martedì 20 agosto 2019

Lisistrata 1^ parte


LISISTRATA


di Aristofane – riduzione di Luigi Alcide Fusani


ARALDO

LISISTRATA (“La Lisi” parla con la cadenza della sciuretta bauscia milanese “testina!”)

MIRRINA (“La Mirri” come la Lisi)

ESSERBELLA (giuliva rif. Sandra Milo)

CABIRIA, donna spartana (parla in romanesco)

SCITINA, domestica, che fa da arciera

CORO di VECCHI, guidato dal corifeo STRIMODORO + BRONTOLO


CORO di VECCHIE, guidato dalla corifea VITTORIA


Un COMMISSARIO

ARCIERI SCITI, che accompagnano il Commissario

DONNA A – B – C – D – E

                                                                                                                                                        

CINESIO, marito di Mirrina - Un BIMBO, figlio di Mirrina

ARALDO SPARTANO - AMBASCIATORI SPARTANI



CITTADINI – SERVI





PROLOGO

ARALDO
Buonasera… buonasera signori e signore… benvenuti…
questa sera siamo qui riuniti per ricordare il celebre sciopero delle mogli, che nel 411 AC,
convinse ateniesi e spartani a concludere una guerra che si protraeva inutilmente,
e costosamente, da troppo tempo.
È notte fonda e noi, ci troviamo qui, davanti all'Acropoli;
con un po’ di immaginazione… potete vedere lassù…
il Partenone, con le sue magnifiche colonne di marmo bianco…

Prima di cominciare… una breve osservazione…
Il nostro Aristofane era un tale polemico che qualunque pretesto,
per lui era l’occasione buona per polemizzare con tutti.
Anche in questa commedia se la prende un po’ con tutti…
Con i greci che continuavano a farsi guerre senza senso e a sprecare così tutte le loro ricchezze,
con le donne che… poverine… per far finire la guerra non avrebbero avuto altro mezzo
che mettere in atto un ridicolo sciopero dei doveri coniugali.
Sembra quasi che lui sia animato da un profondo scetticismo
e da un pessimismo che toglie ogni speranza… un po’ come oggi… si…
anche oggi ci sono decine e decine di guerre che si combattono in mezzo mondo…
e nessuno sembra essere in grado di fare niente per fermarle…
Noi però ci siamo ricordati che una cinquantina d’anni fa, delle ragazze, dei ragazzi,
appassionati di musica, quelli con le chitarre e coi capelli lunghi,
quelli con i vestiti dai colori sgargianti… vi ricordate?…
ecco, quei ragazzi rifiutandosi di andare in guerra, manifestando nelle scuole, nelle università…
costrinsero il governo americano a interrompere la disastrosa guerra del Viet Nam…
ecco… riflettiamo… magari quello che è successo una volta… potrebbe succedere ancora…

prima di andarmene… un chiarimento per i filologi rigorosi…
nel testo, si parla spesso di patata… lo sappiamo anche noi che a quei tempi
l’America non era ancora stata scoperta, e quindi la patata non era ancora conosciuta, in Europa
ma noi qui non intendiamo patata… nel senso di patata-patata…
noi intendiamo patata nel senso di “patatina”… è chiaro?
Oh! Questa è una commedia di Aristofane…
ci sono battutine e situazioni un po’… come dire… piccantine…
e se vi dà fastidio il piccante… cosa volete che vi dica?... tappatevi le orecchie!…


Doors – The end – Apocalipse now



Scena 1^

LISISTRATA (Avanza, guarda tutto intorno, fa qualche gesto di disappunto).
Lo sapevo…  lo sapevo! Se qualcuno le avesse invitate
alla festa della birra, o in discoteca… anche solo a un aperitivo…
ci sarebbe stato un casino… un casino… che non si passava neanche!
Tutte strafighe, truccatissime… col culo fuori dalle minigonne … tacco 12…
Ora, invece, va’ che roba… non se ne vede una. Deserto… sembra d’essere in Tunisia!
Ah, no, ecco… ecco che ne arriva una, finalmente.
ESSERBELLA.
Ciao Lisi… ma cos’hai? Mi sembri sconvolta? Ma va’ che faccia!
Guarda, che ti vengono le rughe intorno agli occhi! Stai attenta che poi ti cade la palpebra!
LISISTRATA.
Sono incazzata come una biscia, quando penso a noi donne, mi girano i gemelli, anche se non ce li ho;
e in più tutti gli uomini pensano che noi siamo sempre lì pronte a fregarli...
ESSERBELLA.
Ma certo… perché? non se lo meritano?
LISISTRATA.
Ho avvisato tutte di trovarci qui, questa mattina,
per deliberare intorno a una questione di importanza capitale e loro… dormono, e non si fanno vedere.
ESSERBELLA.
Abbi un momento di pazienza! Lo sai che per una donna non è facile uscire di casa al mattino presto… Una c’ha il marito che le sta sopra… un'altra deve dare la tetta al bambino;
un’altra ancora lo lava perché s’è fatto la cacca sotto...
LISISTRATA.
Dovrebbero pensare ad altri affari un po’ più seri!
ESSERBELLA.
Affari grossi?
LISISTRATA.
Certo. Affari molto grossi.
ESSERBELLA.
Ma… ma allora, come mai non siam qui tutte?
LISISTRATA.
Ma no, scema! Non è quello che hai capito tu. se no, a quest’ora erano già tutte qui.
No… È un affare che ho pensato io, e ci ho pensato tante di quelle notti, che non riuscivo nemmeno a prender sonno!... Ascolta… la salvezza di tutta la Grecia… è in mano a noi donne!
ESSERBELLA.
A noi donne? Cioè… ma in che senso?
LISISTRATA.
Se non interveniamo noi sarà la fine degli Spartani… e pure dei Beoti
ESSERBELLA.
Ma dai!
LISISTRATA.
Se accorressero qui tutte le donne del Peloponneso, tutte insieme potremmo salvare l'Ellade!
ESSERBELLA.
Ma come possiamo fare noi donne! Noi stiamo sempre lì davanti allo specchio… a truccarci… a provarci le tunichine… e le scarpette col tacco…
LISISTRATA.
È proprio da questa roba che mi aspetto la salvezza…
dai vestiti color zafferano, dai profumi, dalle vestaglie trasparenti, e dai rossetti.
ESSERBELLA.
Ma  in che modo?
LISISTRATA.
In modo che gli uomini non puntino più l'asta l'un contro l'altro.
ESSERBELLA.
Ma la puntino contro di noi… ho capito… ho capito il doppio senso…
Per Giunone, mi faccio preparare una veste color zafferano... un tubino… tutto aderente
LISISTRATA.
Dunque, dì la verità… le donne avrebbero dovuto venire si, o no?
ESSERBELLA.
Avrebbero dovuto VOLARE, e da subito!
LISISTRATA.
Il problema è che quelle sono delle autentiche Greche… fanno tutto in ritardo!
ESSERBELLA.
Guarda là, stanno arrivando adesso; ma quante sono?… e ne arrivano anche altre, di là… ma da dove arrivano?
LISISTRATA.
Dall’isola fetida.
ESSERBELLA.
Ah! Ecco perché si sente questa puzza! (Giungono parecchie donne)
Scena 2^

MIRRINA.
Siamo in ritardo? Lisi, che c'è? Perché stai zitta?
LISISTRATA.
Mirri… c’è in ballo un affare enorme, e tu arrivi soltanto adesso?!
MIRRINA.
… scusa ma al buio, non trovavo le mutande! Comunque ora siamo qui… parla
LISISTRATA.
A questo punto aspettiamo, che arrivino anche le donne della Beozia e del Peloponneso!
MIRRINA.
Giusto, giusto, guarda… c’è la Cabiria che s'avvicina.
LISISTRATA.
Cabi, ma quanto sei bella… bella bella bella! (baciotti)
Ma come ti trovo bene! … fa vedere che belle chiappotte … ma come sono sode!
CABIRIA.
Eh! Vojo vedè! Sto a fa’ ginnastica tutti li giorni e me sbatto li calcagni ar culo devi vedè quanto zompo!
LISISTRATA.
Anche a zinne stai davvero bene. Fai sentire… (Fa per toccare)
CABIRIA.
Aho! Ma che te tocchi? Io ‘n so mica na vacca… me pare che me volete portà ar macello?!
LISISTRATA.
Ma che dici! Dimmi piuttosto da dove viene quest'altra bella figliola?
CABIRIA.
È una Beota nobbile. Vvié qui.
LISISTRATA.
Per Giove, una Beota, fatti vedere… ma che bella la tua aiuola…
ESSERBELLA.
Va’ che patatina… se l’è rasata proprio come si deve!
LISISTRATA.
E quest'altra ragazza, chi sarà?
CABIRIA.
È ‘na bonazza. de Corinto.
ma chi ce l'ha fatta vení, sta processione de donne?... me par d’essere ar Divino Amore
LISISTRATA.
Sono stata io.
CABIRIA.
E allora, dicce che vòi da noi.
MIRRINA.
Si, dai, qual è, questo affare serio?
LISISTRATA.
Subito... Ma prima voglio chiedervi una cosa.
MIRRINA.
Parla… son qui tutta orecchi…
LISISTRATA.
I vostri sposi sono partiti tutti, per la guerra, vero?
Ora ditemi… non vi mancano i padri dei vostri bambini?
ESSERBELLA.
Ma come no! Il mio, è andato in Tracia da cinque mesi, povera me…
LISISTRATA.
E il mio, non lo vedo da sette mesi interi!
CABIRIA.
E er mio, manco è tornato dalla guerra, che aripija lo scudo… e chi s’è visto s’è visto!
LISISTRATA.
E non ci resta neppure uno straccetto d'amante… tanto per rilassarsi un po’!
Ora, che ne direste, se io avessi trovato uno stratagemma, per far finire la guerra… tutte insieme…?
MIRRINA.
Si, per Atena, dovessi anche togliermi di dosso questa veste... e mangiarmela qui davanti a voi.
ESSERBELLA.
Si, per Afrodite… dovessi anche farmi spaccare in 2, come una sogliola.
CABIRIA.
Io me ce butterebbe a rompicollo, si mai potessi arivedé la pace…
LISISTRATA.
E allora ecco… Donne, se vogliamo costringere gli uomini a far la pace, non dobbiamo più dargliela... (Sgomento generale)
CABIRIA
Ma che stà a ddi!?
LISISTRATA.
Dico che ci dobbiamo astenere... sciopero della patata…
CABIRIA.
Ma che stà a dì? gnente gnente ka sì ‘mbriaca de prima mattina?
LISISTRATA. (melodrammatica)
Ma che fate? Dove andate? Perché fate segno di no? Perché mai i vostri visi si sbiancano?
Perché scorrono le lacrime? Volete o non volete che la guerra finisca??
MIRRINA.
Io non posso.
ESSERBELLA.
Nemmeno io! Che la guerra vada pure avanti!!
LISISTRATA.
Sentila… la sogliola,  due minuti fà volevi farti spaccare in due, e adesso…!
ESSERBELLA.
Ogni altra cosa, chiedimi ogni altra cosa, ma lo sciopero della patata no!
Piuttosto mi butto fra le fiamme. Meglio tra le fiamme che lontana dall'uccello!
LISISTRATA (A Mirrina).
E tu?
MIRRINA.
Le fiamme, le fiamme… anch'io scelgo le fiamme!
LISISTRATA.
Ahimè, il nostro sesso è pieno di libidine! Almeno tu, Spartana dammi voto favorevole
di certo, se ci fossimo io e te… sole, si troverebbe l’accordo!
CABIRIA.
E c’hai raggione è duro, pe le donne, dormí sole! Eppure s'ha da fa, perché de pace c’è proprio bisogno!
LISISTRATA.
Cabi… tu sei la sola che mi capisce!
ESSERBELLA.
Ma sei sicura che se facciamo lo sciopero faremo un passo verso la pace?
LISISTRATA.
E che passo! Un piccolo passo per la donna, un grande passo per la pace…
Se noi, con la passera bella rasata… con la vestaglia trasparente, girassimo per casa,
tutte profumate… e se… quando i nostri mariti, con la spada diritta, ci volessero infilzare…
noi ci scostassimo, e fuggissimo… sono sicura che presto… farebbero la pace!
CABIRIA.
Eh si, si nun m’aricordo mmale, me pare che Menelao, ner vedé le zinne d'Elena… la spada, la buttò!
ESSERBELLA.
E senti un po’, bella mia… e se i mariti, ci piantano?
LISISTRATA.
Beh… non sei capace di fare da sola?
ESSERBELLA.
E sai che soddisfazione!!! Io sono abituata a certi pezzi di manzo…
MIRRINA.
E se ci pigliano e trascinano con la forza dentro la stanza?
LISISTRATA.
Aggrappati alla porta!
ESSERBELLA.
E se ci picchiano?
LISISTRATA.
Allora lasciateli fare… ma malvolentieri. C'è poco gusto, in queste cose, se sono fatte a forza.
Un uomo non ha mai piacere, se non ne procura anche alla donna.
ESSERBELLA.
Se la cosa va bene per voi due… va bene pure per noi!
CABIRIA.
Quanto alli sposi nostri, a falli vive in pace e senza imbroji, ce pensamo noi.
ma sti bambocci d'Ateniesi, chi ci ariesce, a faje mèttere giudizio?
LISISTRATA.
Sta tranquilla. Lascia fare a noi. Pure a questo abbiamo provveduto.
Oggi ci siamo impadronite dell'Acropoli. Abbiamo affidato alle più vecchie il compito
di occupare la rocca, col pretesto di offrire un sacrificio…
CABIRIA.
Anvedi sta zoccola!
LISISTRATA.
Senti un po', Cabi, perché non giuriamo subito, in modo da non poterci più tirare indietro?
CABIRIA.
E vabbè… Diccelo, er giuramento, e noi giuramo!
LISISTRATA.
Ben detto! - dov'è Scitina? – Scitina… porta il vino... Prendete i calici e cantiamo tutte insieme… (We shall overcome poi bevono) (si sentono delle grida lontane)
CABIRIA.
Che sò sti strilli?
LISISTRATA.
È quello che dicevo prima!... le donne hanno occupato la rocca.
Tu, Cabiria, vai, e cerca di organizzare la rivolta al tuo paese,
noi entriamo insieme con le altre nella rocca, e ci chiudiamo dentro
ESSERBELLA.
Non hai paura che gli uomini ci piombino subito addosso?
LISISTRATA.
Non mi interessa… andiamo (Tutte le donne entrano nell'Acropoli)

Scena 3^

STRIMODORO (entra portando un'enorme marmitta piena di brace. Seguito da BRONTOLO, seguito da altri vecchi, tutti curvi sotto enormi fasci di legna)
Andiam andiam… la rocca a liberar… la la lallà
Andiam andiam… andiamole a bruciar… la la lallà…
BRONTOLO.
Ma va’ che roba! Chi l'avrebbe pensato, che un giorno quelle sciagurate delle nostre donne,
avrebbero sbarrato l’ingresso all’acropoli con leve e spranghe?
Mettiamo questa legna qui tutto in torno… e via una bella fiammata!
EOLO.
Giusto… non possiamo farci prendere per il sedere in questo modo… da queste, nemiche degli Dei…
CORO
Andiam andiam… andiamole a bruciar… la la lallà…
Andiam andiam… la rocca a liberar… la la lallà
Fu, fu, (Soffiano)… mamma mia quanto fumo!
Mettete la legna tutta intorno. Pronti a lanciare i tronchi in fiamme contro le porte…
Se queste donne al nostro ordine non vorranno aprire, diamo fuoco alle porte!
Siii! Soffochiamole col fumo… (Depongono tutto intorno i fasci di legno - prendono fasci di sarmenti dalla pentola…) … guardate che bella fiamma
Ora tu, Dea della vittoria assistici, permettici di schiacciare queste donne ribelli!
(Incominciano ad arrampicarsi sul sentiero che sale fra le rocce.
Le vecchie entrano, ognuna con una secchia d'acqua, guidate dalla corifea Vittoria)
VITTORIA.
Ragazze… mi sembra di vedere là in basso fumo e fiamme…
CORO.
Andiamo veloci, prima che le nostre compagne siano bruciate vive da quei vecchiacci maledetti
Si, andiamo veloci! Già abbiamo perso troppo tempo per riempire le brocche al pozzo
Svelte, portiamo l’acqua in difesa delle nostre compagne.
(A questo punto, scorgono Strimodoro che tenta di dar fuoco alla porta. contro lui s'avventa Vittoria)
VITTORIA.
Ehi tu, fermo là! Che stai facendo? Farabutto  che non sei altro!
STRIMODORO (Retrocede sorpreso).
Oh, mamma mia… e da dove arrivano queste!
VITTORIA.
Hai paura eh! Vecchio rimbambito? Ti sembra che siamo tante?
Sappi che ce ne sono altre diecimila e forse anche di più!
STRIMODORO.
Ma che dici? Prendete i randelli e spaccateglieli sulle schiene (avanzano vs le donne coi bastoni alzati)
VITTORIA.
Ragazze… se ci toccano… calci e morsi!
STRIMODORO.
Se qualcuno vi desse sul grugno due belle mazzate, allora sì che stareste mute e a cuccia!
VITTORIA.
E secondo te, io le sto a pigliare? Bastonami. E io ti do un morso sui coglioni, peggio di una cagna!
STRIMODORO.
Zitta. o ti gonfio.
VITTORIA.
Prova a toccarmi con la punta d'un dito...
STRIMODORO.
Ma che dito… io ti sfracello a forza di pugni?
VITTORIA.
E io ti impicco con le tue budella.
STRIMODORO.
Ma guardati quanto sei brutta!
VITTORIA.
Forza ragazze, tutte quante… alziamo la brocca dell'acqua! (Le donne eseguono il comando)
STRIMODORO.
Maledetta che ci vuoi fare con quell'acqua? Perché non ti ci fai una bagno ché puzzi come una fogna?
VITTORIA.
E tu col quel fuoco? Perché non ti dai fuoco da solo, carogna?
STRIMODORO.
A voi vi brucio… tutte quante! E a te, ti voglio proprio rosolare come un maiale
VITTORIA.
Maiale ci sarai tu! Sei così sudicio che faresti schifo alle tue pecore, ti meriti proprio una bella sciacquata.
STRIMODORO.
Baldracca!... a me una doccia?
VITTORIA.
… bella fresca.
STRIMODORO.
Tappatele la bocca...
VITTORIA.
Prendetevi un po’ questa!
(Le donne rovesciano le secchie ciascuna addosso al vecchio che si trova di fronte)
STRIMODORO.
Maledette!… è ghiacciata!
VITTORIA.
Scusa, credevo che fosse calda!
STRIMODORO.
Che calda! Ma smettila! Che cosa fai ancora?
VITTORIA.
T'annaffio, chissà che non ti spuntino i germogli!
(I vecchi si ritirano sconfitti insultando… Donnacce! Streghe! Befane! Zoccole)



Scena 4^

(Arriva un commissario seguito da parecchi arcieri)
COMMISSARIO.
Ma cos’è questo casino! Ho visto donne sui tetti, ubriache, che urlavano come delle pazze… E il marito di sotto urlava più di loro… che disastro!
STRIMODORO.
E se tu sapessi fin dove arriva la loro l'insolenza!
Prima, ci hanno insultato ben bene e poi ci hanno rovesciato addosso un fiume d’acqua…
E ora guarda… mamma mia… sembra che ci siamo pisciati addosso, bastarde!
COMMISSARIO.
È colpa nostra… siamo noi che non stiamo abbastanza severi con le nostre mogli.
Conosco uno che è andato da un calzolaio, un bel giovane molto ben dotato… e gli fa
«O calzolaio, la cinghietta del sandalo dà fastidio al mignolo del piede di mia moglie!
Lei è così delicata! Vai un po' tu a trovarla… e allargagliela bene bene…»
E quello gli ha fatto proprio un bel servizio! Vedessi come gliela ha allargata…
E adesso, cosa succede?... adesso che io… il commissario, ho bisogno dei quattrini per pagare i rematori che ho arruolato, queste femmine cosa fanno?... mi chiudono l'uscio in faccia.
Avanti, arcieri! Basta con questa impudenza! Ficcate i pali sotto la porta, e scassinatela.
LISISTRATA (Compare sulle mura).
Fermi! Fermi coi pali! Esco da sola. Parliamo! (Esce dalla porta, e si pianta dinanzi al commissario)
COMMISSARIO.
Ah, si? Vuoi parlare? Donnaccia che non sei altro! Prendetela, legatele le mani dietro la schiena!
LISISTRATA.
Toccatemi con la punta di un dito e la pagherete cara… per Giove!
COMMISSARIO (A un arciere).
Cosa c’è, avete paura? Avanti, sbrigatevi, legatela!
ESSERBELLA (Esce a difesa di Lisistrata).
Se vi provate a toccare Lisistrata… vi faccio cacare, a forza calci nella pancia!
COMMISSARIO.
Ma che succede? Guardate che mi incazzo! Avanti… prendetela!
MIRRINA (Uscendo prende un arciere per i capelli).
Provati a toccarla e poveri i tuoi capelli! Avrai un buon motivo per urlare! (L'arciere scappa)
COMMISSARIO.
Dove scappi, coniglio! Venite tutti qua… non si può tollerare che delle femmine ci debbano sopraffare!
LISISTRATA.
Ascolta per Giove! Noi siamo, armate fino ai denti !
COMMISSARIO.
Legatele! Tutte quante!
LISISTRATA.
Ragazze! All’attacco…
(Le donne si precipitano sul commissario e gli arcieri, e in un batter d'occhio li riducono a mal partito)
COMMISSARIO.
Ferme ferme, basta! Guardate come avete conciato i miei arcieri!
LISISTRATA.
Cosa credevi? Pensavi di avere a che fare con delle serve? Anche a noi donne ribolle il sangue!
COMMISSARIO.
Ho visto, per Apollo!
(Le donne si calmano. Anche gli arcieri alla meglio si ricompongono)
STRIMIDORO.
Commissario a che servono tanti ragionamenti con queste belve? Dovevi vedere che bagno m'hanno
fatto fare… senza sapone e senza nemmeno farmi togliere il vestito?
VITTORIA.
Non protestare altrimenti, ti faccio gli occhi pesti. Noi siamo buone e care… e non diamo fastidio a nessuno. Ma se ci stuzzicano siamo peggio di un vespaio!
CORO DI VECCHI.
Come andrà a finire con queste iene? Noi non possiamo sopportare questa arroganza.
Su, commissario, chiedi che accidenti vogliono queste invasate…
Che progetti hanno… perché hanno occupato l’alta rupe dell’acropoli!
Adopera ogni argomento “e nun te fa metter sotto”.
COMMISSARIO.
Giusto, giusto; ora vado… Prima di tutto ditemi. Ma che v’è venuto in mente di occupare l’Acropoli.
LISISTRATA.
Per togliere dalla vostra disponibilità il denaro, che è il motore di ogni guerra
COMMISSARIO.
Ma che dici… ora le guerre si fanno pel denaro?
LISISTRATA.
Certo, tutti quelli che si mettono in politica, lo fanno solo per allungare le mani sul malloppo…
Ed è per questo che continuano sempre a “rimestare antichi rancori”, come dice Shakespeare.
Facciano pure quel che gli pare! Ma su questi quattrini nessuno ci mette più le mani!.
COMMISSARIO.
Allora, primo non cominciamo a fare confusione e a mescolare il teatro greco col teatro elisabettiano!
Secondo, diteci che cosa avete intenzione di fare…
LISISTRATA.
Non hai ancora capito? Noi terremo la cassa del tesoro.
COMMISSARIO.
Tesoriere voi altre? Adesso mi incazzo davvero eh?!!
LISISTRATA.
Si, perché? Cosa c’è di strano? Non amministriamo anche la cassa di famiglia?
COMMISSARIO.
Ma non è la stessa cosa!
LISISTRATA.
Come, no?
COMMISSARIO.
Con quei quattrini bisogna far la guerra!
LISISTRATA.
Ma chi l’ha detto? Non è obbligatorio, fare la guerra!
COMMISSARIO.
E come vuoi che ci difendiamo, allora?
LISISTRATA.
Vi difendiamo noi.
COMMISSARIO.
Voi? Ma che cazzata!
LISISTRATA.
E invece, noi vi difenderemo meglio di come fareste voi!
COMMISSARIO.
Ma non farmi ridere!
LISISTRATA.
Ridi pure, tanto faremo così!
COMMISSARIO.
Ma sai che sei prepotente! Ma come vi salta in testa. Di occuparvi di guerra e di pace?
LISISTRATA.
Sta a sentire…. Nell’ultima guerra, noi abbiamo dovuto sopportare per un bel po’ quello che facevano gli uomini… Non potevamo neanche aprir bocca! E non eravamo mica contente!
E quante volte, stando in casa, sentivamo le decisioni stolte che voi prendevate.
E allora, sorridendo come delle sceme, per non farvi innervosire, vi chiedevamo.
«Che cosa avete deciso per la pace questa mattina?» - «Ma vuoi star zitta? Tappati quel buco storto che c’hai in mezzo alla faccia!» rispondeva gentile il marito…  Ed io, zitta, carina.. sorridente…
COMMISSARIO.
Certo, e se non obbedivi, assaggiavi il bastone!
LISISTRATA.
E dunque, in casa e zitte! E se chiedevamo. «Sposo mio, perché fate le cose così a cavolo?» lui, rispondeva «Pensa al telaio, o povere le tue spalle!»
COMMISSARIO.
Giusto! Sangue  di Giove!
LISISTRATA.
Stai zitto, idiota! Ma quando, un giorno ho sentito uno per strada che diceva…
« In paese non c'è rimasto un solo uomo, neanche uno »… e allora noi femmine ci siamo riunite in assemblea, e abbiamo deciso di salvare la Grecia… e non lo facciamo per il nostro interesse…
E se vorrete ascoltarci, e starete zitti, noi vi rimetteremo in piedi.
COMMISSARIO.
Ma vai! Questa è troppo grossa…
LISISTRATA.
Taci.
COMMISSARIO.
Tacere perché l'ordini tu, befana? Che Giove mi fulmini in questo istante, piuttosto!
LISISTRATA.
Zitto e mosca! To’ mettiti la cuffia, pigliati il cestello e mettiti a far la maglia… ché alla guerra ci pensano le donne. (dà la cuffia, e il cestello al commissario che rimane così  camuffato. Applausi)
VITTORIA.
Su, compagne, posiamo al suolo le secchie. Figlie di madri e nonne pungenti come ortica, l'ira non diminuisca, spira. Ce n'est qu'un débutcontinuons le combat.
LISISTRATA.
Venere… lascia scendere su di noi, sulle nostre poppe, sulle nostre cosce, il caldo amoroso fascino
che eccita gli uomini, in modo che abbiano tra le cosce un bastone di legno d’ulivo, e così i greci ci chiameranno… quelle che hanno sconfitto la guerra!
COMMISSARIO.
Ma perché?
LISISTRATA.
Per avervi distolti dall'andare in piazza armati, a far cazzate.
ESSERBELLA.
Giusto!
LISISTRATA.
Ora al mercato, fra le pentole e i cavoli,
ce ne sono tanti che girano coperti d'armi, come fossero Achille e Ettore…
COMMISSARIO.
E allora? Cosa c’hai da dire?
LISISTRATA.
Patetici… ci sono certi che con tanto di Medusa dipinta sullo scudo, vanno a comprare le sardine!
ESSERBELLA.
Io ho visto uno che versava dentro il casco la zuppa comprata da una vecchia.
E un altro, con la lancia, minacciava la fruttivendola, e intanto si ingozzava di fichi maturi!
COMMISSARIO.
E voi, come rimettereste ogni cosa a posto?
LISISTRATA.
Certo… quando la matassa si ingarbuglia, noi la pigliamo, poi la tiriamo un po’ a destra, un po’ a sinistra e alla fine troviamo il bandolo, così, se ci lascerete fare, scioglieremo anche la guerra,
mandando ambasciatori in ogni città.
E se non foste delle zucche senza sale, prendereste esempio dalla nostra lana, per governare ogni cosa.
COMMISSARIO.
E come?
LISISTRATA.
Per prima cosa bisognerebbe pulire la città d'ogni sozzura, cioè sbattere in galera i farabutti che nell’ombra degli uffici allungano le mani sui soldi della comunità…
E per quanto riguarda le colonie, converrebbe che ciascuno cercasse di fare altrettanto,
in modo che i soldi che si risparmiano fossero spesi per il bene dei popoli.
COMMISSARIO.
Ma che volete saperne voi della guerra?
LISISTRATA.
Noi sappiamo solo che grazie alle vostre zuffe, noi ci ritroviamo a dormire da sole nei nostri letti.
E voi non pensate alle giovinette che invecchiano dentro casa… che pena mi fanno…
COMMISSARIO.
Anche gli uomini invecchiano!
LISISTRATA.
Non è la stessa cosa! Chiunque può beccarsi una ragazza, anche se ha i capelli bianchi;
ma per la donna è diverso… se non approfitta della sua gioventù, nessun la sposa più
e non le resta che fare gli oroscopi.
COMMISSARIO (Ai vecchi)
Quelle che non trovano marito… è perché sono delle cozze (ridono)
LISISTRATA.
Ma perché non vedi d’andare a morire ammazzato!
Non senti che c’è Caronte che ti chiama? svelto che ti sta aspettando!
COMMISSARIO (gli mettono al collo una corona da morto, gli incrociano le braccia).
Vergogna, vergogna… non si tratta così un commissario!
LISISTRATA.
Hai ragione! Prima di darti fuoco devono passare 3 giorni…
Tu aspetta qui… stai fermo… e tra 3 giorni, ti faremo un funerale di prima classe!!
(Lisistrata rientra, seguita dalle compagne, e chiude la porta. Rimangono di fronte i due Cori)


Scena 5^

STRIMODORO.
Qui si mette male… amici prepariamoci alla lotta.
CORO DI VECCHI.
… Si, facciamoci furbi… questo deve essere un piano degli spartani, che hanno aizzato queste femmine infami contro di noi… ma a noi non ci fregano!
… si queste vogliono vendere la città…
… vogliono fare un colpo di stato!
… mi fiderò di loro quando mi fiderò dei lupi con le fauci spalancate!
… io mi metto un bastone sotto il mantello, poi me ne vado in piazza e resto lì di sentinella
E se mi viene vicino una di queste vecchie, glielo schianto sul il muso…
CORO DI VECCHIE.
Vecchiacci, maledetti! È colpa vostra se ora lo stato va in rovina. Come osate ancora fiatare?
State attenti che io non vi sbatta una ciabatta sul grugno, senza nemmeno ripulirla!
CORO DI VECCHI.
Che protervia, che arroganza… Gettiamo via il mantello! L'uomo si deve cedere che è uomo, appena lo vedi, non deve stare avvolto come un salame!
(Gettano anche la sottoveste, e restano con la sola maglia aderente al corpo – Superman)
Torniamo ad esser giovani, mettiamo nuove piume, e gettiamo lontano da noi ogni vecchiume.
Se gliela diamo vinta, non vorranno più desistere da nessuna impresa audace…
Vorranno anche costruire le navi, e vorranno combattere in mare contro di noi.
Se poi vorranno combattere a cavallo, sarà la fine… guardate le Amazzoni come stanno salde in sella! Ormai dobbiamo acciuffarle tutte, ed infilargli il collo dentro la gogna.
CORO DI VECCHIE.
Voi ci state provocando… compagne!, giù gli abiti, devono vedere che siamo
femmine inferocite, ben pronte a dar battaglia. (Depongono anch'esse le sottovesti – super eroine)
Avanti, venga avanti chi vuole assaggiare i nostri morsi
Provatevi a toccarci… e noi vi gonfiamo come zampogne!



Scena 6^

(Dalla rocca esce Lisistrata furiosa)
CORO DI DONNE.
Lisistrata, perché esci di casa così scura in volto?
LISISTRATA.
Devo fare la ronda, per tutta la città, per impedire che qualche sciagurata faccia qualche sciocchezza e mandi in vacca tutto il nostro progetto…
CORO.
Nooo… che cosa stai dicendo?...
LISISTRATA.
La verità!
CORO.
Spiega…
LISISTRATA.
È vergognoso, lo so, ma non si può tacere.
La verità… tanto per esser chiare… è che alcune di noi… sono in fregola.
CORO.
Oh per Giove!
LISISTRATA.
I fatti sono fatti. Non mi riesce più tenerle lontane dai mariti. Ne ho trovata
una a fare che scavava un tunnel; una seconda che si calava giù dalla rocca con la carrucola;
e ieri, ne ho acciuffata, per i capelli, una già pronta a volare a cavallo di un uccello!
E non c'è scusa che non tirino in ballo, per tornare a casa. Guarda che n'arriva una!
(Giunge una donna)
Ehi, dove corri?
DONNA A.
Faccio una scappata a casa. Ho della lana di Mileto, e le tarme me la rodono tutta.
LISISTRATA.
Ma che tarme! Ferma lì!
DONNA A.
Lasciami andare, torno tra 10 minuti…
LISISTRATA.
No… qui siamo nell’antica Grecia… i minuti non ci sono… per nessuno
DONNA B.
Oh, povera me, povera me, ho lasciato del lino a casa, senza pettinarlo!
LISISTRATA.
Senti quest'altra! La scusa del lino... torna subito indietro.
DONNA C (Esce, in stato apparente di avanzata gravidanza).
O dea della maternità, aiutami a trattenere il parto finché non sarò arrivata dalla levatrice…
LISISTRATA.
Che cosa racconti?...
DONNA C.
Eccolo che esce!
LISISTRATA.
Ma se ieri non eri gravida!
DONNA C.
Ieri no, ma oggi si. Lisistrata, presto, lasciami tornare a casa, dalla levatrice.
LISISTRATA.
Ma che discorsi son questi? (Palpandola) E questo coso duro, che è?
DONNA C.
… … È… un maschio!
LISISTRATA.
Ma che dici! Lasciami vedere... cosa c’hai qui sotto…
(Le pone le mani sotto, e tira fuori un casco)
Ma guarda! Hai un casco sulla pancia, e dici d'esser gravida? E questo coso, allora, che significa?
DONNA C.
Perché, se mai mi prendono le dogli, mi accovaccio sul casco, e lì mi sgravo!
LISISTRATA.
Ma senti… facciamo una cosa… Resta, qui… cosi quando il casco nasce… la festa la facciamo qui.
DONNA D.
Aiuto… ho avuto un incubo… mi sono sognata che il drago che custodisce la rocca… mi voleva mangiare… Ti giuro Lisistrata… io sulla rocca non ci posso più dormire
LISISTRATA.
La volete finire? Dite la verità…  Avete voglia di maschi.
DONNE. Certo!
LISISTRATA.
E pensate che noi non ne abbiamo, altrettanta?
Lo so, le notti, da sole, non passano mai; ma io vi dico, tenete duro ancora per un po'.
C'è un oracolo, che dice che alla fine se riusciremo a resistere… la spunteremo.
Ecco l'oracolo. (prende un rotolo e s'appresta a leggere)
LE CINQUE DONNE.
Facci sentire cosa dice.
LISISTRATA.
Silenzio… (legge) quando le rondini voleranno insieme allo stesso rifugio, fuggendo dai falchi, e faranno a meno degli uccelli, i mali avranno tregua, e Giove metterà... di sopra quel ch'era di sotto
UNA DELLE CINQUE DONNE.
Noi staremo di sopra? Bello! (batte le mani)
LISISTRATA.
Se invece le rondinelle saranno discordi, e le penne a volo spiegheranno lontano dal sacro recinto,
allora tutti potranno dire che non esiste nessun pennuto più  lascivo di loro.
UNA DELLE CINQUE DONNE.
Per Giove, l'oracolo è chiaro! Ragazze, non siamo pusillanimi! Non diamola via senza niente in cambio… Entriamo! Sarebbe una vergogna, non dar credito, a quest'oracolo.

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