mercoledì 11 gennaio 2012

Una guerra come tutte le altre

Una guerra come tutte le altre

***
Primo giorno dell’anno 2011.
Ad Alessandria, in Egitto, esplode un’auto-bomba davanti a una chiesa,
oltre 21 cristiani copti sono uccisi…

In Nigeria, nei giorni intorno a Natale, negli scontri tra cristiani e mussulmani
muoiono oltre ottanta persone, prevalentemente cristiani;
un gruppo islamico vicino all'organizzazione dei Boko Haram, i cosidetti talebani nigeriani, ha rivendicato la strage.
La formazione islamica radicale nigeriana afferma che è prevista la pianificazione di nuovi attacchi, come "vendetta per i crimini commessi contro i musulmani nel paese".
Dichiarano “… la guerra continuerà fino a quando Allah non ci darà la vittoria”.
Il vicepresidente, Namadi Sambo, sta tentando di sedare la crisi.

In Uganda, nel nord del Paese
i guerriglieri dell'Esercito di Resistenza del Signore,
capeggiati dal fondamentalista cristiano Joseph Kony, appoggiati dal Sudan,
combattono contro il governo una guerra civile che dura da oltre 20 anni.
Il governo riceve armi da Stati Uniti, Sudafrica, Cina, Russia, Bulgaria, Polonia;
i guerriglieri dell'Esercito di Resistenza del Signore, dal Sudan. 
Si calcola che, in 20 anni di conflitto, oltre 20 mila persone siano rimaste uccise.
I ribelli compiono continue scorribande nei villaggi,
bruciando case, massacrando civili e sequestrando bambini,
che a loro volta sono costretti a diventare miliziani.
Si calcola che i bambini forzatamente arruolati da i guerriglieri dell'Esercito di Resistenza del Signore siano 25 mila,  
i profughi nell’area sono oltre 1.700.000.
Non sono chiare le ragioni che hanno spinto la formazione di Joseph Kony a prendere le armi.

In Iran, a Teheran l'intelligence iraniana ha fatto irruzione nelle chiese private cristiane mentre si celebravano le festività natalizie e sono state arrestate una decina di cristiani iraniani.

In Malesia duecento musulmani sciiti sono stati arrestati per eresia. La comunità sciita, che comprende circa 40mila adepti, chiede protezione, ma le autorità religiose sunnite hanno detto che l'arresto è giustificato: "Abbiamo osservato il gruppo per due anni e abbiamo prove per dichiarare che hanno deviato dagli insegnamenti dell'Islam".

Tragedie terribili… tutte con un unico denominatore comune… il pretesto della motivazione religiosa. Tragedie terribili… ma grazie a Dio lontane da noi…
Lontane geograficamente.
Queste cose succedono in Africa, in Nigeria, in Uganda… in Asia, in Iran, in Malesia…
per fortuna queste cose avvengono lontano da noi popoli occidentali, a distanza di sicurezza…
“lontan dagli occhi, lontan dal cuore” non vale solo per i fidanzati, vale anche per la coscienza civile.

Theodor Adorno, scrive in MINIMA MORALIA, al paragrafo 38 …
“Appartiene al meccanismo dell'oppressione vietare la conoscenza del dolore che produce, e una via diretta conduce dall’obbligo alla gioia, alla costruzione di campi di sterminio, ma in Polonia, abbastanza lontano perché gli agenti della propaganda possano persuaderci di non udire le grida.” Polonia, Auschwitz… 6.000.000 di ebrei sterminati dai tedeschi, prevalentemente cristiani luterani e dai loro complici, cristiani cattolici e cristiani ortodossi, in tutta Europa

“Abbastanza lontano” dice Adorno… quanto è lontano Auschwitz da Milano?… 1250 km.
È abbastanza lontano?
No, non tanto… non come l’Africa, come il Sud America… però è lontano nel tempo… dalla liberazione di Auschwitz sono già passati 65 anni… oggi è tutta un’altra epoca… oggi…

… ma queste cose succedono anche oggi… si, oggi e vicino a noi?
Provate a chiedere ai vostri genitori, ai vostri educatori,
cosa ricordano del luglio del 1995… 11, 12, 13 luglio 1995…
era estate… eravamo in ferie… o ci stavamo preparando ad andarci… e intanto…
strage di Srebrenica, Bosnia-Erzegovina
Milano-Srebrenica 1060 km, 10 di meno rispetto a Milano-Cosenza…
Srebrenica… 11. 12, 13 luglio 1995… è abbastanza vicino a noi… sia nello spazio che nel tempo…

Pochi, pochissimi ne sanno qualcosa… i telegiornali non diedero particolare rilievo alla notizia, e anche sulla stampa uscirono poche informazioni… una quantità infinitesima rispetto a quelle che uscirono nel settembre 2001 dopo gli attentati alle torri gemelle (che causarono circa tremila morti), e il 7 luglio 2005, quando, nella metropolitana di Londra, ci fu l’attentato islamico che causò circa ottanta vittime… questi attentati ottennero giustamente l’unanime condanna internazionale… quello delle torri gemelle, in particolare  diede il via alla guerra mondiale contro il terrorismo islamico…
quasi nessuna agenzia di informazione mise in evidenza il fatto che secondo le rivendicazioni, questi due attentati furono concepiti e attuati come vendetta per la strage di Srebrenica.

Ma cosa era successo a Srebrenica? Quel giorno, l’11 luglio 1995, il generale serbo Ratko Mladić svuotò la cittadina della Bosnia orientale, zona protetta dell’Onu, dai suoi 40 mila abitanti, musulmani bosniaci; trentamila tra donne e bambini furono deportati e in pochi giorni 8000 uomini e ragazzi vennero uccisi dai serbo-bosniaci di religione cristiana ortodossa… pulizia etnica basata su pretesti religiosi… 8000 morti è la cifra ufficiale, 12 mila è la cifra secondo i parenti delle vittime… vergognosamente,le forze dell’ONU non hanno fatto nulla per impedire il massacro
L’ex presidente dei serbo-bosniaci, Radovan Karadžić, firmò l’ordine ai suoi militari: «Creare a Srebrenica una situazione di totale insicurezza e disperazione».
Il suo ordine venne eseguito. In questi giorni si sta svolgendo il processo a suo carico innanzi al Tribunale Penale Internazionale dell’Aia, mentre il generale Ratko Mladić, è ancora latitante… libero nonostante il mandato di cattura internazionale Anche questo olocausto, questo genocidio, come quello nazista, ha avuto momenti di negazionismo. Ora il Parlamento Europeo ha proclamato l’11 luglio Giornata della memoria con una risoluzione in cui afferma che il genocidio di Srebrenica è stato il maggior crimine di guerra perpetrato in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.

… ora non potete più dire di non sapere cosa è stato “Srebrenica”…
8000 morti… ma cosa vuol dire davvero? Quanto tempo si impiega a contare fino a 8000? Più di quattro ore… potete provare…
Quanto tempo si impiega ad ammazzare 8000 tra uomini e ragazzi come voi? Non lo so…
10 morti, 100 morti, 100.000 morti, 6.000.000 di morti…
Che differenza c’è tra 100 morti e 100.000 morti… nessuna… assolutamente nessuna
I numeri, così esatti così precisi… quanto possono tradire…
100 morti, 100.000 morti sono suoni assolutamente vuoti, suoni che per noi non significano nulla
perché non ci restituiscono nulla dell’orrore che dovrebbero suscitare.
E allora, quando l’aritmetica non basta per farci comprendere il senso profondo della realtà, occorre dell’altro… occorre l’arte.

Christopher Marlowe. Padre della tragedia inglese. Morì a soli 29 anni dopo aver ricevuto una ferita mortale in una lite, in una taverna.
Di Marlowe ci sono arrivate in tutto solo 6 opere, alcune anche fortemente manchevoli, come questa che stiamo per presentare: “La strage di Parigi”.
L’abbiamo scelta perché ci spiega una cosa terribile ma molto semplice. Una cosa che aveva capito anche Primo Levi durante il periodo della sua deportazione ad Auschwitz.
Per uccidere migliaia di persone non bisogna essere dei criminali efferati… l’efferatezza è ancora un carattere di umanità. No, bisogna annullarla completamente, la propria umanità.
Bisogna riuscire a considerare la persona che si ha davanti come un numero, un qualcosa di astratto, un simbolo, qualcosa a sua volta di non umano… un “pezzo”, come dicevano i nazisti.
Marlowe è l’unico autore che sia riuscito a mostrare chiaramente, lucidamente, senza possibilità di equivoco, questo annullamento di umanità.
È per questo che noi abbiamo scelto di raccontare questa storia con dei pupazzi, e non con degli attori in carne e ossa. I protagonisti di “La strage di Parigi” sono tutti comparse… entrano in scena, uccidono, muoiono e scompaiono. Nessuna grandezza… Marlowe non è Shakespeare.
L’azione drammatica si riduce a una fredda sfilata di assassinii e di avvelenamenti.
Altro che motivazione religiosa. La religione non c’entra nulla. La religione è solo il pretesto… il più facile… La verità è che c’è solo “l’uomo che ha smarrito la sua umanità”… e questo è l’esatto contrario della religione.

La strage di Parigi racconta, il massacro compiuto dai cattolici, ai danni degli ugonotti, a Parigi, la notte di San Bartolomeo, cioè, la notte tra il 23 ed il 24 agosto 1572.
Gli ugonotti erano i protestanti francesi di tendenza calvinista.
La pace di Saint-Germain aveva appena messo fine a tre anni di terribili guerre civili tra cattolici e protestanti, ma la pace era precaria, perché i cattolici intransigenti non l'accettarono.

Dunque la nostra scena rappresenta Parigi, e qui si stanno celebrando le nozze tra Margherita di Valois e il principe protestante Enrico, re di Navarra.
La regina madre, Caterina de' Medici, e il figlio, il re Carlo IX, coscienti delle difficoltà finanziarie del regno, sono decisi a impedire la ripresa delle ostilità.
È Caterina che per concretizzare il mantenimento della pace tra i due partiti religiosi, ha progettato il matrimonio.
Ma Parigi è una città a grande maggioranza cattolica, e le giornaliere predicazioni dei cappuccini, contro lo scandaloso matrimonio di una cattolica con un eretico, aizzano all'odio i fedeli della città.
Ora, in occasione del matrimonio, ecco, a Parigi, la presenza di un gran numero di nobili protestanti venuti a scortare il loro principe.
Siamo in una sala del Louvre, il palazzo reale… ecco, in mezzo ai cortigiani…
il re Carlo IX,
Caterina de’ Medici, sua madre,
Enrico, il re di Navarra e Margherita di Valois… la sposa… bellissima…
La regina di Navarra, madre di Enrico,
Il principe di Condè,
Coligny, il grande ammiraglio, maestro e consigliere di Enrico… quasi un padre per lui.

Carlo.         Principe di Navarra, che l’alleanza stretta da queste mani
                  possa durare per tutta la nostra vita,
                  e che l’affetto che ora arde tra noi, continui a ardere nei nostri figli.
Re di Navarra.             Maestà, ripagherò con eterna obbedienza a voi e a vostra madre,
                  la benevolenza che voi oggi mostrate verso di noi.
Caterina.    Figlio, il fatto che vi abbiamo concesso in moglie nostra figlia,
                  nonostante la differenza di religione, è segno del nostro amore.
Carlo.         Non è questo il momento di parlarne, signora.
                  Dopo avere concluso gli accordi matrimoniali, ora è il momento di concludere
                  le cerimonie andando ad ascoltare la santa messa. (esce)
Caterina.    È inutile onorare questo matrimonio.
                  Lo scioglierò comunque nel sangue e nella ferocia. (esce)
Re di Navarra.             Signori, il principe di Guisa,
                  quel cuore invidioso che vuole uccidere tutti i protestanti,
                  ora che il re e sua madre sono con noi, non potrà più colpirci.
                  Qualche giorno fa aveva deciso di uccidere in una sola notte tutti i protestanti,
                  e lo avrebbe fatto, se il re non glielo avesse impedito.
Ammiraglio.                 Mi stupisce che Guisa osi tentare azioni così rischiose
                  Senza il consenso del re.
Condé.       Non vi dovete stupire… lui ha l’approvazione del Papa,
                  può fare tutto ciò che vuole… tirannia, delitto o omicidio
Re di Navarra.             Ma Dio che ascolta le preghiere dei giusti
                  vendicherà il sangue degli innocenti che il Guisa ha assassinato a tradimento…
                  Signori, andiamo in chiesa a supplicare Dio
                  Affinché protegga la giustizia in Francia e vi faccia fiorire il suo vangelo.
escono ed entra Guisa con lo speziale e un soldato.
Guisa.         Che il buio scenda sull’altare,
                  che il sole insanguini le nuvole,
                  che il giorno diventi notte
                  che la notte diventi inferno
                  che il terrore si diffonda in tutto il mondo!
                  Questa notte, vedremo insieme tutte le furie!
                  Speziale… ora voglio mettere alla prova la tua lealtà verso la casa di Guisa…
                  Mi hai preparato quei guanti che dovevi avvelenare?
Speziale.     Eccoli signore, basta odorarli per morire… ditemi cosa ne devo fare…
Guisa.         Portali alla regina di Navarra… offriglieli in regalo…
                  È lei che incoraggia queste eresie in Francia…
                  E tu, soldato, è giunto il momento di recitare la tua parte tragica…
                  Vieni e mettiti qui, vicino a questa finestra…
                  Quando vedrai passare l’ammiraglio, spara e uccidilo con il moschetto…
                  Quando avrete concluso la vostra opera riceverete la vostra ricompensa…
                  E non saranno poche corone
Lo speziale e il soldato escono
                  Io voglio l’impossibile… io voglio la corona di Francia…
                  Fosse anche in cima alle piramidi più alte, io le raderò al suolo con le mie mani!
                  Quell’incapace del re, sfrenato solo nei piaceri, distrugge il suo corpo e quel che è
                  peggio rovinerà il regno… ma io riparerò quello che lui distrugge…
                  a Parigi ci sono almeno 500 collegi, oltre ad abazie e monasteri,
                  … fanno almeno30.000 uomini validi…
                  Queste sono le carte che io ho in mano… e voglio giocarmi il re!
                  Voglio ricacciare Enrico nel suo angolo con la sua marmaglia di eretici!
                  Voglio una corona, uno scettro e un trono
                  che chi li vede deve restare abbagliato come quelli che guardano il sole
esce ed entrano il re di Navarra, la regina Margherita, la regina madre di Navarra, Condé, l’ammiraglio… entra anche, dalla parte opposta lo speziale con i guanti che offre alla regina madre.
Speziale.     Signora, accettate, vi prego, questo umile dono…
Regina madre. Grazie, gentile amico… (gli dà una moneta di ricompensa)
Speziale.     Maestà, vi ringrazio umilmente… (esce)
Regina madre.              … ma questi guanti hanno un profumo molto forte…
                  Il loro aroma mi dà la nausea…
Re di Navarra.             Madre, conoscete l’uomo che ve li ha regalati?
Regina madre.              Non so… anche se mi pare di averlo già visto…
Ammiraglio.                 Altezza, non dovevate prenderli, viviamo in tempi pericolosi…
Regina madre.              Aiuto… mi hanno avvelenata… il veleno mi sta salendo alla testa…
                  Le mie tempie scoppiano… il mio cuore non regge (Muore)
Re di Navarra.             Mia madre viene avvelenata sotto i miei occhi… che tempi sono mai questi?
Margherita.       Mio dolce sposo… non lasciare che un così grave evento ti spinga alla
                  vendetta, e ti porti ad aggravare con nuovi lutti, questa disgrazia improvvisa.
Ammiraglio.                 Portiamo via il suo corpo signori, affinché possa ricevere le esequie dovute.
Quando stanno uscendo il soldato spara all’ammiraglio.
Condé.       Ammiraglio, siete ferito !
Ammiraglio.                 Si, mi hanno colpito al braccio…
                  Sono gli uomini del Guisa che ci vogliono uccidere… maledetti!
Re di Navarra.             Venite signori, dobbiamo raccontare tutto al re.
Escono tutti, entrano re Carlo, Caterina, Guisa, Angiò, e il duca di Mayenne.
Caterina.    Il cervo è preso nella rete mortale… quello che abbiamo deciso sarà fatto!
Carlo.         Signora, il mondo intero biasimerà questa crudeltà sanguinaria…
                  Mi ripugna che dei nobili che si sono messi sotto la mia protezione
                  Vengano trucidati per un principio di religione…
Angiò.        È gentile da parte vostra soffrire per il dolore altrui.
                  Ma è meglio frustare i nemici, piuttosto che sottomettersi alla loro frusta!
Guisa.         … è meglio scegliere il bene del paese, piuttosto che compiangere e aiutare gli eretici…
Caterina.    … hanno ragione… impara ad essere più prudente con i tuoi nemici!
Carlo.         Va bene, mi affido a voi… voi decidete, io ratificherò.
Caterina.    Bene, allora Guisa, che ordini date per la strage?
Guisa.         Dunque, signora… Ogni partecipante a questo eccidio porterà sull’elmo una croce
                  bianca, e una sciarpa bianca legata intorno al braccio…
                  chi ne sarà privo… fosse anche il re… sarà ucciso.
                  Quando dalla torre sparerà il cannone, tutti usciranno a bloccare le strade,
                  La strage comincerà quando si sentiranno i rintocchi della campana,
                  e continuerà, finche la campana non suonerà di nuovo.
Entra un servitore
Servitore.   Maestà, mentre il grande ammiraglio passava per strada gli hanno sparato a
                  tradimento… ora sta a letto e supplica umilmente vostra maestà che vada a visitarlo…
Carlo.         Ditegli che andrò…
Il servitore esce
                  … cosa faremo adesso con l’ammiraglio?
Caterina.    Andate a trovarlo, e fate finta che non stia succedendo niente…
Guisa.         … e io penserò a farlo uccidere
Stanza dell’ammiraglio, che è a letto. Entra re Carlo.
Carlo.         Ammiraglio… so che siete stato ferito… come state ora!
                  Giuro sul mio onore di re di Francia, che scoprirò il colpevole e lo farò uccidere
                  Per aver osato colpire un nobile che è caro al suo sovrano.
Ammiraglio.                 … sono i Guisa, che vogliono ucciderci tutti…
Carlo.         Non temete, ammiraglio… lascerò qui venti guardie che vi difendano da qualunque
                  insidia… Abbiate pazienza… verrò io stesso a trovarvi ogni ora…
Ammiraglio.                 Vi ringrazio, maestà. (Carlo esce. Cambio di scena.).
Entrano Angiò, Guisa, Mayenne, Gonzaga, Retz, Montsorel, e soldati pronti per la strage.
Guisa.         Giuriamo, per la santa croce, di uccidere ogni eretico che incontreremo!
Tutti.          Siamo pronti al massacro!
Guisa.         E allora, prima di tutto, a casa dell’ammiraglio! Assassiniamolo nel suo letto!
                  Circondate la casa, in modo che nessuno possa uscire vivo.
                  Uccidete i suoi servi, man mano che scono di casa.
Gonzaga.    Eccolo qua l’ammiraglio!
Ammiraglio.                 Vorrei chiedere a Dio perdono dei miei peccati, prima di morire…
Gonzaga.    Chiedi perdono alla Madonna
E lo uccide.
                  Ecco che è morto
Guisa.         … vile e degenerato capitano dei luterani… lasciate che io calpesti il suo cadavere…
                  e ora buttalo giù dalla finestra.
Angiò.        Tagliategli la testa e le mani… e mandatele in dono al Papa…
                  Per la santa croce, non faremo le cose a metà… li scoveremo e li uccideremo tutti.
Guisa.         Sparate il cannone, suonate la campana e diamo il via allo sterminio.
                  A morte gli ugonotti, che nessuno vi sfugga!
Entra il duca di Lorena che sta fuggendo
Guisa.         Ecco il Lorena… prendetelo… è un eretico!
Lorena.      Io predico la parola del Signore… quella parola che voi tradite!
Lo ammazzano
                  Gettate questo corpo nella fogna.
Guisa.         Questa è la casa di Seroune… (Bussa).
Moglie di Seroune.       Chi è che bussa?
Montsorel.  Sono Montesorel, con il duca di Guisa.
Moglie di Seroune.       Vieni marito mio, ti cercano da parte del duca di Guisa.
Seroune.     Che cosa può volermi dire un uomo simile?
Montsorel.  Ti voglio parlare con questo (mostra il pugnale)
Seroune.     Cristo proteggimi!
Montsorel.  Come osi rivolgerti a Cristo senza l'intercessione di qualche santo?
Seroune.     Lasciami pregare il mio Dio.
Montsorel.  … e allora prendi questo! (Lo trafigge e Seroune muore)
entrano Ramus e Taleo
Ramus.       … cosa sono queste grida atroci?
                  Forse gli uomini di Guisa hanno varcato il fiume e vogliono di nuovo minacciarci…
Taleo.         Si, gli uomini di Guisa sono alla porta e ci vogliono uccidere (entrano Gonzaga e Retz)
Gonzaga.    Ecco il maestro di logica del re, non eri tu che deridevi le opere di Aristotele
                  e le chiamavi un mucchio di sciocchezze ?
                  Perché non vai a predicare in Germania…
                  Ora io affermo che tu morirai, e il tuo “nego argomentum” non servirà a salvarti.
                  Uccidiamo questo idiota. Mandiamolo all'inferno con i suoi amici (Lo uccidono).
Guisa.         Andiamo il fiume e ora… c'è un centinaio di ugonotti che abbiamo buttato nella Senna,
                  ma nuotano e potrebbero sfuggirci… non vorrei che si salvassero…
Mayenne.   Bisogna mandare degli uomini sul ponte, con archi e frecce, per colpirli dall'alto…
Guisa.         Ottima idea, Mayenne, pensaci tu….
                  intanto noi andremo a cercare i precettori del re di Navarra.
Bussano a una porta. Dentro ci sono il re di Navarra, il principe di Condè e due precettori.
Re di Navarra.             Signori, ci dicono che i protestanti vengano tutti uccisi.
Angiò.        È vero, ma noi non possiamo farci nulla… abbiamo fatto del nostro meglio per salvarli...
Re di Navarra.             Signore, però corre voce che uno degli assassini siete voi.
Angiò.        Vi sbagliate Signore, io mi sono alzato adesso…
Guisa.         Basta, a morte gli ugonotti (si lanciano sui due precettori)
Re di Navarra.             Traditori, giù quelle armi! Andiamo a chiedere aiuto al re!
Guisa.        Ammazziamo questi due. Noi ora possiamo riposarci un po', ma non vogliamo che la
                  strage cessi… andate a Orleans, a Dieppe, a Rouen…
                  chiunque è sospetto di eresia sia ucciso! (Escono tutti, rimane solo il duca di Angiò).
Entrano due nobili polacchi.
Nobile.       Signore, siamo qui per offrirle la corona di Polonia.
Angiò.        Quest'offerta per me un onore davvero immeritato…
                  La Polonia è un paese che ha combattuto le guerre più impegnative della cristianità…
                  ha combattuto contro i russi… e contro l'impero turco…
                  però, se io ora accetto la corona polacca,
                  diventa più difficile che io erediti la corona di Francia…
                  se Dio dovesse richiamare mio fratello… il trono sarebbe mio, per giusta successione…
                  ebbene… io accetto la carica, e m'impegno a difendere il vostro regno,
                  ma la Polonia mi deve promettere che se il re Carlo muore
                  mi lascerete libero di tornare al mio paese…
Nobile.       Signore, se voi accettate la corona di Polonia, la Polonia accetta questa condizione…
Angiò.        Allora, signori, andiamo a ricevere la corona di Polonia.
Entrano due uomini con il cadavere di un ugonotto.
Primo.        … e adesso di questo cosa ne facciamo?...
Secondo.    Lo bruciamo.
Primo.        Ma no. Il suo corpo infetterebbe il fuoco
                  e il fuoco infetterebbe l'aria e alla fine moriremo tutti avvelenati…
Secondo.    E allora che ne facciamo? Lo buttiamo nel fiume?
Primo.        Ma no. Corromperebbe l'acqua, e l'acqua i pesci,
                  e alla fine moriremo tutti quando mangeremo i pesci…
Secondo.    E allora appendiamolo a un albero!
Primo.        Ma no. Gli uccelli mangerebbero la sua carne, e si corromperebbero
                  e alla fine moriremo tutti quando mangeremo gli uccelli…
Secondo.    E allora?
Primo.        E allora non resta che buttarlo nella fogna come tutti gli altri ugonotti.
Lo buttano ed escono. Entrano Guisa, Caterina dei Medici, il cardinale di Lorena, domestici.
Guisa.         Signora, mi hanno detto che un centinaio di ugonotti si riunisce nei boschi
                  vicino alla città, per fare sinagoga… vado a passarli tutti a fil di spada.
Caterina.    Bravo, non perdiamo tempo, se quei superstiti riprendono coraggio
                  e si sparpagliano in tutta la Francia, ci costerà fatica farli ammazzare!
Guisa esce
                  … e voi monsignore,
                  vi siete accorto che ora, mio figlio Carlo, sembra pentito della strage di ieri sera?...
Cardinale.   Si signora, l'ho sentito giurare solennemente, al re di Navarra
                  e li vendicherà su di noi tutti…
Caterina.    Eminenza, lasciate fare a me… in Francia ora comanda Caterina…
                  Carlo morirà. Sarà Enrico a portare la corona… e se oserà contraddirmi
                  lo diseredito… lui e chiunque altro osi contraddirmi… e se insistono li tolgo di mezzo!
Entrano cinque o sei protestanti inseguiti da Guisa, e dai suoi uomini.
Protestante.                 Signori vi preghiamo di ascoltarci…
Guisa.         Come osi parlare tu, con quella lingua maledetta che ha bestemmiato la Santa romana
                  Chiesa! Non puoi chiedere clemenza di fronte alla giustizia di un Guisa.
                  Ammazzateli e non fatene fuggire uno solo…
Li ammazzano. Entrano re Carlo e il re di Navarra.
Carlo.         Per favore, lasciatemi riposare un attimo, si sento un dolore, una fitta tremenda al cuore.
Caterina.    Cosa stai dicendo figlio mio, tu vuoi farmi morire?
Re di Navarra.             Maestà non dubitate, Dio presto vi farà guarire…
Carlo.         No, caro fratello, merito una punizione, lo confesso…
                  Sostienimi… mi manca la vista, non sento più le braccia, non sento più le gambe,
                  non riesco più a sostenere la testa… il cuore mi scoppia… muoio… muoio (muore).
Caterina.    Mio figlio è morto… mandate in fretta ambasciatori in Polonia, e fate rientrare Enrico!
                  Organizzati i funerali in modo che appena Enrico arriverà in Francia venga incoronato
                  portate via suo cadavere, e adesso andiamo.
escono tutti tranne il Re di Navarra.
Re di Navarra.             Credo che per me sarebbe più opportuno lasciare la Francia
                  ora che Enrico rientra dalla Polonia, in questo regno, non sono più sicuro…
                  radunerò un esercito in segreto,
                  e che Dio, che difende sempre giusti, sia pietoso e salvi la nostra vita. (esce)
mentre alcuni gridano “viva il re!”, entrano il duca di Angiò, ora re con il nome di Enrico III, Caterina, il cardinale di Lorena, Guisa e altri cortigiani.
Caterina.    Enrico, bentornato, ora il trono reale di tuo padre è tuo…
                  il tuo popolo ti acclama, tua madre, amorevole, ti difende…
                  la corona ti offre tutto ciò che un re può desiderare.
Tutti.          Viva il re, viva il re!
Enrico.       Signori, ora che abbiamo compiuto i diritti dell'investitura,
                  non resta che festeggiarla per qualche giorno con giostre e divertimenti adatti alla corte!
Escono tutti tranne Caterina e il cardinale di Lorena
Caterina.    Mio figlio non pensa ad altro che a divertirsi…
                  lasciamo dormire tranquillo tra i suoi piaceri…
                  noi, con tuo fratello Guisa,
                  penseremo a consolidare il nostro potere di vita e di morte su qualunque persona…
                  … e a quel punto, la fede di Roma fiorirà in tutta la Francia senza opposizione alcuna!
Cardinale.   Mi è stato detto che mio fratello, ha riunito un grosso esercito…
                  dice che è per uccidere i puritani… ma lui mira alla corona reale…
                  dovreste insinuare qualche sospetto nel re…
Caterina.    Certo, gliene parlerò io in privato… e dovrà darmi il suo consenso…
                  altrimenti lo mando subito dove ho già mandato suo fratello…
                  io sono la regina,
                  io lo sarò finché sarò in vita,
                  o mi ubbidiranno, o moriranno tutti!
Escono, ed entra il re di Navarra coi suoi cortigiani…
Re di Navarra.             Signori, stiamo combattendo questa guerra contro i nemici della fede…
                  il Guisa, il Papa, il re di Spagna…
                  questi sono ormai decisa calpestarci tutti e a strappare dal regno la vera fede
                  questi vogliono solo il nostro sangue…
                  ma noi dobbiamo salvarci dai loro terribili intrighi,
                  noi dobbiamo batterci per la patria e per l'amore di Dio.
                  Il potere della vendetta, già domina nel mio petto,
                  e mostra i suoi colori sanguinosi… la vendetta mi porterà alla vittoria!
Entra un messaggero
Messaggero.    Signore sta arrivando l'esercito francese ed è deciso a dar battaglia a vostra altezza.
Re di Navarra.             Sono sicuro che è il duca di Guisa ad aver istigato il re alla guerra civile
contro di noi. Mi piacerebbe che fosse proprio il Guisa il loro generale… ma quello si nasconde nel suo letto morbido, e poco gli importa la sorte del paese o del suo re, purché sia salvo lui! Ma adesso amici, non perdiamo tempo e prepariamoci per la battaglia…
il re di Navarra con i suoi cortigiani escono (si mettono da parte),
entrano re Enrico, il duca di Guisa, e il generale Joyeuse
Enrico.       Caro generale Joyeuse, sarete voi a guidare il mio esercito che è già schierato
                  per schiacciare quel ribelle del re di Navarra…
                  ma vi raccomando attenzione, perché penso al rischio che corre la vostra vita.
Joyeuse.     Sono pronto maestà, vado ad assumere il comando dell'esercito,
                  mi accomiato da tutti i voi, Signori. (Si avvicina al suo esercito)
la battaglia, rumori e tamburi, il generale Joyeuse viene ucciso
Re di Navarra.             Il generale è morto, l'esercito francese disperso.
                  vedete, Dio aiuta sempre giusti, sia grande la sua gloria sulla terra!
Cortigiano.       Speriamo che questa vittoria così tremenda, calmi e l'ostilità del re
                  e lo induca a deporre le armi, oppure ad adoperarle per miglior causa.
Re di Navarra.             Il mio cuore è oppresso dal ricordo
                  di tutti i nobili che hanno perso la vita in questa guerra crudele.
                  Ma Dio schiaccia sempre chi si ribella contro quella verità
                  che io sosterrò finché rimarrò in vita.
                  E insieme alla regina d'Inghilterra
                  cacceremo il monarca papista, con i suoi idoli, via dai nostri confini.
                  E ora, Signori, passata la tempesta, torniamo in trionfo alle nostre tende. (Escono tutti).
Entrano Enrico e il duca di Guisa.
Enrico.       Signor duca di Guisa, abbiamo appreso che avete radunato un vostro esercito;
                  non sappiamo ancora con quale scopo, ma non crediamo che sia per il nostro bene.
Guisa.         Io non tradirei mai la corona di Francia…
                  quello che faccio, lo faccio sempre per il Vangelo.
Cortigiano.
                  Lo hai fatto per il Papa e per te stesso… nessun nobile arruolerebbe uomini all'insaputa
                  del re! Noi vi accusiamo di alto tradimento.
Guisa.         Io sono un principe della linea Valois, e dunque sono nemico di tutti i Borboni.
                  Io sono un membro della Santa lega, e perciò tutti protestanti mi detestano.
                  E io devo stare in guardia, …e poiché posso, mi pago un esercito.
Cortigiano. Tu dici che puoi pagarti un esercito… ma tutta la Francia sa quanto sei povero!
                  Tu vivi dei finanziamenti stranieri… sono il Papa e il re di Spagna che ti proteggono.
Guisa.         Maestà, io voglio arruolare il maggior numero possibile di uomini, per vincere la setta
                  dei puritani… il Papa e il re di Spagna mi daranno tutto il loro oro, per sconfiggere il re
                  di Navarra… maestà, il nostro esercito, esiste solo per difendervi dai vostri nemici…
Enrico.       Guisa, vuoi essere tu re di Francia? vuoi decidere tu la guerra e la pace?
                  vuoi prendere tu il mio scettro? non sopporto la tua insolenza!
                  Sciogli il tuo esercito, o faccio proclamare in tutta la Francia che tu sei un traditore!
Guisa.         Mi conviene fingere. Maestà, in segno di vera umiltà vi bacio la mano, e ubbidisco.
                  Scioglierò l'esercito dei miei soldati. (Esce)
Cortigiano.       Non vi fidate altezza, quando Guisa è entrato a Parigi, i cittadini lo festeggiavano,
                  e promettevano di ubbidirgli in tutto… alcuni osavano dire che Guisa avrebbe dovuto
                  ribellarsi, perché il re non fa tutto quello che vuole il Papa.
Enrico.       Dunque, il Guisa è pronto a tradirmi… non posso fidarmi di nessuno… che devo fare?
Cortigiano. Signore, per la salvezza della vostra persona, sarebbe meglio sopprimere il Guisa… Enrico.          Bene, mi recherò segretamente a Blois,
                  se ora Parigi appoggia il Guisa… Parigi non è più un luogo adatto al re di Francia
                  potrebbero tradirmi e assassinarmi… ma prima, morirà il Guisa.
Entra il re di Navarra.
Re di Navarra. Maestà mi dicono che Guisa è sceso in campo contro il re, e Parigi si ribella a Enrico
Enrico.       Questa è l'occasione per voi di dimostrare al re la vostra lealtà,
                  offrendomi l'aiuto necessario contro i miei nemici.
Re di Navarra. Il re avrà tutto il nostro aiuto contro gli uomini del Guisa e contro i suoi complici.
                  Il duca di Guisa sarà la rovina del regno di Francia. Egli vuole la corona,
                  e con la scusa della religione apre le porte al Papa e lega il regno, mani e piedi, a Roma:
                  ma se Dio ci aiuta, lo scacceremo e gli daremo la morte. (Esce)
entra un capitano con tre sicari
Capitano.   Maestà, ecco gli uomini di cui vi avevo parlato
                  Venite amici, siete decisi a uccidere il Guisa? non vi spaventerete davanti a lui?
Assassini.   Non ci spaventeremo... anzi vorremmo che fosse qui per ucciderlo subito!
Capitano.   Va bene allora nascondetevi qui perché lui arriverà fra poco.
Enrico.       Allora, fate venire il Guisa, è fategli sputare via dal petto la vita!
                  Che muoia finalmente e la smetta con i suoi infiniti intrighi,
                  che piombi nel pozzo che ha scavato per me!
Entra il Guisa
Guisa.         Buon giorno maestà.
Enrico.       Buon giorno cugino.
Guisa.         Mi dicono che siete disgustato per gli onori che Parigi mi ha tributato…
Enrico.       Sbagliate a pensarlo caro cugino, e non mi farebbe onore, sospettare dei miei parenti…
                  Caro cugino, ti assicuro che qualunque voce giunta alle mie orecchie,
                  io non metterò in dubbio la tua lealtà.
                  Vai pure, dunque caro cugino, addio.
Guisa.         Il re chiede la mia amicizia, ecco cosa succede quando si ha un esercito!
                  Giuro per il Santissimo Sacramento
                  che porterò questo re dietro il mio carro, come i romani antichi portavano i re sconfitti.
Escono i sicari
Sicario.       Perdonateci Signore di Guisa!
Guisa.         Perché siete così pallidi, e perché dovrei perdonarvi?
Sicario.       Siamo quelli che vi devono uccidere, signore…
Guisa.         Solo i meschini temono la morte, e io sono il duca di Guisa, io sono un principe
                  e posso fermarvi anche solo con uno sguardo! (I sicari lo feriscono a morte)
                  aiuto, mi hanno ucciso… che rabbia essere ucciso da tre plebei… aiuto, Papa Sisto,
                  scomunica il re, vendicami… re cristiani, uccidete tutti gli infami del ramo Valois…
                  viva la messa cristiana, a morte gli ugonotti (muore).
Enrico.       Questo dolce spettacolo ristora la mia anima. Chiamate suo figlio, voglio che lo veda
                  morto… Guisa tu volevi uccidermi e diventare il re e invece sei tu che sprofondi nell'inferno sommerso dalla colpa delle 1000 stragi che hai ordinato.
                  Che tutto il mondo sappia che Guisa è morto! finalmente oggi sono re di Francia…
entra un cortigiano con il figlio di Guisa
Cortigiano.       Ecco il figlio di Guisa, maestà.
Enrico.       Ragazzo, guardo tuo padre.
Il figlio.       Mio padre è stato ucciso! Chi ha fatto questo!
Enrico.       Io, e ora farò uccidere anche te, perché anche tu sei un traditore come lui.
Il figlio.       Maestà come hai fatto a compiere questa cosa infame? io vendicherò mio padre!
Enrico.       Tagliategli subito le ali (i sicari lo afferrano e lo uccidono)
                  ma a che mi serve che Guisa sia morto se è vivo suo fratello, e il duca di Mayenne,
                  e il cardinale superbo ed arrogante…
                  Quei due, se complottano con mia madre, possono essere più pericolosi di Guisa
                  Voi capitano, vi ordino di uccidere il duca di Mayenne,
                  e voi sicari, voi strozzerete per me il cardinale.
Cortigiano. Maestà ecco vostra madre che arriva… è distrutta dalla notizia della morte di Guisa.
Entra Caterina
Caterina.    Che hai fatto figlio mio…?
Enrico.       Ho ucciso il Guisa perché voglio essere re!
Caterina.    Ma lo eri già prima!
Enrico.       No, era lui il re, era lui che comandava… adesso sarò io a fare quello che voglio…
                  e per prima cosa ucciderò tutti i seguaci di Guisa ancora vivi.
Caterina.    Non posso nemmeno parlare per il dolore. Figlio mio, avrei dovuto ucciderti nella culla.
                  Che tu sia maledetto, ti dichiaro sacrilego, traditore di Dio e della Francia!
Enrico.       Piangi, e urla pure fino a perdere la voce… urla finché non ti scoppi il cuore! (Esce)
Caterina.    Maledetto. Con chi tesserò ora le mie trame?
                  Con quale aiuto ricostruirò la Chiesa che si sta sfasciando ?
                  i protestanti felici ci insulteranno… e quel maledetto Navarra diventerà re di Francia!
                  Se Guisa è morto, io non voglio più vivere (esce)
entrano i sicari trascinando il cardinale
Cardinale.   Non potete uccidermi, sono un cardinale.
Sicario.       Non ci sfuggiresti neanche se tu fossi Papa.
Cardinale.   Volete macchiarvi del sangue di un uomo di Chiesa?
Sicario.       No, non ci macchieremo del tuo sangue… perché ti strozzeremo! Preparati a morire.
Cardinale. Che mio fratello e gli altri ancora vivi possano vendicarci di questo re maledetto
                  …che il demonio possa strappargli il cuore e scagliare all'inferno la sua anima nera!
Sicario.       E lì raggiungere la vostra, signor cardinale! Stringiamo forte! (Lo strozzano)
Entra Mayenne con un cortigiano…
Mayenne.   Il re ha ucciso mio fratello… come potrò vendicare la sua morte?
                  non basta uccidere soltanto il re, libererò la Francia dai Valois,
                  e scaccerò via i Borboni che stringono alleanze con gli ugonotti
                  e tutti i traditori della Santa Chiesa…
entra un frate
Frate.         Signore vi portò la notizia che vostro fratello, il cardinale di Lorena.
                  è stato strangolato per ordine del re.
Mayenne.   Raduniamo un esercito. Solo la guerra può abbattere l'orgoglio di quel tiranno.
Frate.         Ascoltatemi Signore. Sono un domenicano, e per placare la mia coscienza voglio
                  uccidere il re. So che si tratta di un'opera meritoria.
Mayenne.   E come lo avvicinerai?
Frate.         Lasciate fare a me, signore. (Escono)
entrano re Enrico, il re di Navarra e cortigiani
Enrico.       Re di Navarra, ti chiedo scusa
                  se queste guerre disastrose hanno turbato il tuo animo dolce e regale.
                  Ti giuro che ricompenserò il tuo affetto con gli onori che concedo ai miei più cari amici.
Re di Navarra. Mi basta che voi sappiate che re di Navarra è fedele al re di Francia.
Cortigiano. Maestà, c'è un frate dei domenicani con un messaggio… che chiede udienza.
Enrico.       Fatelo entrare.
Cortigiano. Non mi piace la faccia di questo frate, perquisitelo…


Enrico.       Amico mio, questi frati sono sant'uomini
                  e non farebbero del mare al loro re nemmeno per tutto l'oro del mondo.
                  Allora, vieni avanti e consegnami il messaggio.
Frate.         Il presidente del Parlamento vi saluta con l'umile speranza di una risposta.
Il frate si avvicina, consegna la lettera e pugnala il re.
Enrico.       Uccidetelo, e che provi nell'inferno la giusta punizione dei traditori
Le guardie uccidono il frate.
Re di Navarra. Che Dio non permetta questa morte improvvisa… andate a chiamare un medico.
Enrico.       Che arti terribili praticano questi uomini di Chiesa, che siano maledetti.
                  Chiamate subito l'ambasciatore inglese,
                  che avverta mia sorella in Inghilterra di badare ai nemici e ai traditori…
entra un medico
Re di Navarra. Maestà lasciate che il medico esamini la vostra ferita…
Enrico.       La ferita è profonda, guardala medico, e dimmi che ne pensi.
                  Se vivrò, farò cadere il monarca papale e con lui il regno anticristiano.
                  Con queste mani gli strapperò il triregno, e metterò a fuoco la dannata Roma.
                  Navarra, giuriamo di abbattere la perfida Chiesa di Roma.
                  Che Dio protegga la regina d'Inghilterra che odia i papisti.
Re di Navarra.             Mi consola sentirvi esprimere questi concetti così virtuosi.
                  Dimmi medico, vivrà il nostro re?
Medico.     La ferita è profonda, e il pugnale era avvelenato…
                  ahimè, signore non potete vivere!
Enrico.       E allora Navarra, sarai tu, re di Francia.
                  Signori della corte, difendete voi questo principe
                  che è mio erede e vostro legittimo re.
                  Non piangere Navarra, piuttosto vendicarmi, fai a fette tutti quei cattolici.
                  e brucia Parigi, che è un covo di ribelli.
                  Muoio, portatemi al mio sepolcro. (Muore)
Re di Navarra             Enrico è morto, Signori.
                  Prometto di vendicarlo in modo che Roma e tutti i suoi preti papisti
                  possano maledire il giorno in cui io sono diventato re,
                  e, morto Enrico, ho regnato su tutta la Francia

La tragedia è finita; da quei giorni del 1589 sono passati più di 400 anni,
la sete di potere, nascosta sotto le maschere delle religioni ha continuato a mietere vittime;
la fossa di cadaveri che si è accumulata qui davanti al noi, da allora si è riempita ancora decine di volte ed è destinata a riempirsi ancora centinaia e centinaia di volte
senza pietà, senza rispetto alcuno per la vita umana… si perché questa, anche se gli storici la chiamano guerra di religione, è una guerra come tutte le altre, e come tutte le altre lascia dietro di se solo dolore e vittime innocenti.
La vera tragedia è che noi non sappiamo quando questa scia infinita di sangue terminerà…
e pare che non possiamo nemmeno fare molto per porre fine ai massacri.
Una cosa però la possiamo fare, e cioè: non accettare più le menzogne di quelli che si nascondono dietro i segni delle religioni per continuare ad aumentare l’odio, l'intolleranza, il razzismo, l’egoismo, la violenza… la prima cosa che possiamo fare è questo atto di consapevolezza…
e dopo… e quindi lavorare per la conoscenza reciproca, per il rispetto, per la tolleranza, per la libertà, per la fratellanza e per compassione, che oggi, troppi, troppo spesso, non vogliono sentire.

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