mercoledì 11 gennaio 2012

qualcosa da dire

QUALCOSA DA DIRE - Recital per Herbert Pagani

Albert Camus ha scritto… “Tutte le grandi azioni e i grandi pensieri scaturiscono da situazioni assurde. Grandi iniziative prendono vita all’angolo di una via, o tra le porte girevoli di un ristorante”.
È proprio così. Sera d’estate… aperitivo in piazza… si chiacchiera delle solite cose… lavoro, vacanze, un’ape che mi ha punto poco prima… e a un certo punto, un amico di una amica, uno che ho conosciuto da 10 minuti… un professore di matematica… non ricordo nemmeno perché… intona due righe di una canzone…
            Porta via a una madre il bambino, a Vivaldi il violino, al mattino il caffè… e saprai come sto…
… cos’è? Tutti rimaniamo più che sorpresi… una canzone con un testo così poetico… una canzone che emoziona in due parole… di questi tempi succede raramente… ve la faccio sentire tutta; si intitola
1)       PORTA VIA. (pag. 203)
Il professore, ha una sessantina d’anni, ci guarda e sorride, mentre tutti gli chiediamo “… che canzone è?”... ”chi la canta?”… “perché nessuno la conosce?”.
Perché è una canzone vecchia… perché chi la cantava è morto troppo giovane… e il suo successo era diviso a metà tra Italia e Francia… forse qualcuno ricorda ancora la traduzione che lui aveva fatto di una delle canzoni più belle di Edith Piaf
2)     ALBERGO A ORE. (pag. 39)
… Herbert Pagani, con un senso dell’ironia  insuperabile, la definiva la canzone che per anni è rimasta prima nella hit-parade della censura italiana… per capire cosa ci fosse da censurare, non chiedete a me… sono solo un musicista, non uno psichiatra! Comunque qualche indicazione sul come e perché della censura, ce la dà proprio lui, in questa canzone che si chiama
3)     PALCOSCENICO. (pag. 172)
… era solo la metà degli anni settanta…  e lui aveva già capito tutto della Tivù… quella Tivù dove se non sei stupido e superficiale… non c’è spazio per te… e allora lui in Tivù ci va… il professore ricorda che Herbert Pagani aveva partecipato a trasmissioni come “Un disco per l’estate” (quella che lanciò Orietta Berti con “Tu sei quello… sono troppo sicura di me…”) … aveva partecipato con canzoni che erano si, facili, ma anche ironiche, leggere e poetiche…
4)     Cin cin con gli occhiali (pag. 189)
5)     Ahi, le Hawaii (pag. 191)
Ebbene si, questo era quello a cui lo costringeva la RAI alla fine degli anni 60… (quella RAI che si ostinava a mandare Claudio Villa “Granada”, il quartetto Cetra “Nella vecchia fattoria” ), era uno spazio troppo stretto per lui… e radio private a quei tempi non ce n’erano… era ancora l’epoca del monopolio delle grandi reti nazionali… dall’Inghilterra, dall’America arrivavano notizie straordinarie… parlavano di Radio Pirata che da vecchi mercantili, ancorati in acque extra territoriali trasmettevano sulle coste, la musica che i giovani degli anni 60 volevano ascoltare.  Da noi si aprono piccoli spazi di libertà da Radio Monte Ceneri, che trasmette dal Canton Ticino, da Radio Capodistria, da Radio Monte Carlo… è proprio qui che Herbert Pagani si inventa il mestiere del DJ… “Fumorama” era la sua trasmissione… divertentissima… sponsorizzata da una multi- nazionale del tabacco… “Fumorama, Fumorama per le spiagge e le città…” Il professore non ricorda tutta la sigla… aveva 16-17, anni ma ricorda bene quella trasmissione in cui Herbert Pagani ogni giorno, con le canzoni che sceglieva, con i commenti che faceva,  gli chiedeva… “Hai capito cosa vuol dire essere un uomo… ?”
6)     L’amicizia (pag. 41)
Fumorama era un Hellzapoppin’ radiofonico,  che tutti i giorni d’estate, nel primo pomeriggio, trasmetteva una sequenza vertiginosa di personaggi, racconti, sketch… ma soprattutto musica di qualità… inglese, americana francese, italiana…. cantautori… trasmetteva ogni giorno una canzone sua… su qualche tema che per lui… per tutti i giovani che lo ascoltavano… era importante… come l’amicizia… l’amore, la voglia di vivere… di andare a scoprire il mondo... la voglia di tornare…
7)     Canta che ti passa la paura (pag. 38)
8)     Cento scalini (pag.193)
La voglia di casa… Herbert Pagani aveva una nostalgia infinita di casa… di famiglia… ce la racconta in una canzone piena di disperazione e di speranza…
9)     La mia generazione (pag.198)
10)  Nostalgia (pag.205)
Herbert Pagani è stato il primo a trasmettere certe canzoni di De Andrè, di Guccini, di Leo Ferrè, quando certi parlamentari… indovinate di quale parte… facevano interpellanze contro i testi pacifisti delle loro canzoni… non ridete… ma lo sapete che De Andrè per la canzone “Carlo Martello ritorna dalla guerra”… quella del re di Francia che va a puttane e poi da gran cialtrone scappa senza pagare, fu denunciato per vilipendio di capo di stato straniero… povera Italia!
Ma tra tutti i cantautori ce n’era uno che Herbert Pagani teneva stretto nel cuore… a lui, ogni anno, a merà estate dedicava una trasmissione intera… ed è a lui che è dedicata questa canzone
11)     Da niente a niente (pag. 180)
A Fumorama si prendevano in giro le sciocchezze che c’erano sui giornali, dai pettegolezzi più stupidini, alle notizie bislacche, alle dichiarazioni demenziali degli uomini politici… “geniali” quelli di oggi, come quelli di ieri… e certe volte nei loro confronti, non era proprio tenero…
12)   Signori presidenti (pag. 174)
Ebbene si… Herbert Pagani è stato uno dei primi, dei primissimi, ad affrontare i temi dell’ecologia, della salvaguardia del pianeta, della scelta di stili di vita sostenibili… sapeva vedere nel futuro lui! Ma sapeva anche guardare indietro, al passato, alle radici, alle tragedie, all’identità del suo popolo, con intelligenza e con passione autentica. Nel ’75 dai microfoni Radio Europa 1 lancia una straordinaria “Arringa per la mia terra”, dove rivendica la parentela con Kafka, Proust, Chagall, Marx, Einstein, Modigliani, Woody Allen e sostiene con forza che in Palestina c’è posto per due popoli e due nazioni!
13)   La stella d’oro (pag. 178)
14)   Un capretto (pag. 187)
E quando ogni anno, alla fine delle vacanze, il professore tornava a casa, a Milano, per studiare… il viaggio di ritorno non era troppo triste, perché nelle sue orecchie,  risuonava ancora, come un arrivederci, non come un addio, l’ultima canzone dell’estate… era la traduzione di una canzone di Jacques Brel…
15)   La Lombardia (pag.20)
Le canzoni che avete ascoltato sono di Herbert Avraham Haggiag Pagani, nato a Tripoli, nel 1944, morto a Palm Beach, nel 1988, a soli 44 anni. Da una parte, c’è la rabbia per tutte le canzoni che lui avrebbe potuto ancora scrivere… tutte quelle canzoni che avrebbero potuto ancora scioglierci il cuore, aprirci il cervello, o semplicemente divertirci… dall’altra siamo felici perché ci rimane un’eredità meravigliosa… quello che lui aveva già scritto, e quello è nostro per sempre, e non può più levarcelo nessuno… grazie Herbert, grazie per la tua amicizia… questo recital te lo dovevamo
16)  L’erba selvaggia (pag. 207)


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1 commento:

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