LISISTRATA
di
Aristofane – riduzione di Luigi Alcide Fusani
ARALDO
LISISTRATA
(“La Lisi” parla con la cadenza della sciuretta bauscia milanese “testina!”)
MIRRINA
(“La Mirri” come la Lisi)
ESSERBELLA
(giuliva rif. Sandra Milo)
CABIRIA,
donna spartana (parla in romanesco)
SCITINA,
domestica, che fa da arciera
CORO
di VECCHI, guidato dal corifeo STRIMODORO + BRONTOLO
CORO
di VECCHIE, guidato dalla corifea VITTORIA
Un
COMMISSARIO
ARCIERI
SCITI, che accompagnano il Commissario
DONNA
A – B – C – D – E
CINESIO,
marito di Mirrina - Un BIMBO, figlio di Mirrina
ARALDO
SPARTANO - AMBASCIATORI SPARTANI
CITTADINI
– SERVI
PROLOGO
ARALDO
Buonasera…
buonasera signori e signore… benvenuti…
questa
sera siamo qui riuniti per ricordare il celebre sciopero delle mogli, che nel
411 AC,
convinse
ateniesi e spartani a concludere una guerra che si protraeva inutilmente,
e
costosamente, da troppo tempo.
È
notte fonda e noi, ci troviamo qui, davanti all'Acropoli;
con un
po’ di immaginazione… potete vedere lassù…
il
Partenone, con le sue magnifiche colonne di marmo bianco…
Prima
di cominciare… una breve osservazione…
Il
nostro Aristofane era un tale polemico che qualunque pretesto,
per
lui era l’occasione buona per polemizzare con tutti.
Anche
in questa commedia se la prende un po’ con tutti…
Con i
greci che continuavano a farsi guerre senza senso e a sprecare così tutte le
loro ricchezze,
con le
donne che… poverine… per far finire la guerra non avrebbero avuto altro mezzo
che
mettere in atto un ridicolo sciopero dei doveri coniugali.
Sembra
quasi che lui sia animato da un profondo scetticismo
e da
un pessimismo che toglie ogni speranza… un po’ come oggi… si…
anche
oggi ci sono decine e decine di guerre che si combattono in mezzo mondo…
e
nessuno sembra essere in grado di fare niente per fermarle…
Noi
però ci siamo ricordati che una cinquantina d’anni fa, delle ragazze, dei
ragazzi,
appassionati
di musica, quelli con le chitarre e coi capelli lunghi,
quelli
con i vestiti dai colori sgargianti… vi ricordate?…
ecco,
quei ragazzi rifiutandosi di andare in guerra, manifestando nelle scuole, nelle
università…
costrinsero
il governo americano a interrompere la disastrosa guerra del Viet Nam…
ecco… riflettiamo…
magari quello che è successo una volta… potrebbe succedere ancora…
prima
di andarmene… un chiarimento per i filologi rigorosi…
nel
testo, si parla spesso di patata… lo sappiamo anche noi che a quei tempi
l’America
non era ancora stata scoperta, e quindi la patata non era ancora conosciuta, in
Europa
ma noi
qui non intendiamo patata… nel senso di patata-patata…
noi
intendiamo patata nel senso di “patatina”… è chiaro?
Oh! Questa
è una commedia di Aristofane…
ci
sono battutine e situazioni un po’… come dire… piccantine…
e se
vi dà fastidio il piccante… cosa volete che vi dica?... tappatevi le orecchie!…
Doors
– The end – Apocalipse now
Scena
1^
LISISTRATA
(Avanza, guarda tutto intorno, fa qualche gesto di disappunto).
Lo
sapevo… lo sapevo! Se qualcuno le avesse
invitate
alla
festa della birra, o in discoteca… anche solo a un aperitivo…
ci
sarebbe stato un casino… un casino… che non si passava neanche!
Tutte strafighe,
truccatissime… col culo fuori dalle minigonne … tacco 12…
Ora,
invece, va’ che roba… non se ne vede una. Deserto… sembra d’essere in Tunisia!
Ah,
no, ecco… ecco che ne arriva una, finalmente.
ESSERBELLA.
Ciao Lisi…
ma cos’hai? Mi sembri sconvolta? Ma va’ che faccia!
Guarda,
che ti vengono le rughe intorno agli occhi! Stai attenta che poi ti cade la
palpebra!
LISISTRATA.
Sono incazzata
come una biscia, quando penso a noi donne, mi girano i gemelli, anche se non ce
li ho;
e in
più tutti gli uomini pensano che noi siamo sempre lì pronte a fregarli...
ESSERBELLA.
Ma
certo… perché? non se lo meritano?
LISISTRATA.
Ho
avvisato tutte di trovarci qui, questa mattina,
per
deliberare intorno a una questione di importanza capitale e loro… dormono, e
non si fanno vedere.
ESSERBELLA.
Abbi
un momento di pazienza! Lo sai che per una donna non è facile uscire di casa al
mattino presto… Una c’ha il marito che le sta sopra… un'altra deve dare la
tetta al bambino;
un’altra
ancora lo lava perché s’è fatto la cacca sotto...
LISISTRATA.
Dovrebbero
pensare ad altri affari un po’ più seri!
ESSERBELLA.
Affari
grossi?
LISISTRATA.
Certo.
Affari molto grossi.
ESSERBELLA.
Ma… ma
allora, come mai non siam qui tutte?
LISISTRATA.
Ma no,
scema! Non è quello che hai capito tu. se no, a quest’ora erano già tutte qui.
No… È
un affare che ho pensato io, e ci ho pensato tante di quelle notti, che non riuscivo
nemmeno a prender sonno!... Ascolta… la salvezza di tutta la Grecia… è in mano
a noi donne!
ESSERBELLA.
A noi
donne? Cioè… ma in che senso?
LISISTRATA.
Se non
interveniamo noi sarà la fine degli Spartani… e pure dei Beoti
ESSERBELLA.
Ma
dai!
LISISTRATA.
Se accorressero
qui tutte le donne del Peloponneso, tutte insieme potremmo salvare l'Ellade!
ESSERBELLA.
Ma come
possiamo fare noi donne! Noi stiamo sempre lì davanti allo specchio… a
truccarci… a provarci le tunichine… e le scarpette col tacco…
LISISTRATA.
LISISTRATA.
È
proprio da questa roba che mi aspetto la salvezza…
dai
vestiti color zafferano, dai profumi, dalle vestaglie trasparenti, e dai
rossetti.
ESSERBELLA.
Ma in che modo?
LISISTRATA.
In
modo che gli uomini non puntino più l'asta l'un contro l'altro.
ESSERBELLA.
Ma la
puntino contro di noi… ho capito… ho capito il doppio senso…
Per Giunone,
mi faccio preparare una veste color zafferano... un tubino… tutto aderente
LISISTRATA.
Dunque,
dì la verità… le donne avrebbero dovuto venire si, o no?
ESSERBELLA.
Avrebbero
dovuto VOLARE, e da subito!
LISISTRATA.
Il
problema è che quelle sono delle autentiche Greche… fanno tutto in ritardo!
ESSERBELLA.
Guarda
là, stanno arrivando adesso; ma quante sono?… e ne arrivano anche altre, di là…
ma da dove arrivano?
LISISTRATA.
Dall’isola
fetida.
ESSERBELLA.
Ah! Ecco
perché si sente questa puzza! (Giungono parecchie donne)
Scena
2^
MIRRINA.
Siamo
in ritardo? Lisi, che c'è? Perché stai zitta?
LISISTRATA.
Mirri…
c’è in ballo un affare enorme, e tu arrivi soltanto adesso?!
MIRRINA.
… scusa
ma al buio, non trovavo le mutande! Comunque ora siamo qui… parla
LISISTRATA.
A
questo punto aspettiamo, che arrivino anche le donne della Beozia e del
Peloponneso!
MIRRINA.
Giusto,
giusto, guarda… c’è la Cabiria che s'avvicina.
LISISTRATA.
Cabi, ma
quanto sei bella… bella bella bella! (baciotti)
Ma
come ti trovo bene! … fa vedere che belle chiappotte … ma come sono sode!
CABIRIA.
Eh!
Vojo vedè! Sto a fa’ ginnastica tutti li giorni e me sbatto li calcagni ar culo
devi vedè quanto zompo!
LISISTRATA.
Anche
a zinne stai davvero bene. Fai sentire… (Fa per toccare)
CABIRIA.
Aho!
Ma che te tocchi? Io ‘n so mica na vacca… me pare che me volete portà ar
macello?!
LISISTRATA.
Ma che
dici! Dimmi piuttosto da dove viene quest'altra bella figliola?
CABIRIA.
È una
Beota nobbile. Vvié qui.
LISISTRATA.
Per
Giove, una Beota, fatti vedere… ma che bella la tua aiuola…
ESSERBELLA.
Va’
che patatina… se l’è rasata proprio come si deve!
LISISTRATA.
E
quest'altra ragazza, chi sarà?
CABIRIA.
È ‘na
bonazza. de Corinto.
ma chi
ce l'ha fatta vení, sta processione de donne?... me par d’essere ar Divino
Amore
LISISTRATA.
Sono
stata io.
CABIRIA.
E
allora, dicce che vòi da noi.
MIRRINA.
Si,
dai, qual è, questo affare serio?
LISISTRATA.
Subito...
Ma prima voglio chiedervi una cosa.
MIRRINA.
Parla…
son qui tutta orecchi…
LISISTRATA.
I
vostri sposi sono partiti tutti, per la guerra, vero?
Ora
ditemi… non vi mancano i padri dei vostri bambini?
ESSERBELLA.
Ma
come no! Il mio, è andato in Tracia da cinque mesi, povera me…
LISISTRATA.
E il
mio, non lo vedo da sette mesi interi!
CABIRIA.
E er
mio, manco è tornato dalla guerra, che aripija lo scudo… e chi s’è visto s’è
visto!
LISISTRATA.
E non ci
resta neppure uno straccetto d'amante… tanto per rilassarsi un po’!
Ora, che
ne direste, se io avessi trovato uno stratagemma, per far finire la guerra…
tutte insieme…?
MIRRINA.
Si,
per Atena, dovessi anche togliermi di dosso questa veste... e mangiarmela qui
davanti a voi.
ESSERBELLA.
Si,
per Afrodite… dovessi anche farmi spaccare in 2, come una sogliola.
CABIRIA.
Io me
ce butterebbe a rompicollo, si mai potessi arivedé la pace…
LISISTRATA.
E
allora ecco… Donne, se vogliamo costringere gli uomini a far la pace, non
dobbiamo più dargliela... (Sgomento generale)
CABIRIA
Ma che
stà a ddi!?
LISISTRATA.
Dico
che ci dobbiamo astenere... sciopero della patata…
CABIRIA.
Ma che
stà a dì? gnente gnente ka sì ‘mbriaca de prima mattina?
LISISTRATA.
(melodrammatica)
Ma che
fate? Dove andate? Perché fate segno di no? Perché mai i vostri visi si
sbiancano?
Perché
scorrono le lacrime? Volete o non volete che la guerra finisca??
MIRRINA.
Io non
posso.
ESSERBELLA.
Nemmeno
io! Che la guerra vada pure avanti!!
LISISTRATA.
Sentila…
la sogliola, due minuti fà volevi farti
spaccare in due, e adesso…!
ESSERBELLA.
Ogni
altra cosa, chiedimi ogni altra cosa, ma lo sciopero della patata no!
Piuttosto
mi butto fra le fiamme. Meglio tra le fiamme che lontana dall'uccello!
LISISTRATA
(A Mirrina).
E tu?
MIRRINA.
Le
fiamme, le fiamme… anch'io scelgo le fiamme!
LISISTRATA.
Ahimè,
il nostro sesso è pieno di libidine! Almeno tu, Spartana dammi voto favorevole
di
certo, se ci fossimo io e te… sole, si troverebbe l’accordo!
CABIRIA.
E
c’hai raggione è duro, pe le donne, dormí sole! Eppure s'ha da fa, perché de
pace c’è proprio bisogno!
LISISTRATA.
Cabi…
tu sei la sola che mi capisce!
ESSERBELLA.
Ma sei
sicura che se facciamo lo sciopero faremo un passo verso la pace?
LISISTRATA.
E che
passo! Un piccolo passo per la donna, un grande passo per la pace…
Se noi,
con la passera bella rasata… con la vestaglia trasparente, girassimo per casa,
tutte profumate…
e se… quando i nostri mariti, con la spada diritta, ci volessero infilzare…
noi ci
scostassimo, e fuggissimo… sono sicura che presto… farebbero la pace!
CABIRIA.
Eh si,
si nun m’aricordo mmale, me pare che Menelao, ner vedé le zinne d'Elena… la
spada, la buttò!
ESSERBELLA.
E senti
un po’, bella mia… e se i mariti, ci piantano?
LISISTRATA.
Beh…
non sei capace di fare da sola?
ESSERBELLA.
E sai
che soddisfazione!!! Io sono abituata a certi pezzi di manzo…
MIRRINA.
E se
ci pigliano e trascinano con la forza dentro la stanza?
LISISTRATA.
Aggrappati
alla porta!
ESSERBELLA.
E se
ci picchiano?
LISISTRATA.
Allora
lasciateli fare… ma malvolentieri. C'è poco gusto, in queste cose, se sono
fatte a forza.
Un
uomo non ha mai piacere, se non ne procura anche alla donna.
ESSERBELLA.
Se la
cosa va bene per voi due… va bene pure per noi!
CABIRIA.
Quanto
alli sposi nostri, a falli vive in pace e senza imbroji, ce pensamo noi.
ma sti
bambocci d'Ateniesi, chi ci ariesce, a faje mèttere giudizio?
LISISTRATA.
Sta
tranquilla. Lascia fare a noi. Pure a questo abbiamo provveduto.
Oggi ci
siamo impadronite dell'Acropoli. Abbiamo affidato alle più vecchie il compito
di occupare
la rocca, col pretesto di offrire un sacrificio…
CABIRIA.
Anvedi
sta zoccola!
LISISTRATA.
Senti
un po', Cabi, perché non giuriamo subito, in modo da non poterci più tirare
indietro?
CABIRIA.
E
vabbè… Diccelo, er giuramento, e noi giuramo!
LISISTRATA.
Ben
detto! - dov'è Scitina? – Scitina… porta il vino... Prendete i calici e
cantiamo tutte insieme… (We shall overcome poi bevono) (si sentono delle grida
lontane)
CABIRIA.
Che sò
sti strilli?
LISISTRATA.
È quello
che dicevo prima!... le donne hanno occupato la rocca.
Tu, Cabiria,
vai, e cerca di organizzare la rivolta al tuo paese,
noi
entriamo insieme con le altre nella rocca, e ci chiudiamo dentro
ESSERBELLA.
Non hai
paura che gli uomini ci piombino subito addosso?
LISISTRATA.
Non mi
interessa… andiamo (Tutte le donne entrano nell'Acropoli)
Scena
3^
STRIMODORO
(entra portando un'enorme marmitta piena di brace. Seguito da BRONTOLO, seguito
da altri vecchi, tutti curvi sotto enormi fasci di legna)
Andiam
andiam… la rocca a liberar… la la lallà
Andiam
andiam… andiamole a bruciar… la la lallà…
BRONTOLO.
Ma va’
che roba! Chi l'avrebbe pensato, che un giorno quelle sciagurate delle nostre
donne,
avrebbero
sbarrato l’ingresso all’acropoli con leve e spranghe?
Mettiamo
questa legna qui tutto in torno… e via una bella fiammata!
EOLO.
Giusto…
non possiamo farci prendere per il sedere in questo modo… da queste, nemiche degli
Dei…
CORO
Andiam
andiam… andiamole a bruciar… la la lallà…
Andiam
andiam… la rocca a liberar… la la lallà
Fu,
fu, (Soffiano)… mamma mia quanto fumo!
Mettete
la legna tutta intorno. Pronti a lanciare i tronchi in fiamme contro le porte…
Se queste
donne al nostro ordine non vorranno aprire, diamo fuoco alle porte!
Siii!
Soffochiamole col fumo… (Depongono tutto intorno i fasci di legno - prendono
fasci di sarmenti dalla pentola…) … guardate che bella fiamma
Ora
tu, Dea della vittoria assistici, permettici di schiacciare queste donne
ribelli!
(Incominciano
ad arrampicarsi sul sentiero che sale fra le rocce.
Le
vecchie entrano, ognuna con una secchia d'acqua, guidate dalla corifea
Vittoria)
VITTORIA.
Ragazze…
mi sembra di vedere là in basso fumo e fiamme…
CORO.
Andiamo
veloci, prima che le nostre compagne siano bruciate vive da quei vecchiacci
maledetti
Si,
andiamo veloci! Già abbiamo perso troppo tempo per riempire le brocche al pozzo
Svelte,
portiamo l’acqua in difesa delle nostre compagne.
(A
questo punto, scorgono Strimodoro che tenta di dar fuoco alla porta. contro lui
s'avventa Vittoria)
VITTORIA.
Ehi tu,
fermo là! Che stai facendo? Farabutto
che non sei altro!
STRIMODORO
(Retrocede sorpreso).
Oh, mamma
mia… e da dove arrivano queste!
VITTORIA.
Hai
paura eh! Vecchio rimbambito? Ti sembra che siamo tante?
Sappi
che ce ne sono altre diecimila e forse anche di più!
STRIMODORO.
Ma che
dici? Prendete i randelli e spaccateglieli sulle schiene (avanzano vs le donne
coi bastoni alzati)
VITTORIA.
Ragazze…
se ci toccano… calci e morsi!
STRIMODORO.
Se qualcuno
vi desse sul grugno due belle mazzate, allora sì che stareste mute e a cuccia!
VITTORIA.
E secondo
te, io le sto a pigliare? Bastonami. E io ti do un morso sui coglioni, peggio
di una cagna!
STRIMODORO.
Zitta.
o ti gonfio.
VITTORIA.
Prova
a toccarmi con la punta d'un dito...
STRIMODORO.
Ma che
dito… io ti sfracello a forza di pugni?
VITTORIA.
E io ti
impicco con le tue budella.
STRIMODORO.
Ma
guardati quanto sei brutta!
VITTORIA.
Forza
ragazze, tutte quante… alziamo la brocca dell'acqua! (Le donne eseguono il
comando)
STRIMODORO.
Maledetta
che ci vuoi fare con quell'acqua? Perché non ti ci fai una bagno ché puzzi come
una fogna?
VITTORIA.
E tu
col quel fuoco? Perché non ti dai fuoco da solo, carogna?
STRIMODORO.
A voi
vi brucio… tutte quante! E a te, ti voglio proprio rosolare come un maiale
VITTORIA.
Maiale
ci sarai tu! Sei così sudicio che faresti schifo alle tue pecore, ti meriti
proprio una bella sciacquata.
STRIMODORO.
Baldracca!...
a me una doccia?
VITTORIA.
… bella
fresca.
STRIMODORO.
Tappatele
la bocca...
VITTORIA.
Prendetevi
un po’ questa!
(Le
donne rovesciano le secchie ciascuna addosso al vecchio che si trova di fronte)
STRIMODORO.
Maledette!…
è ghiacciata!
VITTORIA.
Scusa,
credevo che fosse calda!
STRIMODORO.
Che
calda! Ma smettila! Che cosa fai ancora?
VITTORIA.
T'annaffio,
chissà che non ti spuntino i germogli!
(I
vecchi si ritirano sconfitti insultando… Donnacce! Streghe! Befane! Zoccole)
Scena
4^
(Arriva
un commissario seguito da parecchi arcieri)
COMMISSARIO.
Ma
cos’è questo casino! Ho visto donne sui tetti, ubriache, che urlavano come
delle pazze… E il marito di sotto urlava più di loro… che disastro!
STRIMODORO.
E se tu
sapessi fin dove arriva la loro l'insolenza!
Prima,
ci hanno insultato ben bene e poi ci hanno rovesciato addosso un fiume d’acqua…
E ora
guarda… mamma mia… sembra che ci siamo pisciati addosso, bastarde!
COMMISSARIO.
È
colpa nostra… siamo noi che non stiamo abbastanza severi con le nostre mogli.
Conosco
uno che è andato da un calzolaio, un bel giovane molto ben dotato… e gli fa
«O
calzolaio, la cinghietta del sandalo dà fastidio al mignolo del piede di mia
moglie!
Lei è
così delicata! Vai un po' tu a trovarla… e allargagliela bene bene…»
E
quello gli ha fatto proprio un bel servizio! Vedessi come gliela ha allargata…
E
adesso, cosa succede?... adesso che io… il commissario, ho bisogno dei quattrini
per pagare i rematori che ho arruolato, queste femmine cosa fanno?... mi chiudono
l'uscio in faccia.
Avanti,
arcieri! Basta con questa impudenza! Ficcate i pali sotto la porta, e
scassinatela.
LISISTRATA
(Compare sulle mura).
Fermi!
Fermi coi pali! Esco da sola. Parliamo! (Esce dalla porta, e si pianta dinanzi
al commissario)
COMMISSARIO.
Ah, si?
Vuoi parlare? Donnaccia che non sei altro! Prendetela, legatele le mani dietro
la schiena!
LISISTRATA.
Toccatemi
con la punta di un dito e la pagherete cara… per Giove!
COMMISSARIO
(A un arciere).
Cosa
c’è, avete paura? Avanti, sbrigatevi, legatela!
ESSERBELLA
(Esce a difesa di Lisistrata).
Se vi
provate a toccare Lisistrata… vi faccio cacare, a forza calci nella pancia!
COMMISSARIO.
Ma che
succede? Guardate che mi incazzo! Avanti… prendetela!
MIRRINA
(Uscendo prende un arciere per i capelli).
Provati
a toccarla e poveri i tuoi capelli! Avrai un buon motivo per urlare! (L'arciere
scappa)
COMMISSARIO.
Dove
scappi, coniglio! Venite tutti qua… non si può tollerare che delle femmine ci
debbano sopraffare!
LISISTRATA.
Ascolta
per Giove! Noi siamo, armate fino ai denti !
COMMISSARIO.
Legatele!
Tutte quante!
LISISTRATA.
Ragazze!
All’attacco…
(Le
donne si precipitano sul commissario e gli arcieri, e in un batter d'occhio li
riducono a mal partito)
COMMISSARIO.
Ferme
ferme, basta! Guardate come avete conciato i miei arcieri!
LISISTRATA.
Cosa
credevi? Pensavi di avere a che fare con delle serve? Anche a noi donne ribolle
il sangue!
COMMISSARIO.
Ho
visto, per Apollo!
(Le
donne si calmano. Anche gli arcieri alla meglio si ricompongono)
STRIMIDORO.
Commissario
a che servono tanti ragionamenti con queste belve? Dovevi vedere che bagno
m'hanno
fatto
fare… senza sapone e senza nemmeno farmi togliere il vestito?
VITTORIA.
Non
protestare altrimenti, ti faccio gli occhi pesti. Noi siamo buone e care… e non
diamo fastidio a nessuno. Ma se ci stuzzicano siamo peggio di un vespaio!
CORO
DI VECCHI.
Come
andrà a finire con queste iene? Noi non possiamo sopportare questa arroganza.
Su,
commissario, chiedi che accidenti vogliono queste invasate…
Che
progetti hanno… perché hanno occupato l’alta rupe dell’acropoli!
Adopera
ogni argomento “e nun te fa metter sotto”.
COMMISSARIO.
Giusto,
giusto; ora vado… Prima di tutto ditemi. Ma che v’è venuto in mente di occupare
l’Acropoli.
LISISTRATA.
Per togliere
dalla vostra disponibilità il denaro, che è il motore di ogni guerra
COMMISSARIO.
Ma che
dici… ora le guerre si fanno pel denaro?
LISISTRATA.
Certo,
tutti quelli che si mettono in politica, lo fanno solo per allungare le mani
sul malloppo…
Ed è
per questo che continuano sempre a “rimestare antichi rancori”, come dice
Shakespeare.
Facciano
pure quel che gli pare! Ma su questi quattrini nessuno ci mette più le mani!.
COMMISSARIO.
Allora,
primo non cominciamo a fare confusione e a mescolare il teatro greco col teatro
elisabettiano!
Secondo,
diteci che cosa avete intenzione di fare…
LISISTRATA.
Non
hai ancora capito? Noi terremo la cassa del tesoro.
COMMISSARIO.
Tesoriere
voi altre? Adesso mi incazzo davvero eh?!!
LISISTRATA.
Si,
perché? Cosa c’è di strano? Non amministriamo anche la cassa di famiglia?
COMMISSARIO.
Ma non
è la stessa cosa!
LISISTRATA.
Come,
no?
COMMISSARIO.
Con quei
quattrini bisogna far la guerra!
LISISTRATA.
Ma chi
l’ha detto? Non è obbligatorio, fare la guerra!
COMMISSARIO.
E come
vuoi che ci difendiamo, allora?
LISISTRATA.
Vi
difendiamo noi.
COMMISSARIO.
Voi?
Ma che cazzata!
LISISTRATA.
E
invece, noi vi difenderemo meglio di come fareste voi!
COMMISSARIO.
Ma non
farmi ridere!
LISISTRATA.
Ridi
pure, tanto faremo così!
COMMISSARIO.
Ma sai
che sei prepotente! Ma come vi salta in testa. Di occuparvi di guerra e di
pace?
LISISTRATA.
Sta a
sentire…. Nell’ultima guerra, noi abbiamo dovuto sopportare per un bel po’
quello che facevano gli uomini… Non potevamo neanche aprir bocca! E non eravamo
mica contente!
E quante
volte, stando in casa, sentivamo le decisioni stolte che voi prendevate.
E
allora, sorridendo come delle sceme, per non farvi innervosire, vi chiedevamo.
«Che cosa
avete deciso per la pace questa mattina?» - «Ma vuoi star zitta? Tappati quel
buco storto che c’hai in mezzo alla faccia!» rispondeva gentile il marito… Ed io, zitta, carina.. sorridente…
COMMISSARIO.
Certo,
e se non obbedivi, assaggiavi il bastone!
LISISTRATA.
E
dunque, in casa e zitte! E se chiedevamo. «Sposo mio, perché fate le cose così
a cavolo?» lui, rispondeva «Pensa al telaio, o povere le tue spalle!»
COMMISSARIO.
Giusto!
Sangue di Giove!
LISISTRATA.
Stai
zitto, idiota! Ma quando, un giorno ho sentito uno per strada che diceva…
« In
paese non c'è rimasto un solo uomo, neanche uno »… e allora noi femmine ci
siamo riunite in assemblea, e abbiamo deciso di salvare la Grecia… e non lo
facciamo per il nostro interesse…
E se vorrete
ascoltarci, e starete zitti, noi vi rimetteremo in piedi.
COMMISSARIO.
Ma
vai! Questa è troppo grossa…
LISISTRATA.
Taci.
COMMISSARIO.
Tacere
perché l'ordini tu, befana? Che Giove mi fulmini in questo istante, piuttosto!
LISISTRATA.
Zitto
e mosca! To’ mettiti la cuffia, pigliati il cestello e mettiti a far la maglia…
ché alla guerra ci pensano le donne. (dà la cuffia, e il cestello al
commissario che rimane così camuffato.
Applausi)
VITTORIA.
Su,
compagne, posiamo al suolo le secchie. Figlie di madri e nonne pungenti come
ortica, l'ira non diminuisca, spira. Ce n'est qu'un début, continuons le combat.
LISISTRATA.
Venere…
lascia scendere su di noi, sulle nostre poppe, sulle nostre cosce, il caldo
amoroso fascino
che
eccita gli uomini, in modo che abbiano tra le cosce un bastone di legno d’ulivo,
e così i greci ci chiameranno… quelle che hanno sconfitto la guerra!
COMMISSARIO.
Ma
perché?
LISISTRATA.
Per
avervi distolti dall'andare in piazza armati, a far cazzate.
ESSERBELLA.
Giusto!
LISISTRATA.
Ora al
mercato, fra le pentole e i cavoli,
ce ne
sono tanti che girano coperti d'armi, come fossero Achille e Ettore…
COMMISSARIO.
E
allora? Cosa c’hai da dire?
LISISTRATA.
Patetici…
ci sono certi che con tanto di Medusa dipinta sullo scudo, vanno a comprare le
sardine!
ESSERBELLA.
Io ho
visto uno che versava dentro il casco la zuppa comprata da una vecchia.
E un
altro, con la lancia, minacciava la fruttivendola, e intanto si ingozzava di
fichi maturi!
COMMISSARIO.
E voi,
come rimettereste ogni cosa a posto?
LISISTRATA.
Certo…
quando la matassa si ingarbuglia, noi la pigliamo, poi la tiriamo un po’ a
destra, un po’ a sinistra e alla fine troviamo il bandolo, così, se ci lascerete
fare, scioglieremo anche la guerra,
mandando
ambasciatori in ogni città.
E se
non foste delle zucche senza sale, prendereste esempio dalla nostra lana, per
governare ogni cosa.
COMMISSARIO.
E come?
LISISTRATA.
Per
prima cosa bisognerebbe pulire la città d'ogni sozzura, cioè sbattere in galera
i farabutti che nell’ombra degli uffici allungano le mani sui soldi della
comunità…
E per
quanto riguarda le colonie, converrebbe che ciascuno cercasse di fare
altrettanto,
in
modo che i soldi che si risparmiano fossero spesi per il bene dei popoli.
COMMISSARIO.
Ma che
volete saperne voi della guerra?
LISISTRATA.
Noi
sappiamo solo che grazie alle vostre zuffe, noi ci ritroviamo a dormire da sole
nei nostri letti.
E voi
non pensate alle giovinette che invecchiano dentro casa… che pena mi fanno…
COMMISSARIO.
Anche gli
uomini invecchiano!
LISISTRATA.
Non è
la stessa cosa! Chiunque può beccarsi una ragazza, anche se ha i capelli
bianchi;
ma per
la donna è diverso… se non approfitta della sua gioventù, nessun la sposa più
e non
le resta che fare gli oroscopi.
COMMISSARIO
(Ai vecchi)
Quelle
che non trovano marito… è perché sono delle cozze (ridono)
LISISTRATA.
Ma
perché non vedi d’andare a morire ammazzato!
Non
senti che c’è Caronte che ti chiama? svelto che ti sta aspettando!
COMMISSARIO
(gli mettono al collo una corona da morto, gli incrociano le braccia).
Vergogna,
vergogna… non si tratta così un commissario!
LISISTRATA.
Hai
ragione! Prima di darti fuoco devono passare 3 giorni…
Tu
aspetta qui… stai fermo… e tra 3 giorni, ti faremo un funerale di prima classe!!
(Lisistrata
rientra, seguita dalle compagne, e chiude la porta. Rimangono di fronte i due
Cori)
Scena
5^
STRIMODORO.
Qui si
mette male… amici prepariamoci alla lotta.
CORO
DI VECCHI.
… Si,
facciamoci furbi… questo deve essere un piano degli spartani, che hanno aizzato
queste femmine infami contro di noi… ma a noi non ci fregano!
… si
queste vogliono vendere la città…
… vogliono
fare un colpo di stato!
… mi
fiderò di loro quando mi fiderò dei lupi con le fauci spalancate!
… io
mi metto un bastone sotto il mantello, poi me ne vado in piazza e resto lì di sentinella
E se
mi viene vicino una di queste vecchie, glielo schianto sul il muso…
CORO
DI VECCHIE.
Vecchiacci,
maledetti! È colpa vostra se ora lo stato va in rovina. Come osate ancora
fiatare?
State
attenti che io non vi sbatta una ciabatta sul grugno, senza nemmeno ripulirla!
CORO
DI VECCHI.
Che
protervia, che arroganza… Gettiamo via il mantello! L'uomo si deve cedere che è
uomo, appena lo vedi, non deve stare avvolto come un salame!
(Gettano
anche la sottoveste, e restano con la sola maglia aderente al corpo – Superman)
Torniamo
ad esser giovani, mettiamo nuove piume, e gettiamo lontano da noi ogni
vecchiume.
Se
gliela diamo vinta, non vorranno più desistere da nessuna impresa audace…
Vorranno
anche costruire le navi, e vorranno combattere in mare contro di noi.
Se poi
vorranno combattere a cavallo, sarà la fine… guardate le Amazzoni come stanno
salde in sella! Ormai dobbiamo acciuffarle tutte, ed infilargli il collo dentro
la gogna.
CORO
DI VECCHIE.
Voi ci
state provocando… compagne!, giù gli abiti, devono vedere che siamo
femmine
inferocite, ben pronte a dar battaglia. (Depongono anch'esse le sottovesti –
super eroine)
Avanti,
venga avanti chi vuole assaggiare i nostri morsi
Provatevi
a toccarci… e noi vi gonfiamo come zampogne!
Scena
6^
(Dalla
rocca esce Lisistrata furiosa)
CORO
DI DONNE.
Lisistrata,
perché esci di casa così scura in volto?
LISISTRATA.
Devo fare
la ronda, per tutta la città, per impedire che qualche sciagurata faccia
qualche sciocchezza e mandi in vacca tutto il nostro progetto…
CORO.
Nooo…
che cosa stai dicendo?...
LISISTRATA.
La
verità!
CORO.
Spiega…
LISISTRATA.
È
vergognoso, lo so, ma non si può tacere.
La
verità… tanto per esser chiare… è che alcune di noi… sono in fregola.
CORO.
Oh per
Giove!
LISISTRATA.
I
fatti sono fatti. Non mi riesce più tenerle lontane dai mariti. Ne ho trovata
una a fare
che scavava un tunnel; una seconda che si calava giù dalla rocca con la
carrucola;
e ieri,
ne ho acciuffata, per i capelli, una già pronta a volare a cavallo di un
uccello!
E non
c'è scusa che non tirino in ballo, per tornare a casa. Guarda che n'arriva una!
(Giunge
una donna)
Ehi,
dove corri?
DONNA
A.
Faccio
una scappata a casa. Ho della lana di Mileto, e le tarme me la rodono tutta.
LISISTRATA.
Ma che
tarme! Ferma lì!
DONNA
A.
Lasciami
andare, torno tra 10 minuti…
LISISTRATA.
No…
qui siamo nell’antica Grecia… i minuti non ci sono… per nessuno
DONNA
B.
Oh,
povera me, povera me, ho lasciato del lino a casa, senza pettinarlo!
LISISTRATA.
Senti
quest'altra! La scusa del lino... torna subito indietro.
DONNA
C (Esce, in stato apparente di avanzata gravidanza).
O dea
della maternità, aiutami a trattenere il parto finché non sarò arrivata dalla
levatrice…
LISISTRATA.
Che cosa
racconti?...
DONNA
C.
Eccolo
che esce!
LISISTRATA.
Ma se ieri
non eri gravida!
DONNA
C.
Ieri
no, ma oggi si. Lisistrata, presto, lasciami tornare a casa, dalla levatrice.
LISISTRATA.
Ma che
discorsi son questi? (Palpandola) E questo coso duro, che è?
DONNA
C.
… … È…
un maschio!
LISISTRATA.
Ma che
dici! Lasciami vedere... cosa c’hai qui sotto…
(Le
pone le mani sotto, e tira fuori un casco)
Ma
guarda! Hai un casco sulla pancia, e dici d'esser gravida? E questo coso,
allora, che significa?
DONNA
C.
Perché,
se mai mi prendono le dogli, mi accovaccio sul casco, e lì mi sgravo!
LISISTRATA.
Ma
senti… facciamo una cosa… Resta, qui… cosi quando il casco nasce… la festa la
facciamo qui.
DONNA
D.
Aiuto…
ho avuto un incubo… mi sono sognata che il drago che custodisce la rocca… mi
voleva mangiare… Ti giuro Lisistrata… io sulla rocca non ci posso più dormire
LISISTRATA.
La volete
finire? Dite la verità… Avete voglia di
maschi.
DONNE.
Certo!
LISISTRATA.
E pensate
che noi non ne abbiamo, altrettanta?
Lo so,
le notti, da sole, non passano mai; ma io vi dico, tenete duro ancora per un
po'.
C'è un
oracolo, che dice che alla fine se riusciremo a resistere… la spunteremo.
Ecco
l'oracolo. (prende un rotolo e s'appresta a leggere)
LE
CINQUE DONNE.
Facci
sentire cosa dice.
LISISTRATA.
Silenzio…
(legge) quando le rondini voleranno insieme allo stesso rifugio, fuggendo dai
falchi, e faranno a meno degli uccelli, i mali avranno tregua, e Giove metterà...
di sopra quel ch'era di sotto
UNA
DELLE CINQUE DONNE.
Noi
staremo di sopra? Bello! (batte le mani)
LISISTRATA.
Se invece
le rondinelle saranno discordi, e le penne a volo spiegheranno lontano dal
sacro recinto,
allora
tutti potranno dire che non esiste nessun pennuto più lascivo di loro.
UNA
DELLE CINQUE DONNE.
Per
Giove, l'oracolo è chiaro! Ragazze, non siamo pusillanimi! Non diamola via
senza niente in cambio… Entriamo! Sarebbe una vergogna, non dar credito, a
quest'oracolo.
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