo in bene
(Entrano in casa. In scena entra il coro dei contadini, cantando l'internazionale)
Ca. Venite popolo di contadini e di lavoratori… Il mio padrone giura che ora vivrete giorni felici... liberi dalla vita triste e dolorosa che avete condotto sinora.
Contadino. Che storia è mai questa? Guarda che noi non abbiamo tempo da perdere… Noi, siamo gente che lavorano…
Ca. Il mio padrone ha portato a casa un vecchio sporco, gobbo, grinzoso, calvo e sdentato…
Contadino due. E questo vecchio sarebbe venuto a casa vostra con un sacco di denaro?
Contadino tre. Guarda che se ci hai preso in giro ti riempiamo di bastonate… e te ne diamo tante che ti spezziamo le gambe
Contadino due. Al cimitero ti mandiamo… Al cimitero!
Ca. Calma calma! Ascoltate amici… quello che il mio padrone ha portato a casa… è Pluto! … E adesso… diventeremo tutti ricchi!
Contadino quattro. Mi sembra impossibile.
Contadino due. Se quello che dici è vero… organizzeremo una grande festa con canti e balli…
Ca. Ma certo che è vero! Possiamo già cominciare a cantare tutti insieme (cantano tutti “soldi soldi soldi”)
Cr. Cari amici vi ringrazio tutti di essere venuti qui… Vi abbraccio tutti di cuore… vi ho convocati qui, perché ho bisogno del vostro aiuto per salvare il nostro Dio.
Contadino uno. Noi siamo con te nell'impresa… E adesso che nostro, che provi qualcuno a strapparci Pluto in persona…
Cr. Attenti... ecco che arriva quella carogna di Blessidemo… Deve avere sentito qualcosa…
Ble. Che è successo? Come ha fatto Cremilo ad arricchirsi tutto in un colpo? Non ci posso credere… Eppure in città tutti non parlando d'altro…
Ma quello che proprio non riesco a credere… è che Cremilo, ora che si è arricchito, ma da chiamare i suoi amici. Non è normale. Non ci si comporta in questo modo, in questa città. Non è normale!
Cr. Blessidemo… Amico mio, vieni a festeggiare con noi!
Ble. … Ma davvero sei diventato ricco come dicono?
Cr. Non ancora…  è rimasta solo una piccola questione da risolvere…
Ble. Di la verità… Sei andato il tempio è rubato tutto l'argento e tutto l'oro che c'era…
Cr. Ma no!... Non ho fatto niente del genere!
Ble. Dai, di la verità… Tranquillo... a me lo puoi dire…
Cr. Ma non è vero… Non ho rubato niente a nessuno, ti assicuro!
Ble. … Cioè tu non ti fidi… Sono anni che mi conosci eppure non ti fidi… Tu mi offendi…
Cr. Blessidemo… Ma tu sei pazzo! Ti dico che non ho rubato niente a nessuno… credimi!
Ble. … Se tu mi dici la verità… Io posso andare in città… E con qualche moneta… Aumma-aumma… mettiamo tutto apposto…
Cr. Se pensi che io abbia rubato qualcosa, e vuoi che ti dia la tua parte… E allora hai sbagliato a capire… la verità… Se proprio la vuoi sapere… È che oggi, a casa mia… ho portato, come ospite… Pluto in persona…
Ble. Quale Pluto… Pluto… Plutoooo… Quel Pluto!?
Cr. Eh! Pluto.
Ble. Ma vai!
Cr. Giuro!
Ble. Fammelo vedere!
Cr. Non si può ancora!
Ble. E perchè?
Cr. E ancora cieco… da tutti e due gli occhi…
Ble. E cosa c'entra? Sono io che lo voglio vedere! E io ci vedo benissimo…
Cr. Prima bisogna che lui riacquisti la vista…
Ble. Bisognerebbe trovare un medico… Ma dove lo troviamo un medico oggi, e senza soldi…
Cr. Un medico non basta… Ci vuole qualcosa di più…
Ble. Che cosa?
Cr. Bisogna portarlo al tempio di Asclepio!
Ble. Giusto! Questa si che è un'idea… Avanti, facciamo in fretta... portiamolo subito!
( entra la povertà)
Povertà. Fermi lì! Pazzi e responsabili!
Ble. Per Giove!… la povertà!
Cr. Dai! Non bestemmiare!
Povertà. Miserabili che non siete altro… Criminali… non oserete compiere un'azione così folle!
Cr e Ble. Svelti, scappiamo…
Povertà. Non vi muovete! Non vi permetterò di compiere quest’atto empio e intollerabile...
Cr. Ma perché gridi così? No non ti abbiamo fatto niente di male!
Povertà. Ah noooo?
Cr. No!
Povertà. E chi è allora che sta cercando di cacciarmi da ogni luogo? … Dopo tutti questi anni che abito con voi… Voi state cercando di farmi sparire di qui… E io vi punirò tutti e due… Senza pietà!
Cr. Io non ho paura di te… Io combatterò fino all'ultimo, e non lascerò indifeso il mio ospite.
Povertà. Sciagurati, ma voi non vi rendete conto, che cacciandomi... voi non solo fate del male a me, ma anche a tutti gli altri uomini…
Cr. E perché mai?
Povertà. Perché io sola sono la causa di tutti i beni che capitano agli uomini.
Cr. Non credo proprio… Ascolta:
io sono convinto che sia giusto che gli onesti abbiano ogni bene e siano felici,
mentre i disonesti e i mascalzoni devono essere puniti e devono finire in miseria.
Io sono convinto che quando Pluto non sarà più cieco e ci vedrà per bene…
sono sicuro che andrà delle persone per bene e fuggirà dai cattivi e dai mascalzoni… ea quel punto tutti vorranno essere onesti. Si può immaginare qualcosa di meglio per tutta l'umanità?
Povertà. Ma cosa vi siete fumati, le foglie di quercia dell'Olimpo? Non ho mai sentito dire delle stupidaggini più folli di queste…
Cr. E perché mai?
Povertà. Ma perché... se Pluto riacquistasse la vista e distribuisse la ricchezza ugualmente tra tutti gli uomini… gli uomini non si dedicherebbero più né all’arte né al lavoro… Chi vorrebbe continuare a fare il fabbro, o il maestro d'ascia che costruisce le navi… Chi vorrebbe fare il calzolaio o il sarto… Chi il panettiere ho la lavandaia?
Chi vorrà fare il contadino? E se i contadini non zappano la terra e non raccolgono i frutti degli alberi… Voi poi cosa mangiate… Pirloni!
Cr. Ma sai che sei proprio stupida? Di tutti questi lavori li faranno i nostri servi!
Povertà. E dove li troverai servi?
Cr. Li comprerò con le mie ricchezze, evidentemente!
Povertà. Ma se tutti saranno ricchi... chi vorrà fare il mercante di schiavi?
Cr. Qualche mafioso di quelli che organizzano il traffico di esseri umani dal Nordafrica.
Povertà. Ma se tutti saranno ricchi non ci sarà neanche un trafficante di clandestini che vorrei rischiare la vita per fare quel mestiere schifoso… E allora sai cosa succederà? Succederà che se vorrei mangiare... dovrei andare tu stesso nei campi a zappare, a seminare e a raccogliere quello che crescerà… E la tua vita sarà ben peggio di quello che è ora!
Cr. Che ti venga un accidente!
Povertà. Stupido! Non sai quello che dici! Se voi potete avere quello che vi serve… Lo dovete a me… perché sono io che pongolo l'artigiano e il contadino a lavorare per guadagnarsi la vita.
Cr. Ma stai zitta! Chi vive con te è pieno di pulci e di pidocchi… È pieno di piaghe e di malattie… invece di vestiti ha un mucchio di stracci… dorme su un letto di giunchi marci, e invece del cuscino... deve appoggiare la testa su una pietra!
Povertà. Sei uno stolto! Io rendo gli uomini migliori nella mente e nel corpo. I ricchi sono tutti grassi, hanno il colesterolo alto e non riescono neanche a camminare perché la gotta gli fa scoppiare i piedi. I poveri invece sono belli magri e agili nei movimenti…
Cr. Che culo!
Povertà. Ma prova a pensare… Guarda gli uomini politici… Finché sono poveri sono onesti, poi si arricchiscono a spese dei cittadini onesti, e appena diventati ricchi ecco che se ne fregano della democrazia… e al popolo glielo mettono in quel posto!
Cr. Devo ammettere che su questo argomento hai completamente ragione… Brutta linguaccia malefica! Ma non riuscirai a convincermi che e meglio la povertà della ricchezza. Vattene alla malora e stai lontana da noi!
Povertà. Povera me!... Che ne sarà di me… Che farò… Dove andrò?
Cr. Sulla forca! Ecco dove devi andare!
Povertà. Eppure un giorno… Eppure un giorno… voi mi richiamerete…
Cr. Crepa! Io voglio essere ricco, e voglio spassarmela con mia moglie e con i miei bambini e andare a spasso tutto il giorno e in culo alla miseria e alla povertà!
( la povertà esce )
Cr. Maledetta! Finalmente se ne andata… Svelto! portiamo il Dio nel tempio di Asclepio… Carione… accompagna qui il Dio e tutto quello che abbiamo preparato…
(escono tutti insieme - il coro canta “money money")
Carione. Nuntio vobis gaudium magnum… Pluto vede… I suoi gli occhi sono diventati brillanti ed ora egli vede chiarissimo. Ringraziamo Asclepio.
Moglie di Cr. (Arrivando). Che succede… Carrione stai portando buone notizie? È mezz'ora che sono seduta in casa ad aspettare…
Ca. Svelta, padrona! Svelta porta del vino!
Mo. Prima racconta, avanti, voglio sapere tutto…
Ca. Dunque… Allora… Appena arrivammo lo portiamo sulla spiaggia e lo buttano in mare… Per lavarlo... naturalmente…
Mo. Chissà che gioia a fare un bagno nell'acqua ghiacciata…
Ca. Puzzava come uno che se l'è fatta addosso…
Mo. Che schifo!
Ca. Poi abbiamo portato le nostre offerte all'altare e le abbiamo bruciate sul fuoco… Poi il sacerdote ci ha ordinato a tutti quanti di metterci a dormire vicino al cieco… Lì nel tempio, e di non muoverci per nessun motivo... anche se sentivamo dei rumori…
Ma io c'avevo una fame che a dormire proprio non ci riuscivo…
E a quel punto ho visto il prete che faceva il giro di tutti gli altari e si pigliava tutti i dolci che c'erano rimasti, e si pigliava anche le focacce e i fichi secchi… E tutto quello che trovava se lo infilava nel sacco.
Mo. Che santo!
Ca. Sarà anche un santo, ma quando ha scorreggiato si è sentito un vento… che quello di una puzzola in confronto è profumo!
Mo. E tu cos’hai fatto, allora?
Ca. Eh… Ho scorreggiato anch’io!
Mo. … E il dio?
Ca. Come se niente fosse, non c'ha fatto neanche attenzione… poi è venuto lì vicino a noi… con il mortaio, il pestello, e un cesto pieno di erbe… Io ho avuto paura e mi sono nascosto sotto il mantello…
Mo. Che stupido! Così non hai visto niente!
Ca. Ma no! Guardavo dai buchi!
Mo. Che hai visto… Racconta!
Ca. Sì è messo a macinare un unguento… Tre teste d'aglio… Succo di fico… Foglie di alloro… su tutto un bel bicchiere di aceto… poi gli ha infilato la pappetta negli occhi, dopo avergli rovesciato bene bene le palpebre affinché il dolore fosse più acuto.
Mo. E Pluto?
Ca. Eh… Quello voleva scappare… Ma l’altro l’aveva brancato come si deve, e non lo lasciava andare…
Mo. Che scena…
Ca. Dopo un po’ il dio prese uno straccio ben pulito, e gli pulì bene bene tutte le palpebre… A Pluto… e in men che non si dica… Il nostro Pluto era in piedi e ci vedeva benissimo! Io mi sono alzato in piedi e ho cominciato a battere le mani…
E così anche il padrone si è svegliato, e ci siamo abbracciati tutti quanti…
Mo. È ora dove sono, tutti quanti?
Ca. Stanno tornando a casa, ma c’è un casino di gente che li circondano… lì abbracciano… Gli stringono la mano… Sono tutti felici perché ora finalmente ci sarà un po’ di giustizia… Ecco guarda, stanno arrivando…
Mo. E allora entriamo in casa, e andiamo a preparare i doni di benvenuto per il nostro ospite che ha riacquistato la vista.
(Escono, entra Pluto)
Pl. Che meraviglia poter vedere! E che vergogna pensare ai miei errori del passato…
Io non mi ero reso conto di avere dato i miei doni ai più grandi mascalzoni che camminano sulla faccia della terra... mentre fuggivo gli unici che erano degne della mia amicizia. Ora però farò tutto il contrario e dimostrerò a tutti gli uomini che i miei errori erano dovuti solo al fatto che io non vedevo e non potevo riconoscere le persone che mi circondavano.
Cr. (entra circondato da un gruppo di persone che lo tirano dalla loro parte)
Accidenti a voi! Tutti adesso arrivate! … adesso che sono diventato ricco vi fate vivi tutti quanti! Eh!?
Mo. (Entra con una cesta di doni) … benvenuto a voi, benvenuti prendete questi doni e mangiate… (getta fichi secchi e datteri al pubblico)...
Pl. Speri che il pubblico ti faccia un applauso... solo perché gli butti due fichi secchi e due datteri?… scusatela… Avanti entriamo in casa e andiamo a festeggiare accanto al focolare!
Ca. Che meraviglia essere ricchi… Soprattutto quando non hai fatto nessuno sforzo per esserlo! E soprattutto noi non abbiamo fatto niente di male… a nessuno.
La casa del mio padrone ora è piena di ogni ricchezza… I sacchi sono pieni di farina, e gli autori sono pieni di vino rosso fragrante e profumato… e i forzieri del mio padrone sono pieni di oro e di argento… Una meraviglia!
Sentite che profumo… Il mio padrone sta cucinando un maiale arrosto con un capro ed un montone… Altro che Masterchef! E ora chi è questo che sta arrivando!

(Entra “il giusto” con la moglie)
Giù. Io una volta ero un poveraccio… Poi il dio mi aveva fatto la grazia, e così, all'improvviso, io ero diventato ricco… Allora ho cominciato ad aiutare tutti i miei amici… Tutti i poveri con me e me… Tutti bisognosi…
Ca. E così i quattrini sono finiti in fretta e sei ridiventato povero…
Giu. Esattamente. Io pensavo che quelli a cui avevo fatto del bene… mi avrebbero aiutato, se io un giorno avessi avuto bisogno…
M2. E invece adesso quelli ci evitano… Per strada cambiano marciapiede e fanno finta di non vederci nemmeno…
Ca. E magari tra di loro ti prendono anche in giro…
Giu. … giusto! Come fai a saperlo!
Ca. Sai che fantasia! E adesso che volete…
M2. Siamo venuti a portargli in regalo tutto quello che ci è rimasto, affinché egli si commuove e ci porti nuove ricchezze
Ca. E cosa gli avete portato?
Giù. Il vecchio mantello in cui ho tremato dal freddo per 13 anni e i vecchi calzari con il quale ormai non si può più camminare…
M2. Speriamo che il dio si commuova e ci faccia avere nuovi vestiti, nuove scarpe e una nuova casa…
Ca. Andate e sperate… (Fanno ed entra il disonesto)
Dis. Ah, povero me! Povero me! Chiedo giustizia… Dov’ è il Dio… Voglio parlare con lui!
Ca. E quest'altro che vuole!?
Dis. Voglio giustizia! Ho perduto tutto quello che avevo nella mia casa per colpa di questo dio! Io voglio che torni ad essere cieco. È una questione di giustizia! È una questione di democrazia.
Ca. Cosa c'entra la giustizia… Cosa c'entra la democrazia!
Dis. Lui aveva promesso che ci avrebbe reso tutti più ricchi... e invece a me mi ha mandato in rovina! Sulla forca! Sulla forca lo voglio vedere… Lui e tutti i suoi amici!
In rovina mi ha mandato! Io un galantuomo… Un patriota!
Ca. Ma insomma! Ma si può sapere chi sei? Sei un contadino?
Dis. Ma sei pazzo! Vorresti che io andassi a spaccarmi la schiena nei campi!
Ca. E allora chi sei… Sei un mercante?
Dis. Ma ti pare che io sia uno che va in giro per il mondo a rischiare i suoi averi e la sua vita per fare il commercio?
Ca. E che ne so! Dimmelo tu allora cosa fai!
Dis. Io mi occupo degli affari dello Stato… Mi preoccupo di gestire il denaro di tutti…
Ca. Miiii! Un onorevole!
Dis. … Senatore… Prego!
Ca. E perché lo fai…?
Dis. Mi piace e mi pagano bene.
Ca. A me sembra che con le leggi che fate... più che altro vi rendete odiosi… vi piace rendervi odiosi?
Dis. Non siamo odiosi... c'è un sacco di gente che ci cerca e che ci chiede aiuto…
Ca. Ma perché non ti trovi un.occupazione seria… un lavoro…
Dis. Se ho deciso di fare il senatore è perché non sono capace di fare nessun lavoro…
Ca. … Imparalo! Mettiti a studiare!
Dis. Ma tu sei pazzo! Studiare io! Ma nemmeno se mi regali 1 milione di euro…
Ca. 1 milione di cosa?
Dis. Non ti preoccupare… Il pubblico ha capito…
Ca. … comunque… Non vuoi lavorare, non sai fare niente, non hai voglia di studiare… Finora hai campato a sbaffo… E agli anche da protestare?
Dis. Va bene! Vedo che qui non sono gradito e nessuno mi dà ascolto! Me ne vado! Ma questo dio subirà oggi stesso un terribile castigo…  perché egli vuole travolgere la democrazia senza il consenso né del parlamento nei della magistratura!
Ca. Che tu morissi! Parassita! (Esce ed entra Cremilo con qualche contadino)
(entro una vecchia “frivola” accompagnata dalla sua cameriera)
Ve. Permesso!? Permesso! È qui che abita il nuovo dio? Tok Tok...
Cr. Eccomi sono qua… Dimmi… Vecchia… Che vuoi?
Ve. Vecchio ci sarà tua sorella!
Cr. Mi scusi signora… Non volevo offendere… Mi dica di cosa bisogno…
Ve. Dunque io volevo protestare perché mi sono capitate delle cose ingiuste e crudeli… che è una signora come me non può sopportare…
Cam. Da quando questo dio ha cominciato a vedere… La vita della mia signora… è diventata intollerabile…
Cr. Facevi anche tu la senatrice?
Ve. Ma niente affatto!
Cr. E allora qual è il problema…?
Ve. … Dunque… Io avevo un fidanzati o… Un giovane carino, gentile e onesto…
Cam. Povero ma bello…
Ve. Se io avevo bisogno di qualche cosa… Lui mi serviva con gentilezza e io lo ricompensavo con tutta me stessa…
Cam. … E qualche regalino
Cr. Cioè
Cam. Cioè, lo manteneva…
Ve. Ti giuro… Non avevo mai avuto, in tutta la mia vita un fidanzato così innamorato…
Cr. E ora?
Ve. Ora è passato tutto… tutt’a un tratto, dice acqua passata non macina più
Cam. Lei gli ha mandato un vassoio pieno di pasticcini... e lui gliel’ha rimandato indietro aggiungendoci un budino e un biglietto con scritto “mangiati questo, vecchia sdentata, e non mi scocciare più… è stato bello, ma ormai non abbiamo più niente da dirci…”
Cr. Evidentemente, prima ragazzo si accontentava… ora che è diventato ricco, preferisce la carne un po' più fresca…
Ve. Povera me… Sono distrutta dal dolore…
Cr. A me sembri putrefatta!
Ve. Maleducato come ti permetti! Prima non c'era giorno che lui non venisse a trovarmi…
Cr. Per vedere se eri ancora viva!
Ve. No! Solo per il piacere di sentire la mia voce!
Cr. E per vedere se riusciva ad arraffare gentilmente qualche cosa…
Ve. Mi diceva sempre: "la mia piccioncine, la mia colombella"...
Cr. Forse aveva bisogno di un paio di scarpe nuove…
Ve. Diceva sempre che avevo delle mani così belle…
Cr. Quando gli allungavi qualche moneta…
Ve. Era così geloso…
Cr. … certo, non voleva che gli altri cani si attaccassero all’osso…
Comunque… Cosa vuoi chiedere al dio?
Ve. Deve obbligare il mio ragazzo a ricompensarmi di tutto il bene che gli ho fatto…
(Entra il giovane) ecco è lui… Guarda… Non è carinissimo…
Gio. Ehi là, vecchiaccia come te la passi…
Ve. Bene, caro, vieni qua... dammi un bacino…
Gio. Prima lascia che ti guardi… Mamma mia che brutto tracollo! Ma sei sicura di essere ancora viva? Questa è morta e nessuno l'ha ancora avvisata…
Ve. Vergognati, mascalzone… Sei un ragazzaccio… non puoi offendermi in questo modo dopo tutto il bene che ti ho fatto…
Cr. Ha ragione, povera donna,… Anche a me sembra che stai esagerando.
Gio. Non sto esagerando… Falle una doccia, levale tutto il cerone che c’ha in faccia, e vedrai che cos'è rimane… Una pelle di tartaruga, che in confronto Rita Levi Montalcini... sembra una ragazzina… E poi scusa… ma a te farebbe piacere andare a letto con una che se la sono ripassata altri 12 mila?
Cr. Ma certo che no!
Gio. E allora lasciala perdere, quella cozza, e andiamo in casa e rendere omaggio al dio.
Ve. Aspettatemi! Anch'io devo parlare col dio... aspettatemi... aspettatemi!
(escono tutti - entra Mercurio, che bussa Tok Tok Tok!)
Ca. Chi è che bussa in questo modo!
Mer. Sono io, accidenti a te… Chiama il tuo padrone, sua moglie, i suoi bambini, i servi, il cane, te stesso e anche la scrofa…
Ca. E che è successo?
Mer. È successo che Giove si è incazzato come una bestia, e vuole buttarvi tutti quanti nel baratro mortale…
Ca. … e perchè mai?
Mer. Perché da quando Pluto hai incominciato a vederci, nessuno offre più niente a noi vecchi dei... né incenso, né alloro, né dolci, né agnellini, né nient’altro…
Ca. Ed è giusto così… Perché quando noi facevamo le offerte a Giove e agli altri dei, loro non provvedevano a noi… non ci ricambiavano in niente!
Mer. Prima c'era che mi portava vino, miele, fichi secchi... tutto ciò che è giusto che un dio mangi... ora muoio di fame, povero me!
Ca. È giusto così!
Mer. Fammi avere almeno un pezzettino di maiale…
Ca. Niente!
Mer. … Ti prego, almeno un pezzo di pane intinto nel sugo del montone che state arrostendo la dentro…
Ca. È proibito portare fuori qualunque alimento
Mer. Però quando tu rubavi qualche cosa da mangiare al tuo padrone, io ti proteggevo e facevo in modo che lui non si accorgesse di niente! Dai, vieni qui, facciamo la pace… fatemi venire a stare qui con voi…
Ca. Traditore! Vuoi scappare dall'Olimpo… E cosa verresti a fare qui da noi?
Mer. posso fare tutto quello che volete… Posso fare il portinaio, il commerciante, il truffatore…
Ca. Non ci serve niente di tutto questo…
Mer. Potrei fare l'organizzatore… Potrei organizzare le Olimpiadi... oppure un festival di canzoni… come Sanremo…
Ca. Non capisco cosa intendi dire… però mi è venuta in mente una cosa… C'è una cosa che potresti fare… Vai dentro lavati bene e preparati per servire a tavola…
Mer. Bella idea! Sono sicuro che servendo a tavola... riuscirò a mettere sotto i denti qualcosa di buono anche per me…
Ca. … avete sentito cosa ha detto questo mascalzone… questo ladro, questo furbastro!
Mer. Ebbene sì, avete scoperto la verità… Io sottoscritto, divino Mercurio... Altri non sono che il nonno del nonno del nonno del nonno (ripetuto finché ha fiato) di quel mascalzone di mio nipote Arlecchino… ladro, disonesto, mascalzone, ma soprattutto sempre affamato… maquando arriva Arlecchino c’è sempre festa… e allora, tutti insieme… Viva l’arrosto, viva la pizza, viva la torta… e Viva i soldi (parata finale cantando soldi-soldi-soldi….)