mercoledì 11 gennaio 2012

un nuovo canovaccio

 

 

 

UN NUOVO CANOVACCIO


 

ovvero

È arrivato Godot





Nota. Anche se il testo è scritto tutto in italiano, sarebbe bene che,
mentre PRIMO mantiene la lingua italiana,
come a sottolineare la sua sottomissione al direttore del teatro,
invece, SECONDO, lo Zanni, parla prevalentemente in dialetto,
e in lingua solo quando intende prendere in giro PRIMO.

Prologo


PRIMO entra in scena con un certo imbarazzo tenendo in mano un copione accartocciato.
È vestito con scarpe nere piuttosto grosse, calze bianche corte,
pantaloni neri che lasciano scoperta la caviglia, camicia bianca, colletto abbottonato senza cravatta, giacchina nera stretta, bombetta nera.
È il tipico personaggio beckettiano, il suo abbigliamento è stropicciato e impolverato.

PRIMO. Buonasera... buonasera gentilissimo pubblico...
ecco, io mi sento ho un poco in imbarazzo perché...
qui in effetti… era stato annunciato uno spettacolo di commedia dell'arte…
e io e il mio compagno amiamo molto la commedia dell'arte…
abbiamo fatto molti spettacoli di questo genere...
e anche per questa sera avevamo preparato un nostro spettacolo
liberamente ispirato a canovacci del 1600...
e invece oggi pomeriggio quando siamo venuti qui...
il direttore del teatro... ha detto che è stanco di veder sempre la commedia dell'arte...
che è ora di fare qualcosa di nuovo...
che nel 900 ci sono state forme di teatro anche più importanti
della commedia dell'arte...
insomma, ha detto che vuole il teatro dell'assurdo...
che nessuno fa mai Samuel Beckett
che Samuel Beckett è stato il più grande autore del 900...
(Da dietro la quinta a destra compare una scarpa bianca, una gamba con pantalone bianco, e una mano che fa ciao)
io gli ho detto che noi non siamo preparati per questo genere di teatro...
non lo abbiamo mai fatto... non è nelle nostre corde...

lui ha risposto che noi siamo abituati a improvvisare...
che ci bastava leggere una volta il testo poi potevamo andare liberamente...
insomma o facevamo questo testo di Beckett... o lui protestava il  contratto…
e siccome se lui protesta il contratto, io e il mio compagno non mangiamo...
allora... eccoci qua... vedete come ho dovuto vestirmi....
(Da dietro l'altra quinta compare un sedere bianco e una mano che fa ciao)
purtroppo c'è un problema... il fatto è che il mio socio...
siccome sono sempre io che discuto con gli organizzatori,
e mi occupo dei contratti… della tecnica....
ecco il mio socio appena siamo arrivati è andato a mangiare,
non so in quale osteria si è infilato, magari avrà trovato anche gentile compagnia...
qui in teatro non si è ancora visto, lui arriva sempre all'ultimo minuto,
perché lui è il grande artista tutto genio-e-sregolatezza,
(Di nuovo dalla quinta a destra compare la testa di SECONDO, vestito bianco da Zanni
mascherato (Mezza maschera-Arlecchino), fa boccacce e sventola le mani intorno la testa)
e quindi… insomma... lui non sa ancora niente…
non è preparato e non so nemmeno come reagirà quando scoprirà questa situazione...
(SECONDO si accorge che è successo qualcosa di strano... smette di fare boccacce e con fare circospetto arriva di fianco a PRIMO, testa bassa, atteggiamento contrito, leva la maschera, incomincia a recitare un rosario-grammelot, e continuerà a recitarlo per tutta la scena)

Capire la situazione...

PRIMO. Da dove vieni?
SECONDO. Sono andato a mangiare un panino...
PRIMO. Nei momenti che c'è bisogno del tuo aiuto tu non ci sei mai...
SECONDO. Sono andato a mangiare un panino!!!
PRIMO. Qui adesso è un casino.
SECONDO. Chi è morto....
PRIMO. Ma non è morto nessuno!
SECONDO. No dai, dimmi chi è morto…
PRIMO. Nessuno!!!
SECONDO. E allora cosa mi fai recitare il rosario per cosa
PRIMO. Ma io non ti ho fatto recitare nessun rosario…
SECONDO. Guarda com'è che sei vestito…
PRIMO. Sono vestito così perché devo...
SECONDO. ... hai trovato lavoro alle pompe funebri?
PRIMO. Ma quali pompe funebri...
SECONDO. E allora cosa è questa tenuta da becca morto...
PRIMO.(Batte la mano sul copione) Ecco.

Problemi con le lingue straniere


SECONDO. (Prende il copione) Ecco...
(Cerca di leggere, allontana e avvicina il foglio, lo gira...)
PRIMO. Dai svelto!
SECONDO. Non ho gli occhiali....
PRIMO. Dammi qua.
SECONDO. No! No... ce la faccio...
"As-pet-tan-do" visto che ce la faccio "go-dò…tt"
PRIMO.”Aspettando Godò”
SECONDO. No no... non mi freghi... qui c'è scritto ”go..do… tt”
PRIMO. Va bene, dai, non stiamo a far polemiche inutili…
se non hai studiato le lingue... non è colpa mia...
SECONDO. Perché che lingua sarebbe "Godo...tt”
PRIMO. È francese, mio caro, e in francese la “ti” finale non si pronuncia...
SECONDO. E se non si pronuncia perché la scrivono...
PRIMO. Non lo so. Quando incontri un francese glielo chiedi… e lui te lo spiega....
SECONDO. (Al pubblico) Scusate c'è in sala un francese che me lo spiega?
PRIMO. Ma non adesso!
SECONDO. (Al pubblico) Va bene.. Scusate c'è in sala un francese che me lo spiega “dopo”?
PRIMO. Senti SECONDO dobbiamo fare presto...
SECONDO. Fare presto a far cosa…
PRIMO. Questo è il canovaccio nuovo, e su questo dobbiamo improvvisare...
SECONDO. Ah, bello!... Un canovaccio nuovo... e chi è che lo ha scritto?
Il Goldoni?… il Gozzi? Ci sono!… l'Andreini?
PRIMO. Leggi.
SECONDO. Credi di mettermi in difficoltà e di farmi fare brutta figura con il pubblico?
PRIMO. No, per carità. Leggi.
SECONDO. Lo leggo, lo leggo... non ti preoccupare. (Grande sforzo di concentrazione)
Intanto qui c'è già un errore.
PRIMO. (Guarda anche lui) Ma no che non c'è nessun errore...
SECONDO. E invece si.... ci manca la “e”
PRIMO. … non ci manca nessuna “e”
SECONDO. Guarda bene... “esse a emme  u e elle…”
per scrivere Samuele ci manca la “e”…
ti ricordi quando siamo stati a Venezia al teatro San Samuel”e”...
quello là si che era giusto... là c'era la “e”, qui manca...
PRIMO. Ma questo non si chiama Samuele, questo si chiama Samuel...
è inglese, anzi irlandese...
SECONDO. Un inglese-anzi-irlandese... che scrive canovacci della commedia dell'arte…
mai sentito...
PRIMO. Può capitare...
SECONDO. Un inglese-anzi-irlandese... che si chiama Samuel...
e che scrive canovacci della commedia dell'arte... ma vai!
E fammi un po' vedere come si chiama di cognome?
Be - c – cappa – e - tt … BECCHE!
PRIMO. Si dice Beckett, non BECCHE…
Beckett, bisogna leggere la “ti” finale, é inglese, anzi irlandese.
SECONDO. No non mi freghi... prima quando c'era scritto Godot
la t non si leggeva perché era francese...
adesso, che c'è scritto Beckett, la ti si legge perché e inglese-anzi-irlandese.
PRIMO. Io non frego nessuno... sei tu che non hai studiato lingue.
SECONDO. (Al pubblico) Scusate… c'è in sala un inglese-anzi-irlandese, che mi spiega com’è questa stranezza delle “ti”?
PRIMO. Dopo!
SECONDO. (Al pubblico) Va bene. Scusate c'è in sala un inglese-anzi-irlandese,
che “dopo” mi spiega com’è questa stranezza delle ti finali
che si leggono o non si leggono quando lo dice lui?
E poi scusa ma cos’è tutta questa storia...
cosa c’entriamo noi con un inglese-anzi-irlandese,
che si chiama Samuel senza la “e”,
Becke “tt” con la “ti” in inglese-anzi-irlandese che si pronuncia,
e che scrive un canovaccio di commedia dell’arte
che si intitola “Aspettando Godo “t” “con la “ti” in francese che non si pronuncia?
Cosa c’entriamo noi?
Posso chiedere al pubblico se c'è in sala un francese-inglese-anzi-irlandese
che mi spiega “dopo” tutto questo mistero...
che se Agata Christy lo sapeva ci scriveva su un giallo che non ci riusciva a risolverlo neanche lei.

Un ragionamento convincente


PRIMO. Va bene. Domani... domani ci pensi.
Ora dobbiamo metterci al lavoro perché se non recitiamo questo canovaccio
il direttore del teatro si arrabbia, e se il direttore del teatro si arrabbia,
non ci chiama più a lavorare in questo teatro,
e non possiamo più vedere questo bellissimo pubblico,
e non possiamo più ricevere tanti simpatici applausi,
e quello che è peggio... è che il direttore del teatro non ci dà neanche una lira,
e se il direttore del teatro non ci dà neanche una lira,
noi questa sera non possiamo pagare il ristorante,
e se non possiamo pagare il ristorante,
il padrone del ristorante non ci dà da mangiare neanche un panino…
SECONDO. Che avaro!
PRIMO... e non ci dà da bere neanche un bicchiere di vino,
SECONDO... Malefico!
PRIMO... e se non mangiamo neanche un panino e non beviamo neanche un bicchiere di vino questa notte andiamo a letto senza cena, ma con tanta fame....
“Tanta, tanta” fame... “Tanta, tanta, tanta” fame… Capito il concetto?
SECONDO. Tanta-tanta, due volte, o tanta-tanta-tanta, tre volte?
PRIMO. Tanta-tanta, che non riuscirai nemmeno a chiudere occhio per tutta la notte,
e se per caso tu ci dovessi riuscire
ti sognerai il prosciutto, il salame, la mortadella -che avranno mangiato gli altri,
SECONDO. Avidi!
PRIMO... gli spaghetti -che avranno mangiato gli altri,
SECONDO. Vergogna!
PRIMO... il pollo arrosto -che avranno mangiato gli altri,
SECONDO... Egoisti!
PRIMO... le patatine di contorno -che avranno mangiato gli altri,
SECONDO... Perversi!
PRIMO... i bicchieri di vino -che avranno bevuto gli altri,
SECONDO... Ubriaconi !
PRIMO... l'uva, le arance, gli ananas...
SECONDO. No, anche gli ananas no…
PRIMO. Si, anche gli ananas si! Gli ananas -che avranno mangiato gli altri....
SECONDO. (Si tiene la pancia) Mi hai colpito al cuore
PRIMO. Anche allo stomaco se non sbaglio...
SECONDO. Cuore, fegato, stomaco, budelli... tutto mi hai colpito…
Maramaldo tu uccidi un uomo affamato.
PRIMO. Allora sei pronto a cominciare?
SECONDO. …andiamo... sentiamo il canovaccio.

Nuovo canovaccio, nuovi personaggi


PRIMO. Ecco qua... (Apre il canovaccio) dunque… prima di tutto i nomi...
ecco tu sei Estragone... e io sarò Vladimiro... va bene?
SECONDO. Benissimo! Basta con quei vecchi nomi, Arlecchino, Brighella, Zanni, Lindoro…
PRIMO. Si basta.
SECONDO. Si, si, sono d'accordo anch'io, basta Arlecchino, roba vecchia,
che andava bene i tempi di Goldoni... basta basta... io sarò Estragone… bellissimo... Estragone!...
Buona sera signorina… come sta?  Io sono Estragone… il signor… anzi… il dottor Estragone… tre lauree… medicina… filosofia e ingegneria… va mo la! Bello… bello!
Estragone mi piace…
Tu vai al ristorante... dici “buon giorno sono Zanni...” ti mandano in cucina a lavare i piatti…
se invece dici “buon giorno sono l’ingegner Estragone”, … (Polemico)
ti danno subito il tavolo migliore…
PRIMO. Esattamente.
SECONDO. Se invece, al ristorante ci vai tu, e dici ”buon giorno sono Vladimiro”,
quelli fanno le corna, e ti cacciano via, perché li non è ancora morto nessuno,
e non vogliono uno che porta sfiga…
PRIMO. Io non porto sfiga.
SECONDO. ... ti mancano solo gli occhialini neri,...
e poi sei uguale a Totò nella patente di Pirandello...
PRIMO. Sarai bello tu, con questo vestito da infermiere del policlinico Gemelli...
SECONDO. (Ironico) Certo che sono bello. Va che bel sederino.
(Indicando uno nel pubblico) Ehi signore… Dicevo alla ragazza… non a lei…
non faccia pensieri strani… Ha sbagliato a capire… sa!
PRIMO. Ma cosa dici… ma adesso ti metti anche a insultare gli spettatori?
SECONDO. Fai presto a fare il disinvolto tu… tanto quello mi guardava a me…
PRIMO. Ma come sei stupido… (Al signore in sala) abbia pazienza… lo scusi…
È un attore da commedia dell’arte… è un individuo senza dignità…
per far ridere il pubblico sarebbe pronto a dire qualunque cosa… abbia pazienza…
Ora, basta. Dobbiamo lavorare.
SECONDO. Peccato… Ma come facciamo a lavorare che non c'è neanche la scenografia...

Questioni di scenografia, vecchi canovacci, mangiate e bastonate


PRIMO. La scenografia non serve...
SECONDO. Come la scenografia non serve?
PRIMO. Ti ho detto che non serve...
SECONDO. Ma come? Neanche una piazzetta di Venezia
con la casa della signorina Rosaura lì sulla destra,
che lei si affaccia al balcone del primo piano, a farti tutte le smorfie a te,
che sei Don Vladimiro e che fai il casca morto, e che sei tanto innamorato,
e che abiti nella casa lì a sinistra, e che non hai il becco di un quattrino,
e che per questo suo padre, che sta sempre lì al piano terra
e che non vuole neanche che tu le rivolgi la parola, alla signorina Rosaura…
e quel vecchio bacucco è sempre lì sotto
a controllare che tu non ti avvicini troppo alla finestra della figliola,
e un giorno che tu sei lì sotto alla finestra della signorina Rosaura,
e non ti accorgi di niente perché sei un po' tonto,
e allora lui, quel vecchio maledetto, con un altro vecchio maledetto,
che vuole “lui” sposarsi la bella e giovane signorina Rosaura,
e che gli ha detto a suo padre della signorina, che lui la Rosaura la sposa anche senza dote,
anzi è pronto anche a dargli una bella somma al padre della signorina Rosaura,
perché tanto lui è vedovo e non ha figli,
e allora chiamano dieci avanzi di galera, armati di frusta, di bastoni, di coltelli, di randelli,
ti prendono e ti danno una bella scarica di botte…
PRIMO. A me questa cosa che tutti gli spettacoli che facciamo
io devo prendere una scarica di botte…
SECONDO. Ma certo… quando le prendi il pubblico si diverte sempre moltissimo…
PRIMO. Eccome no!
SECONDO. Ti ricordi quando facevamo Molière… e tu eri chiuso nel sacco…
e io ti davo una manica di randellate… e tu le prendevi… e io giù botte… e tu le prendevi…
PRIMO. Che ridere eh!
SECONDO. Loro, loro… il pubblico… loro sono un po’ bastardi…
PRIMO. Loro… sono bastardi… tu no!
SECONDO. Si, si… loro… io no… io lo faccio solo per dovere… e anzi..
mi dispiace tantissimo guarda… giuro… e poi arrivo io… da da dan…,
che vengo proprio dall'osteria che c'è lì di fronte,
dove ho appena mangiato dodici fette di salame di Verona,
dentro una bella pagnotta di pane di Mantova,
con un bel bicchiere di vino rosso di Brescia,… per non far torto a nessuno,
questo era un piccolo antipasto tanto per stimolare l’appetito...
poi ho mangiato una cofana di polenta di Bergamo, con su ventiquattro quaglie,
questo per star leggero perché poi devo mangiare anche il secondo,
e infatti poi di secondo, ho mangiato due braciole di maiale, col cavolo rosso,
una bistecca di bue, col cavolo bianco,
un cosciotto d'agnello con le patate,
un petto di pollo con l'insalatina di Treviso,
e uno spezzatino di cervo ungherese coi crauti,
perché tu sai che io sono democratico, e a tavola non faccio differenze di razza e di religione,
poi siccome tutta quella carne li fa male al colesterolo,
ho mangiato mezza torta di pan di Spagna,
una porzione di dodici profiterol,
un quarto di strudel e una bella fetta di panettone
perché noi italiani, anche sul dolce non c'abbiamo niente da invidiare agli altri popoli...
poi non potevo rifiutare una bella fetta di anguria rossa della Sicilia,
un grappolo d'uva di Aleppo, e una mela della Val di Non,
caffè, caffè corretto e grappa…
PRIMO. Hai finito?
SECONDO. Che ingrato... io che per venire a salvarti non ho neanche preso un limoncello
PRIMO. Poverino…
SECONDO. Si, perché noi persone eleganti…
PRIMO. Ma vieni giù dal pero… persone eleganti…
SECONDO. Si, perché… NOI… persone eleganti…
se non beviamo un li-mon-cell-llo... alla fine del pasto,
ci sembra che non abbiamo mangiato neanche niente, e poi facciamo fatica a digerire...
e io ho lasciato lì il limoncello per venire a salvarti a te
proprio mentre ti stavano massacrando di botte,
e da solo ho scacciato tutti e venti quei brutti ceffi avanzi di galera...
PRIMO. Ma non erano 10.
SECONDO. Erano arrivati anche degli altri.
PRIMO. (Polemico) Ah… allora grazie.
SECONDO. E poi… … io…  raccoglievo per terra una collanina con una mezza medaglietta,
che ti era caduta e che l’altra mezza ce l’aveva lui…
il vecchio porco, che si voleva sposare la signorina Rosaura,
e allora lui ha capito che tu eri il figlio…
che lui credeva che eri morto venti anni prima in un naufragio,
e allora lui per la gioia del ritrovamento,
ti riconosceva subito davanti al notaio come figlio ed erede universale,
rinunciava al matrimonio, moriva… perché gli veniva un infarto per l’emozione,
e tu… erede unico, per merito mio, potevi sposarti la bella signorina Rosaura.
Bella storia eh?

Tutto quello che non c’è


PRIMO. Sì, la storia sarà anche bella,
ma noi dobbiamo mettere in scena questo canovaccio qua,
e questo canovaccio non si svolge a Venezia!
SECONDO. A Padova?
PRIMO. No!
SECONDO. Verona?...
PRIMO. No!
SECONDO. Vicenza?...
PRIMO. No!
SECONDO. Ferrara?...
PRIMO. No!
SECONDO. Milano?... Genova?... Firenze?… Roma?
Ostrega! Fermami prima che arrivo a Siracusa, se no poi vado a sbattere in Africa...
PRIMO. Non c'è né Venezia né Verona, né Milano né Firenze...
non c'è nessuna città... non c'è Rosaura... non c'è il vecchio avaro...
non ci sono né casa a destra, né casa a sinistra...
SECONDO. L'osteria si!
PRIMO. No! non c'è neanche l'osteria.
SECONDO. E allora io lascio che i pendagli da forca ti massacrano di botte…
PRIMO. Non ci sono neanche i pendagli da forca.
SECONDO. (Polemico) Bella storia!
PRIMO. Non c'è niente! Non serve niente!
Il canovaccio è ambientato in una strada di campagna, dove c'è solo un albero...
SECONDO. Una strada di campagna che da lontano si vede Bergamo...?
PRIMO. Non si vede né Bergamo né Brescia...
SECONDO. Treviso?
PRIMO. Non si vede nessuna città, da nessuna parte, non si sente nessun rumore,
c'è solo una strada di campagna, e un albero. Punto e basta.
SECONDO. Bello! Una strada di campagna... un albero...
dobbiamo chiamare la Margherita Palli
speriamo che non sia impegnata alla Scala con Ronconi a fare le scene dell’Aida…
altrimenti non so come facciamo a fare “una strada di campagna… un albero”...
PRIMO. Ce la immaginiamo... ce la immaginiamo qui, vedi?
Parte di qui, e va su di lì… va bene?
SECONDO. Va bene! Va bene… strada di campagna… albero!
E non si vede nessuna città, da nessuna parte,...  non si sente nessun rumore…
niente uccellini,
PRIMO. Niente!
SECONDO. Niente mucche,
PRIMO. Niente!
SECONDO. Niente postino
PRIMO. Niente!
SECONDO. Niente bella lavanderina… che lava i fazzoletti… per i poveretti…
PRIMO. Niente!
SECONDO. Niente! C'è solo una strada di campagna, e un albero punto e basta...
ma… ma quella strada... ma dov'è che porta...
PRIMO. Non si sa!
SECONDO. Almeno a Roma deve portare!
PRIMO. Ma perché?
SECONDO. Perché tutte le strade portano a Roma!
E poi io ho bisogno di sapere...
PRIMO. Non c'è nessun bisogno di sapere...
SECONDO. E invece si, è necessario… metodo Strasberg… “Actorstudio”…
mi serve per la… “reviviscenza”
PRIMO. Ma non fare il buffone che qui c'è gente che ha pagato il biglietto!
SECONDO. Bene, loro hanno pagato il biglietto, e io che sono un professionista,
che vengo dall’actorstudio… io recito con la reviviscenza.
PRIMO. E come fai a recitare con la reviviscenza...
SECONDO. Mi concentro tantissimo, mi-concentro-mi-concentro-mi-concentro,
e mi ricordo di quella volta che siamo andati a Roma
e abbiamo mangiato dal pasterellaro… mmm… quei bucatini “all’amatriciana”…

Una strada di campagna e un albero


PRIMO. Allora senti adesso, tu… tu… con la tua reviviscenza,
tu ti immagini una strada di campagna, che parte di qui e va su di lì,
che non c'è nessuno in giro, che non c'è niente da mangiare...
c'è solo la strada, e un albero, punto e basta... va bene?
Basta! Basta... mi sono spiegato?
SECONDO. Benissimo... me la sto immaginando perfettamente...
uh... mamma mia... quante pietre…
c'è da stare attenti a non scivolare con tutto questo fango...
perché se cadi e batti la testa... puoi anche restarci secco...
quello che non vedo bene è l'albero... da che parte sta…
PRIMO. Sta lì.
SECONDO. Ma che splendido albero. Cos'è, un melo con tutte le mele belle rosse?
PRIMO. No. Siamo in inverno, le foglie sono secche e sono cadute
e non ci sono frutti.
SECONDO. Allora è facile... per fare l'albero
prendiamo la scopa che c'è di la vicino ai camerini e la piantiamo in mezzo… lì…
PRIMO. Bravo, bellissima idea, prendila, che la mettiamo qui, e facciamo l'albero.
(SECONDO va a prendere la scopa, la tiene rovesciata in mezzo al palco...)
SECONDO. Va bene così?
PRIMO. Perfetta!
SECONDO. (La sposta di 1 m) Non è meglio qui?
PRIMO. È uguale!
SECONDO. Eh no! Lì era troppo vicino al bordo della strada.
Magari arriva il contadino con il trattore... non riesce a passare...
e noi dobbiamo fare tutto lo spettacolo con il trattore qui...
il contadino che bestemmia in bergamasco,
alà, osti, ada chi che gh’è che – ghè ‘egnu giò i i giupì!
porco de sò, porco de giò, adess vo a ciamà ol Bossi, teroni de l’osti
e magari non spegne neanche il motore e fa un rumore e una puzza
che questa gente qui poi non torna più a teatro per i prossimi dieci anni
PRIMO. Va bene allora tienilo lì.
SECONDO. (Alla scopa) Va bene allora tu stai qui.
(La lascia andare, la scopa cade, PRIMO si gira irritato) Non sta su!
PRIMO. Ma tienila su tu… come vuoi che faccia la scopa a stare su da sola.
SECONDO. Non lo so... ma non posso mica stare qui io tutto lo spettacolo a tenere su la scopa!
PRIMO. E allora fai una cosa... prendi quella sedia che c’è lì vicino al camerino...
là dove c’era la scopa… portala qui, prendi anche un pezzo di corda,
che leghiamo la scopa alla sedia, così sta in piedi da sola...
(SECONDO esegue, porta la sedia, e un rotolo di corda sproporzionatamente lungo)
ma cos'è questa corda... non dobbiamo mica andare in barca a vela...
SECONDO. C'era solo questa... dai aiutami…
(Cercano di legare la scopa alla sedia...
in realtà SECONDO cerca di legare anche PRIMO... che si innervosisce sempre più)
PRIMO. Ecco fatto, e ora abbiamo anche la scenografia....
SECONDO. Comunicazione di servizio per la dottoressa Margherita Palli...
l’amica del Ronconi… “guarda e impara”! … Ho detto tutto.(SECONDO si siede sulla sedia)
PRIMO. Ma vieni qui, dai… che dobbiamo ancora preparare tutto!
SECONDO. Non posso neanche riposarmi un momento?
PRIMO. Ma se dobbiamo ancora cominciare...
(SECONDO si alza e va vicino a PRIMO)

Scena prima


PRIMO. …allora… “scena prima” tu sei seduto qui, e cerchi di levarti una scarpa…
SECONDO. Scusa ma io ero seduto là… non potevo levarmi la scarpa stando là…
PRIMO. No, il canovaccio dice che tu sei qua, seduto su questa pietra…
SECONDO. No, mi dispiace, io su questa pietra non mi siedo…
PRIMO. Spiegami perché non ti devi sedere su questa pietra?
SECONDO. Ha una forma che non mi piace...
PRIMO. Ma non ha nessuna forma... siamo noi che c'è la immaginiamo...
le diamo la forma che vogliamo...
SECONDO. Io mi sono immaginato una forma che non mi piace...
PRIMO. Che forma ti sei immaginato.
SECONDO. Una forma a punta... una forma molto penetrante... (Gestaccio)
PRIMO. Ma che bel divertimento... speri di far ridere il pubblico con queste battute…
SECONDO. Beh, qualcuno ha riso
PRIMO. Ma bravo... ma non lo sai che queste battute facili
sono state la rovina della commedia dell'arte...
SECONDO.... e la fortuna di quelli di Zelig…
PRIMO. Ma dai basta.... facciamola finita con queste battutine…
qui c'è un canovaccio da mettere in scena e noi non abbiamo ancora fatto niente…
SECONDO.... va bene, basta, ... raccontami questo canovaccio, e vediamo di salvare la serata.
Primo. Perché io devo stare lì seduto e levarmi una scarpa…
PRIMO. Perché ti fa male il piede.... e poi:
non hai niente da fare... hai tempo... devi solo aspettare... ti levi una scarpa.
SECONDO. (Al pubblico.) Come mi piace quando ragiona così.... lucido... sintetico... razionale... sembra Pitagora... ma cosa dico Pitagora: Schopenauer...
PRIMO. Ma che stupidaggini… Piatagora… Schopenauer…
ma stai zitto che non sai neanche quello che dici…
SECONDO. Va bene… fammi sempre fare le figure col pubblico…
io non so le lingue… io non ho studiato la filosofia…
(Al pubblico)… prima che ve lo dica lui… io non so neanche la fisica…
e neanche la “semiologia”… non la so… la semiologia…
non so neanche di cosa parla… ecco!
Va bene… sei contento ora… sei contento… (Quasi piange)
Sapete, caro pubblico… che avete pagato il biglietto… il signorino qua… l’intellettuale… ecco… lui lavora con un ignorante… uno che non sa le lingue…
uno che non capisce il teatro di Becke”tt”…
PRIMO. … ma basta con queste scene patetiche…
SECONDO. Si basta, basta… tanto sono sempre io che ricevo umiliazioni…
PRIMO. E’ per far ridere il pubblico… a loro piace tanto… ridono…
(A parte) sono un po’ bastardi, è vero … ma cosa vuoi…
“Ridi pagliaccio… la gente PAGA e rider vuole”…
SECONDO. Va bene… dai… (Si asciuga le lacrime)… raccontami questo soggetto…
PRIMO. Dai non fare così…
SECONDO. Dai, dai… racconta…

L’intreccio


PRIMO. … dunque… dunque…
Allora… noi… Vladimiro e Estragone… siamo qui… “Strada di campagna e albero”…
SECONDO. Fin qui siamo a posto…
PRIMO. E intanto che aspettiamo… parliamo… e facciamo delle cose…
SECONDO. Aspettiamo chi ?
PRIMO. Godot… quello del titolo…
SECONDO. Ah, già… giustissimo… e quando arriva…?
PRIMO. Deve arrivare alla sera… alla fine dello spettacolo…
SECONDO. … e poi si va tutti insieme a mangiare all’osteria che c’è qui dietro al teatro…
PRIMO. No! No… no perché invece di arrivare lui…
arriva un ragazzo… che porta un messaggio… da parte di Godot…
e dice che lui questa sera non può venire… ma certo verrà domani…
SECONDO. (Sottovoce con aria complice) … se noi sappiamo già che lui stasera non viene…
perché non lo freghiamo… veniamo qui ad aspettarlo domani…
e noi andiamo subito a mangiare…
PRIMO… ma no! Perché lui non arriverà neanche domani…
SECONDO. Ma come no? Aveva detto che domani arrivava…
PRIMO. Ma non capisci? È il dramma esistenziale dell’uomo…
che aspetta sempre qualcosa… qualcosa di bello dalla vita…
aspetta sempre il domani… è quella speranza che aiuta l’uomo a vivere…
SECONDO. … … ho fatto bene io a non studiar la filosofia…
PRIMO. Ma come sei sciocco e superficiale… è il dramma esistenziale dell’uomo…
SECONDO. … io sarò anche sciocco e superficiale…
ma io ho più a cuore il dramma alimentare dell’uomo… quand’è che si va a mangiare?
PRIMO. Non si va…
SECONDO. Questo spettacolo a me non mi piace per niente!
PRIMO. Ma non è vero…
SECONDO. Come non è vero!…
Io e te siamo qui… in un posto che non si sa neanche dove siamo,
in mezzo alla campagna, con un albero secco che sta su con una sedia…
io mi devo levare una scarpa perché mi fa male un piede…
e tanto non ho nient’altro da fare…
stiamo qui ad aspettare uno che non arriva né oggi né domani né mai…
non si mangia… ma che bello spettacolo…
PRIMO. Ma il bello sta nella speranza… quando arriverà Godot… lui ci porterà a casa sua…
noi dormiremo da lui… al caldo… all’asciutto… sulla paglia…
SECONDO. Sulla paglia?… che lusso…
PRIMO. Meglio che dormire qui… nel fango… al freddo…
col rischio di essere malmenati dalle bande di naziskin
che girano di notte da queste parti…
SECONDO. Ripeto! Questo spettacolo a me non mi piace per niente!
PRIMO. Ma non è vero… questo testo contiene un sacco di frasi molto intense… questo testo per noi è l’occasione per dimostrare quanto valiamo come attori…
veri attori drammatici (Sguardo perplesso di SECONDO…) ascolta…
“Partoriscono a cavallo di una tomba…
il giorno splende un istante…
e poi di nuovo è la notte…”
bellissimo eh?
SECONDO. Bellissimo… cos’è… lo slogan della fiera dell’ottimismo?
“Partoriscono a cavallo di una tomba…”
cioè… una deve partorire… gli viene il dubbio… cosa faccio… vado in clinica?…
vado al Fatebenefratelli?… ma no… ma che banalità…
facciamo una cosa nuova… originale…
vado al cimitero… c’è li la tomba della nonna… zac… glielo scodello lì…
senza tanti complimenti… e anche il bambino, almeno,
si rende conto subito di dove andrà a finire la sua vita… al cimitero…
e magari se è intelligente si suicida anche subito…
guarda… si impicca da solo col cordone ombelicale
così…  quattro e quattr’otto… fatto e finito…
tanto “il giorno splende un istante…”
… non fai neanche in tempo a metterti su gli occhiali da sole…
che già “di nuovo è la notte…”
e a quello che ho capito… non è che il simpaticone qua… “il Samuel”
poi di notte ci manda in discoteca…
PRIMO. Ma certo che no…
SECONDO. Eh… ti pareva…
PRIMO. No… niente discoteca… quando viene il buio…
la luna si alza… e in cielo si diffonde un chiarore argentato…
SECONDO. Bello… Bello il chiarore argentato… come mi piace…
io che sono così romantico….
PRIMO. Meno male che cominci ad apprezzare qualcosa…
SECONDO. … più che cominciare ad apprezzare qualcosa…
io sto cominciando ad apprezzare qualcuno…

Innamoramento e amore


PRIMO. Non capisco…
SECONDO. Guarda quella signorina… vedi quella lì… carina… elegante…
quella che sorride… guarda come diventa rossa… è tutta la sera che la guardo…
Credo… (Timido) che entro i prossimi cinque minuti…
sarò completamente innamorato li lei…
PRIMO. Ma come sei stupido… ma non vedi che è venuta col fidanzato…
(Alla signorina) abbiate pazienza scusatelo…
SECONDO. Scusatelo… chi ? E poi chi sarebbe il fidanzato…
PRIMO. Quello seduto accanto
SECONDO. Quello brutto… bruttissimo… vecchio… pelato… antipatico…
con quella faccia che lo specchio a casa sua si vergogna ogni volta che lui si guarda…
PRIMO. Ma non è vero…
SECONDO. Si invece… c’è lo specchio a casa sua che ogni volta che lui si guarda dice “Vergognati… come fai a uscire con quella faccia lì… fatti la plastica… “
PRIMO. Ma non è vero…
SECONDO. È verissimo… e poi non ci posso credere che quello è il fidanzato della signorina
PRIMO. Signorina glielo dica lei…
SECONDO. Forse prima… ma ora che mi ha visto a me…
(Lirico) ora è nato un nuovo amore…
ora io e la signorina affronteremo una nuova vita insieme…
l’hai detto tu “la luna si alza… e in cielo si diffonde un chiarore argentato…”
due esseri umani, ignari di tutto quanto accade nel resto del mondo camminano…
una strada di campagna… un albero…
e già nel cuore della notte comincia a germogliare una nuova alba…
Eh!? Chi è il poeta… io o il tuo amico Becche”tt”
PRIMO. Senti… fai il bravo… Godot non è arrivato
“la luna si alza… in cielo si diffonde un chiarore argentato…”
… io e te… sulla strada di campagna aspettiamo,
e speriamo di essere vivi quando arriverà il nuovo giorno.
SECONDO. E la signorina…?
PRIMO. Va a casa col suo fidanzato che la accompagna.
SECONDO. Poteva essere una storia d’amore bellissima.
PRIMO. Forse.

Progetti di azione


SECONDO. E invece… Io e te soli in questo posto del cavolo…
sempre ad aspettare uno che non arriverà mai… di giorno di notte…
niente fidanzata… la sala parto al cimitero… 
Questo spettacolo a me non mi piace per niente!
PRIMO. Non è colpa mia….
SECONDO. Ma scusa… ma a questi due… Vladimiro e Estragone…
non gli viene in mente di fare qualcosa… non so…
qualcosa per migliorare la situazione… andare a cercare un lavoro… andare al mare… cercarsi una donna… fare qualcosa…
non è possibile che questi due stanno lì tutto il tempo a aspettare uno che non arriva,
a recriminare, a levarsi la scarpa che gli fa male…
avranno qualche idea… qualche progetto…
PRIMO. Sì… veramente un progetto ce l’hanno…
SECONDO. Oh! Finalmente…
PRIMO. (Perplesso) Insomma…
SECONDO. Insomma cosa… sentiamo che progetto hanno…
PRIMO. Vorrebbero suicidarsi…
SECONDO. Ma nooo…
PRIMO. Sì… si… (Allarga le braccia) oh… il testo è così…
SECONDO. “Aspettando Godot” capolavoro di Samuel Becke”tt”
autore francese-inglese-anzi-irlandese, massimo autore teatrale del ‘900…
e poi si lamentano che la gente non va più a teatro… Aridatece Goldoni!
PRIMO. Non essere sempre così superficiale… dai vieni qui…
cominciamo a pensare alla scena del tentativo di suicidio…
SECONDO. …tentativo…
PRIMO. Sì… tentativo… dai vieni qui…
SECONDO. Eccomi
PRIMO. (Prende per mano SECONDO e lo porta fino al bordo del palco)
Ecco siamo su un viadotto dell’autostrada che passa qui vicino…
adesso… restiamo assorti un istante…
pensiamo a tutte le cose belle che la vita ci ha riservato e poi…
un balzo nel vuoto… e via… tutto finito…
SECONDO. (Si libera) Tu intanto comincia a lasciarmi la mano,
che questi contatti tra omini gli piaceranno a Brighella che l’è un po’…
(Tocca l’orecchio: “ricchione”)… ma a me… non è proprio il mio genere…
PRIMO. Ma dobbiamo fare il grande salto insieme…
SECONDO. Scusa se insisto… ma queste cose sono cose un po’ intime…
è come andare al gabinetto… io preferisco andare da solo…
PRIMO. No, no… dobbiamo saltare insieme…
SECONDO. A parte il fatto che vorrei sapere da dove è saltata fuori questa autostrada
“con tanto di viadotto”… prima “strada di campagna, albero – basta”,
niente Vicenza, niente Bergamo, niente osteria, niente bella lavanderina,
niente, niente di niente … e adesso… adesso che lui vuole suicidarsi di colpo… trak…
il raccordo anulare… (Guarda in lontananza) va’, va’ là la gente che c’è all’IKEA,…
PRIMO. Vieni dammi la mano e buttiamoci
SECONDO. Lascia giù la mano… pedofilo…
PRIMO. Ma dobbiamo buttarci…
SECONDO. Senti… io non mi sono mai buttato… non so neanche come si fa…
facciamo una cosa… prima ti butti tu… io vedo, imparo… poi vengo giù io…
PRIMO. Che spiritoso… “E’ nato un nuovo comico”
SECONDO. … Magari si può arrivare giù anche passando da un’altra parte…
si impiegherà di più… ma forse è anche più comodo…
PRIMO. Basta! Comportati da uomo… dammi la mano e saltiamo,... su!
SECONDO. Su o giù?
PRIMO. Giù!
SECONDO. Cercavi di fregarmi… Ho detto che la mano non te la do! Ostrega!
Che poi se cadiamo giù su quelle rocce laggiù… guarda che spuntoni…
ci spacchiamo su tutti quanti… e quando vengono giù quelli dei soccorsi
ci trovano tutti maciullati, sangue, e budelli da tutte le parti
che nemmeno Jack lo squartatore ci faceva uno spezzatino così…
e poi non sanno più se questo piede è il mio o è il tuo,
se questo gomito è il mio o è il tuo… tutto mescolato su insieme…
fegati, cervello… rognoni… polmoni… che spettacolo orribile…
e allora ci fanno una fossa unica, larga abbastanza che ci stiamo dentro tutti e due…
e ci buttano dentro insieme… che schifo… no! mi me dispiase…
ma mi la man a ti non te la do… se ti vol butarte – va ti …
PRIMO. No, da solo non posso… dobbiamo suicidarci insieme
SECONDO. (Al pubblico) Miii… quanto è antipatico alle volte…
Almeno cambiamo modo… Potremmo suicidarci col gas…
apriamo tutti i rubinetti… ci stendiamo… e poi aspettiamo
PRIMO. Non si può!
SECONDO. Perché?
PRIMO. Non c’è la cucina a gas…
SECONDO. Allora… quando vuoi tu, compare il raccordo anulare,
con l’IKEA, l’IperCoop, e pure il Decathlon senza nessun problema…
io chiedo una stufa a gas… non c’è,… non si può… subito tutti i problemi del mondo…
PRIMO. Ma non ha senso una cucina a gas…
per suicidarsi col gas, ci vuole la cucina a gas… è vero…
ma ci vuole anche un ambiente chiuso… se no il gas si disperde…
e poi noi quando moriamo???
SECONDO. (Allarga le braccia) Se non moriamo, vuol dire che non era destino…
PRIMO. Il copione dice che dobbiamo suicidarci, “morire insieme”
SECONDO. Questo spettacolo a me non mi piace per niente!
PRIMO. …“morire insieme”…
SECONDO. Se ci impiccassimo…?
PRIMO. Alla scopa!
SECONDO. La corda c’è… Vuoi provare? Tentar non nuoce…
PRIMO. Sei un buffone…
SECONDO. Grazie… grazie, sei molto gentile…
ma non è stato facile arrivare a questo livello…
ho dovuto lavorare-lavorare-lavorare….lavorare-lavorare…!
PRIMO. Basta!
SECONDO. … (Tira fuori una pistola dalla giacca) E se ci sparassimo?
PRIMO. Bravo vedi che quando ti impegni ti vengono anche delle idee intelligenti…
SECONDO. … lo sapevo che tu in-fondo-in-fondo mi apprezzi…
PRIMO. … certo… sei un po’ fuori di testa…
ma se non ti apprezzassi non lavorerei con te…
SECONDO. Grazie… vuoi che ti baci?
PRIMO. No. Tira fuori l’altra pistola…
SECONDO. (Si tasta il vestito) Non ce n’è un’altra… c’è solo questa…
PRIMO. E allora come facciamo…
SECONDO. Ma è semplice… prima io ti sparo… dopo, quando tu sei morto, mi spari tu, e muoio anch’io… no?
PRIMO. No, facciamo che prima ti sparo io, tu muori e poi io mi suicido
SECONDO. No… mi dispiace… se tu mi spari, io muoio, e quando devi spararti tu la pistola si inceppa? Allora cosa fai.. non puoi più spararti e ci rimani male…
L’hai detto tu… “morire insieme”…
PRIMO. …certo, questo è un problema…
SECONDO. Si, e poi scusa una cosa… ma se io e te moriamo… poi chi è che finisce lo spettacolo? Quelli delle pulizie quando vengono a portarci via?
PRIMO. No, quello non è un problema…

Due nuovi personaggi


… ci sono altri due personaggi…
SECONDO. E aspetti adesso a dirmelo?
PRIMO. Eh… non eravamo ancora arrivati al punto…
SECONDO. Ma quale punto… ci sono 4 personaggi, noi siamo in due…
e tu me lo dici adesso… ma come facciamo…
PRIMO. … dobbiamo per forza chiedere l’aiuto a due persone… simpatiche…
del pubblico…
SECONDO. Ma cosa! Ma adesso ci mettiamo anche a fare l’animazione…
ma dove siamo… al club Mediterranée…
PRIMO. Dobbiamo! Ricorda… Niente Godot… niente mangiare…
Anzi… intanto che io scelgo due simpatici collaboratori…
tu vai a prendere quella cesta che c’è di là in quinta…
(SECONDO va, e PRIMO sceglie due spettatori maschi,
uno magro sarà Lucky, uno più robusto sarà Pozzo)
… Ecco allora tu che ti chiami XX sarai Lucky…
invece tu che ti chiami YY sarai Pozzo…
(SECONDO torna)
Ecco ti presento i nostri ospiti… Pozzo e Lucky…
SECONDO. Come si chiamano?
PRIMO…. Pozzo e Lucky…
SECONDO. Ma che nomi sono!?…
PRIMO. No loro si chiamano XX e YY… i personaggi si chiamano Pozzo e Lucky…
SECONDO. Ah… Quei nomi bellissimi del tuo amico Samuel… come Estragone…
Vladimiro… che scusa… non è perché lo fai tu…
però sembra un nome da vampiro della pubblicità…
PRIMO. Ma cosa inventi ora…
SECONDO. Si… potrebbe essere…
“Sono Vladimiro… sono il vampiro che uccide con un sospiro… a-annn…”
PRIMO. Ma basta dai… aiutami…
apri la valigia che dobbiamo cercare il vestito per Pozzo
SECONDO. Un vestito per Pozzo…? Cosa cerchi…
un secchio con una catena da legargliela al collo?
PRIMO. Se tu avessi letto il canovaccio, sapresti che Pozzo è un signore… è un dominatore…
è un uomo di potere… lui comanda… ha la frusta… lui
SECONDO. (Apre la cesta e tira fuori una divisa da nazista
completa di occhiali scuri tipo Ray Ban e frusta) Va bene questa?
PRIMO. Si è perfetta…
SECONDO. Ma dove l’hai trovata questa roba! (Intanto che aiutano Pozzo a vestirsi)
PRIMO. Sono dei vestiti che erano rimasti da quando Strelher aveva fatto “Il soldato Schweyk” di Brecht… al Piccolo
SECONDO. … Strelher… Brecht… Schweyk… bello… (Al pubblico) come li dice bene… devono essere tutti amici di… Beckett… (A PRIMO) … Come si scrive “Schweyk”
PRIMO. Esse, ci, acca, vi doppio, e, ipsilon, kappa…
SECONDO. (Ammirato) E’ Francese?
PRIMO. No!
SECONDO. Inglese?
PRIMO. No…
SECONDO. Inglese-anzi-irlandese!?
PRIMO. Nooo!
SECONDO. TEDESCO!
PRIMO. No… Schweyk era un praghese… quindi Schweyk è ceco
SECONDO. Oh poverino…
PRIMO. Non provare a fare battute sceme…
ceco della Cechia… metà di quella che una volta era la Cecoslovacchia
SECONDO. Che uomo di cultura… ma quante cose sai…
ma tu potresti fare il professore… alla Bocconi… (Intanto Pozzo è vestito)
E l’altro… l’altro come hai detto che si chiama…
PRIMO. Lucky… è inglese… vuol dire “fortunato”…
SECONDO. (Perplesso… tira fuori una divisa da deportato) Scommetto che questa è per lui…
PRIMO. Certo! (Cominciano ad aiutarlo a vestirsi)
SECONDO. Beh, certo… uno fortunato… è logico… viene deportato in campo di sterminio… (Al pubblico) …pensate se era uno sfigato…
tipo il figlio di quella là che va a partorire al cimitero…
quello gli versavano addosso una bottiglia di benzina…
e gli davano fuoco subito appena nato…
PRIMO. Non capisci mai niente…
Lucky è fortunato perché non si aspetta più nulla dalla vita…
ha accettato il suo destino di schiavo… non ha più nessuna speranza…
SECONDO. Accidenti… che culo che c’ha certa gente…
PRIMO. Si… Lucky ha capito e ormai non cerca più nessuna libertà…
ormai sa che qualsiasi liberazione non è che una impossibile utopia…
l’unica liberazione che si può attendere davvero… è quella della morte…
SECONDO. Aridajje!
PRIMO. Ecco ora sono pronti…
ci manca la parrucca bianca (Gliela mettono)
il guinzaglio (Mette un lungo guinzaglio al collo di Lucky e dà l’altro capo a Pozzo)
(A SECONDO) Dagli il suo cappello… non può pensare senza il cappello…
SECONDO. (A Lucky) Guardali i bastardi… hanno fatto subito amicizia quei due…
(Le scene seguenti prevedono lo scontro tra le due coppie: 
Lucky e SECONDO contro Pozzo e PRIMO)
PRIMO. Dunque… la scena è così…
tu sei lì che cerchi di levarti la scarpa ma non riesci…
SECONDO. Sì, certo… io sono impedito…
È un’ora che siamo qua… e non sono ancora riuscito a levarmi sta scarpa del piffero
PRIMO. Sì!
SECONDO. (Polemico) Va bene… (Sottovoce) Poi me la paghi!
PRIMO. Io invece scruto l’orizzonte…
SECONDO. Sì… Cristoforo Colombo… “Terra… Terra…”
PRIMO. Io scruto l’orizzonte e a un certo punto vedo loro che stanno arrivando…
Venite qui voi… (A Lucky) tu prendi la valigia e la cesta… (Li porta verso la quinta)
Musica!!! (Si sente la Marcia di Radetsky)… entrate marciando, (Applausi a tempo, del pubblico)

Improvvisazione “a quattro”


Avanti!, marciate sul posto A-Alt… (Fine musica)
Benissimo ora tu (a Pozzo) ti siedi… no… con più naturalezza…

(Tutto quello che verrà fatto fare ora a Pozzo e Lucky, verrà fatto ripetere più volte…
come se fosse una vera prova…
una volta sarà sbagliata la posizione, una volta l’intenzione, un’altra l’intonazione…
SECONDO e PRIMO mostreranno invece la corretta esecuzione
e giocheranno con le incertezze e gli errori dei malcapitati)

vedi… Pozzo è un signore… si alza e si siede con naturalezza
(Ripetizione di “alzarsi e sedersi con naturalezza”)
ora hai fame e il tuo servo deve servirti la cena… giusto…
chiamalo… “Ehi porco… svelto… prepara la tavola e servimi la cena…” (R)
SECONDO. (A Lucky) Tu invece sei tanto stanco, perché hai portato le valigie tutto il giorno,
e non gli servi proprio niente, anzi dormi… qui in piedi…
fammi vedere come ti addormenti? (R)
PRIMO. Ma cosa fa lo schiavo… dorme…
SECONDO. Si dorme perché è stanchissimo… se il signore vuole la cena…
se la prepara da solo
PRIMO. (A Pozzo) Dagli una frustata… vedrai come si sveglia…
SECONDO. Non avrai il coraggio…
(PRIMO prende la frusta di Pozzo e la fa schioccare in terra)
… ma sai che sei bastardo forte…
PRIMO. Avanti PORCI! Servite la cena
(SECONDO e Lucky apparecchiano prendendo il necessario da un paniere pik-nik)
SECONDO. Questo spettacolo a me non mi piace per niente!
PRIMO. Adesso chiamalo “Avanti, porco, vieni a levarmi il cappotto…”
alzati con naturalezza…(R)
SECONDO. Io li ammazzo quei due (Lucky, va a levare il cappotto a Pozzo)
PRIMO. Ora siediti con naturalezza… ora vuoi fumare un poco la pipa…
Chiamalo “Porco, vieni qui e accendimi la pipa” (R)
SECONDO. Non andare… Ribellati…
(Colpo di frusta – Lucky va e cerca di accendere la pipa di Pozzo)
PRIMO. Vediamo un po’ cosa ci hanno preparato quei due buoni a nulla
(nel piatto c’è un cosciotto di pollo e una carota)
assaggia… non ci piace… buttalo là…
(SECONDO si precipita a raccoglierlo, PRIMO dà un colpo di frusta)
lascia stare... gli avanzi spettano al porco…
(SECONDO riesce a prendere la carota e a infilarla in tasca)
SECONDO. Io ti ammazzo… giuro che stasera io ti ammazzo…
E domani siamo in cronaca nera…
… ho capito sai perché ti sei messo d’accordo col direttore del teatro
per fare il teatro dell’assurdo…
perché così puoi dare libero sfogo al bastardo che c’è in te…
ma il prossimo spettacolo facciamo Molière
e ti do tante di quelle bastonate che te la faccio passare io la voglia di fare Becke”tt”
PRIMO. Questo pasto faceva veramente schifo… vero…
(Pozzo ripete con disgusto) (R)
Lucky è volenteroso, è vero… cerca di darsi da fare per non farsi licenziare…
ma è del tutto incapace… (R)
quello che è peggio è il disgusto che ci provoca quando piange (R)
Lucky devi piangere…
SECONDO. Non dargli soddisfazione
PRIMO. Dobbiamo usare la frusta con tutti e due? Porci! (La frusta schiocca in aria)
SECONDO. Piangi… piangi… se no quello ci cava la pelle… (Lucky prova a piangere (R))
PRIMO. Guarda come piange… i vecchi cani hanno più dignità… che pena…
SECONDO. Oh… sei stato tu a dirci di piangere…
PRIMO. Potrebbero cercare di farci divertire… se almeno ci facessero un balletto…
SECONDO. Eh sì… adesso cosa siamo… le veline di Striscia…
PRIMO. No, noi vogliamo la danza della rete…
SECONDO. Ma che bello sto canovaccio… ma cos’è ora la danza della rete…
PRIMO. Lo dice la parola… è una danza, che voi siete impigliati in una rete,…
che state soffocando come dei pesci… che cercare di liberarvi… ma non riuscite…
e la danza finisce quando morite…
SECONDO. So che non dico una cosa nuova…
ma a me questo spettacolo non mi piace per niente!
PRIMO. (Schiocca la frusta) BALLARE!
(SECONDO e Lucky improvvisano la danza della rete –
accompagnamento musicale: un brano hard rock – alla fine cadono a terra soffocati)
(a Pozzo) … non male… quando si impegnano… vero…
su alzatevi ora… dico a voi porci… alzatevi su che c’è il monologo di Lucky
SECONDO. Adesso c’è anche il monologo?
PRIMO. Certo!
SECONDO. Fammi leggere… (Prende il copione e legge insieme a Lucky)
“Considerata l’esistenza
così come si evince dai recenti lavori pubblici di Poincon e Wattman
di un Dio personale qua qua qua
dalla barba bianca qua qua qua
fuori dal tempo dello spazio
il quale dall’alto della sua divina apatia sua divina atambia sua divina afasia
ci vuol tanto bene qua qua qua”
Ma cos’è questa roba…
(Al pubblico) Giuro… c’è scritto così…
altro che teatro dell’assurdo… questo è il ballo del qua qua…
non lo fanno più neanche Al Bano e Romina che si son divorziati… dobbiamo farlo noi?
Basta! Noi ci rifiutiamo! Sciopero! “Sebben che siamo donne, paura non abbiamo…”
PRIMO. Ancora una volta… come volevasi dimostrare…
voi non perdete occasione per metter in evidenza tutta la vostra superficialità…
e lasciarvi andare a tutta la vostra banalità…
SECONDO. Bandiera rossa la trionferà… Bandiera rossa…
PRIMO. Ma bravi proprio al momento più vibrante del testo…
proprio al momento del monologo di Lucky
ecco che ci casca l’asino…
voi non riuscite a capire e mostrate tutta la vostra cialtroneria…
SECONDO. Cialtroneria noi!… E il tuo amico Beckett allora… col ballo del qua qua…
PRIMO. Ma perché voi non riuscite a capire che in questo monologo…
nel monologo di Lucky,
Beckett mostra tutto il limite dell’uomo davanti a Dio, davanti alla natura,
addirittura… davanti a se stesso… sì…
Beckett ci mostra il rimpicciolirsi dell’uomo,
sotto un cielo indifferente e su una terra impossibile
e ci fa capire che la terra è un luogo fatto per le pietre e non per gli esseri umani…
SECONDO. … e quindi… (con aria compiaciuta)
PRIMO. … e quindi cosa?
SECONDO. … lo dico io…?
PRIMO. Dillo!
SECONDO. E quindi noi… ci dobbiamo suicidare…
così noi ci leviamo da rompere i maroni
e il pubblico, dopo essersi divertito con queste simpatiche riflessioni,
se ne può andare a casa felice e tranquillo … ohhh!
PRIMO. Va bene… va bene… lascia perdere…,
(A Pozzo e Lucky) voi levatevi pure questa roba… che tanto… avete visto…
voi ci avete messo la vostra buona volontà ma purtroppo…
cercare di fare arte con lui…
è come parlare di fisica nucleare con Valeria Marini… uguale…
SECONDO. Perché… tu se incontri Valeria Marini ti metti a parlare di Fisica nucleare?
PRIMO. Era per fare un esempio…
SECONDO. Noi dobbiamo riparlare seriamente del futuro della nostra compagnia…
Seriamente… ma mooolto seriamente…
PRIMO. Intanto ringraziamo XX e YY per la loro gentile collaborazione
(Marcia di Radetsky e Applauso)
Grazie… tornate pure ai vostri posti… e perdonatelo… se potete…
SECONDO. Bene… e ora?
PRIMO. E ora... gran finale!

Primo finale


SECONDO. Finalmente... dunque che si fa...
PRIMO. Niente... il finale… è come tutto il resto… si aspetta... è un giorno come tutti gli altri … non succede niente... forse un giorno, uno di noi diventerà muto…
forse, un altro giorno, uno di noi diventerà cieco... un altro giorno ancora…
SECONDO. Diventeremo sordi...
PRIMO. Naturale … un giorno siamo nati...
SECONDO. Un giorno moriremo...
PRIMO. Sarebbe bello lo stesso giorno... lo stesso istante...
SECONDO. Sarebbe bello non portare sfiga…
PRIMO. Sarebbe bello riuscire a dormire, almeno...
SECONDO. In che senso…
PRIMO. Nel senso che sarebbe bello riuscire a dormire qui… adesso…
SECONDO. Cioè noi dormiamo... e il pubblico ci guarda dormire...
PRIMO. Forse sogneremmo di essere felici...
SECONDO. Sì, soprattutto il pubblico sarebbe felice,…
Mi fai venire in mente quel film di Andy Warhol…
che hanno filmato per dieci ore uno che dormiva… bellissimo... certi effetti speciali... sembrava Matrix 1- 2 e 3 messi insieme…
pensa che a un certo punto addirittura...
oh non ci crederai… si metteva anche a russare…
poi... all’improvviso… di colpo di scena...  si girava e non russava più...
PRIMO. Ma non sarebbe bellissimo dormire e sognare di essere felici…
mentre il tempo passa... intanto che aspettiamo...
“Ho forse dormito mentre gli altri soffrivano?
Sto forse dormendo in questo momento…
Domani quando mi sembrerà di svegliarmi cosa dirò di questa giornata...
Senza dubbio dirò che col mio amico Estragone,
ho aspettato Godot in questo luogo deserto, fino al cadere della notte …
che Pozzo è passato col suo schiavo e ci ha parlato...
Ma in tutto questo quanto ci sarà di vero?
Noi aspettiamo...
e intanto in fondo alla fossa, il becchino maneggia i suoi ferri pensosamente…
ci lascia un po' di tempo per invecchiare...
ascolta l'aria che risuona delle nostre grida…
ma io sto parlando con te che dormi…
tu dormi e non sai niente… tu dormi e non sei niente...
ormai io non posso più andare avanti…
(Al pubblico) lasciamolo dormire…”
SECONDO. Grande… grande… Che attorone… proprio un attortone di stirpe (Chiama l'applauso del pubblico)
PRIMO. Grazie… grazie
SECONDO. Bene… allora... (Guarda l'ora) aspettare, abbiamo aspettato...
il finale l’abbiamo fatto… dunque, adesso, credo che possiamo andare…
tanto, se non ho capito male... il tuo amico non arriva né stasera, né domani, né mai…
PRIMO. Prima dobbiamo aspettare il messaggero…
SECONDO. …ah, già... Godot non viene… ma manda il messaggero
PRIMO. Si, il messaggero arriverà di là,
prima busserà timidamente, poi si avvicinerà ,
noi lo riconosceremo… è lo stesso che arriva tutte le sere…
ci dirà che è Godot che lo manda… ci dirà che Godot questa sera non può venire…
che Godot è malato, ma che domani starà meglio, e che domani verrà sicuramente.
Noi gli chiederemo qualcosa per sapere come è Godot,
se Godot è ricco, se Godot è vecchio, se ha la barba, se la sua barba è bianca...
gli chiederemo se Godot è generoso...
il ragazzo per un po' risponderà ...
poi a un tratto, di corsa, come spaventato, scapperà via...
a quel punto potremo andare anche noi...
SECONDO. Perché non andiamo a trovarlo noi?
PRIMO. Ma perché non c'entra, perché non c’è nel canovaccio!
SECONDO. Ma scusa, ma se è malato, mi sembra buona educazione andare a trovarlo…
PRIMO. Ma non dire sciocchezze...
SECONDO. Ma magari ci offre da mangiare...
PRIMO. Non può!
SECONDO. Ma come non può…
se viene lui, allora ci dà da mangiare, ci dà da dormire, sulla paglia al caldo,…
se andiamo noi... niente…
PRIMO. Niente!
SECONDO. Ma perché?
PRIMO. Perché di no!
SECONDO. “Perché di no”... non è una risposta…
PRIMO. Uffa,… perché è morto...
SECONDO. Ma allora il ragazzo…
tutte quelle cose che Godot è vecchio, è ricco, ha la barba...
PRIMO. Balle… tutte balle! Godot è morto... morto stecchito… punto e basta!
SECONDO. Ah… eccola la verità finalmente...
ecco chi è morto... ecco perché ti sei vestito così fin dall'inizio...
ecco perché tutti questi discorsi... “Partoriscono a cavallo di una tomba…”
e “dobbiamo morire insieme”... e il cavalcavia dell’Ikea…
PRIMO. Si questa è la verità…
SECONDO. E allora andiamo… che io ho fame…
PRIMO. No, sul canovaccio c’è scritto che noi dobbiamo aspettare il ragazzo…
Vedi (Apre il canovaccio) “Si sente bussare timidamente…”
SECONDO. Va bene, allora aspettiamo…

Secondo finale – Ovvero - Una scena già vista


(Si sentono tre colpi rimbombanti come di un maglio contro un portone)
PRIMO. Eccolo!
SECONDO. (Terrorizzato) All'anima del “timidamente”… e se c'era scritto “con vigore” cosa faceva… buttava giù il teatro…
(Attacca la sinfonia iniziale del Don Giovanni di Mozart)
ma… ma cos’è questa musica…
PRIMO. Non so… mi pare di averla già sentita… ma ora non mi ricordo…
SECONDO. Ma come “Mi pare di averla già sentita”… l’abbiamo già sentita eccome…
PRIMO. Quando?
SECONDO. Quando facevamo il Don Giovanni… non ti ricordi? Il tema del commendatore…
PRIMO. E cosa c’entra adesso?
SECONDO. Ho un sospetto…
PRIMO. Che sospetto?
SECONDO. Godot è morto?
PRIMO. Certo!
SECONDO. Noi dovevamo andare a cena con Godot?
PRIMO. Certo!
SECONDO. Anche il Commendatore era morto!
PRIMO. E allora?
SECONDO. Anche il Commendatore doveva andare a cena con Don Giovanni!
PRIMO. Non capisco!
SECONDO. (Sconvolto) Si sono scambiati… Godot non è andato da Don Giovanni…
e il Commendatore è venuto a prenderci a noi…
PRIMO. Ma che sciocchezze!
SECONDO. Sciocchezze? (SECONDO fa una corsa a guardare dietro le quinte, torna terrorizzato)
E’ lui… ti dico che è lui!!! E’ terribile!
(SECONDO fa una pantomima della statua del Commendatore che avanza goffamente,
che minaccia di prendere PRIMO
e di mangiarselo crudo come una carota, che prende dalla giacca, la sputa,
poi prende la scopa e bussa tre volte pesantemente sul pavimento
la scopa rimarrà in mano a SECONDO che ci giocherà e la userà come arma di difesa fino alla fine)
PRIMO. Ma non preoccuparti… non c’è da aver paura…
SECONDO. … certo è tutto lo spettacolo che dici che dobbiamo morire insieme…
adesso sei contento… sei riuscito a trovare il modo…
PRIMO. Ma assolutamente no… non ti preoccupare… adesso andiamo di là... gli spieghiamo la situazione…
SECONDO. No-no-no-no nnno! Io non vado proprio da nessuna parte… io sto qui finché non arriva il cessato pericolo… (Di nuovo i tre colpi… mentre la musica incalza)
Aiutooo!!!
PRIMO. Andiamo!
SECONDO. Tu sei pazzo…
(Ad alta voce verso il fondo) Non ci siamo!!!
(Di nuovo i tre colpi) Non c’è nessuno!!!
(Di nuovo i tre colpi) Siamo andati a casa di Godo”tt”!!!
(Di nuovo i tre colpi)
PRIMO. Io vado (Si allontana)
SECONDO. Non farlo!!! (PRIMO scompare dietro le quinte)
Ecco… io lo sapevo… io l’avevo detto…
Questo spettacolo a me non mi piace per niente!
(Si porta verso la quinta per vedere cosa succede,
fa segno al pubblico che sta succedendo qualcosa di terribile)
L’avevo detto io che non ci credeva
(Imita il commendatore) “Pentiti indegno… pentiti indegno”
Diglielo che non sei tu, Don Giovanni…
Non ci crede… L’avevo detto io che non ci credeva…
Che oltretutto lui, poverino, con le ragazze non è che poi c’ha tutto questo successo…
E adesso gli tocca pure morire al posto di Don Giovanni…
(Mani a megafono) Digli che vada a prendere il direttore del teatro…
(Guarda) Nooo, nooo! Non dargli la mano…
Quello c’ha una mano da trecentomila volt… (Rumori catastrofici)
Ecco! Gliel’ha data! Porca boia…
sembra Highlander… quando scoppiano tutti i vetri… porca miseria…
Adesso lo sta trapanando giù nel pavimento…
PRIMO… il Blak & Deker umano…
Ma cos’è… un canale diretto per l’inferno…
(SECONDO si protegge) Una roba da non credere… fiamme… esplosioni… disastro…
(Va in quinta e ritorna con brandelli di stoffa del vestito di PRIMO bruciacchiati e fumanti appesi al bastone della scopa)
Addio PRIMO…
Ecco cosa succede a voler fare il teatro dell’assurdo…
Ecco… ecco… e adesso a me chi mi paga…
Direttore… direttore…!
(Urla) La mia paga, la mia paga… la mia pagaaa!

Terzo e ultimo finale


(Butta la scopa ed esce di corsa attraversando la platea - PRIMO rientra tutto bruciacchiato)
PRIMO. SECONDO!, dove vai… non avere paura… non mi ha fatto niente… stai tranquillo…
non c’è teatro dell’assurdo … non c’è Commendatore a trecentomila Volt che tenga …
torna qui… finché ci sarà il teatro…
non c’è niente… NIENTE che possa distruggere i comici e la commedia dell’arte…
(SECONDO rientra – abbraccio finale)

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1 commento:

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